ATTENZIONE: SPOILER! NON LEGGERE SE NON HAI VISTO IL FILM!
E alla fine anch'io ho visto Brave.
A primo acchito, mi verrebbe da dire: un bel film fatto bene con tutte le cose a posto, gag divertenti alla Pixar, tecnicamente ed esteticamente favoloso. Protagonista ben costruito e interessante. Dinamiche tra i personaggi interessanti.
Però trama un po' banalotta. Ci sono alcuni passaggi che sono veramente prevedibili.
Il personaggio che si trasforma in un animale per un incantesimo sballato (il che comunque porge il fianco ad alcune gag molto riuscite), tutta la fatica per porvi rimedio, la madre che nel momento del bisogno tira fuori un coraggio inaspettato, la soluzione che sembra inefficace e invece ha solo tardato ad arrivare giusto per darci l'ultimo brivido... Tutta roba stravista. Non sbagliata eh, che il film fila che è una meraviglia, ma veramente prevedibile.
Quello della famiglia, dello strappo tra due familiari che però nel momento del bisogno ci sono lo stesso l'uno per l'altro, tema forte disneyano. Mi piace, giustissimo, difficile che manchi in un qualsiasi film Disney. E quindi va bene.
Il tentativo di cambiare un'altra persona e renderla perfetta per i propri canoni per poi accorgersi che la si preferiva com'era prima, coi suoi difetti, altro tema stravisto nei film Disney. Altro macro-tema che comunque a seconda di come lo coniughi funziona sempre.
L'accettazione di un'idea di violenza e di morte (la gamba persa dal padre di Merida, il suo dichiarare di volersi vendicare uccidendo l'orso e appendendo la sua testa tra i trofei). Interessante, un paletto che si sposta un pochino in là (anzi, in qua, dal mio punto di vista di sceneggiatore disneyano).
E poi il tema principale e dichiarato del film: il Destino. Questo è un tema che mi interessa. Già visto tante volte, ma qui interpretato in maniera intelligente. Tanto che alla fine è proprio il Destino a risolvere la situazione: è un lastrone di quella specie di
Stonehenge, che in tutta la storia rappresenta il Destino (tutto ciò che riguarda il destino della protagonista passa da quel luogo), a uccidere il cattivo.
All'inizio sembra che il tema sia
cambiare il proprio destino, quando invece si tratta di
individuarlo,
accettarlo, e fare di tutto per
seguirlo. In fondo qui tutti gli sforzi della protagonista non sono intesi a cambiare il proprio destino, che in fondo, come vediamo anche dal prologo della storia, è proprio quello che insegue per tutto il film. Quello per cui combatte lei è cambiare l'idea che
gli altri hanno del Destino che lei dovrebbe avere. Far loro accettare che lei non vuol fare la principessa, o meglio, principessa è e principessa rimane, ma lei vuole fare il guerriero, e non vuole sposarsi.
Ecco.
E' qui che mi si illumina una lampadina.
Non c'è nessun finale romantico. In una storia classica ci sarebbe stato un ragazzino, magari uno sfigatino per nulla guerriero, magari l'unico con cui Merida si trovava bene fin da bambina. E alla fine sarebbe stato lui il prescelto. E invece no. Non c'è nessuno di nessuno. Lei non si sposa e basta.
E poi c'è il discorso importante che lei fa e che è proprio la madre, quando si trova nei panni dell'orso, a suggerirle: ognuno dovrebbe seguire il proprio cuore ed essere libero di
decidere chi amare.
I vari genitori lo chiedono ai propri figli, e anche loro convengono che sì, tutti loro vogliono essere liberi di decidere chi amare, e sembra che non siano particolarmente interessati alla principessa. E intorno non ci sono altre ragazze con cui - se fosse stato un film troppo "classico" - si sarebbero fidanzati.
E i genitori accettano ognuno le scelte dei propri figli. La madre di Merida accetta la scelta della figlia di non sposarsi e comportarsi da guerriero.
Ecco.
Ora capisco perché la storia è un po' banalotta.
Perché una trama troppo originale non sarebbe stata funzionale al vero, delicatissimo, tema, di cui quelli della Pixar hanno voluto parlare alla società, ai bambini, agli adolescenti, e soprattutto ai loro genitori: l'
omosessualità.
Probabilmente è la scoperta dell'acqua calda, magari lo dicono tutti da mesi ma io non ho praticamente letto recensioni per non farmi influenzare.
L'omosessualità. Non è più un tabù da cinquant'anni al cinema e perfino in certi cartoni animati, ma lo è ancora nel mondo Disney, in quello che viene considerato il mondo fantastico per piccoli, grandi, famiglie, tutti-tutti.
Un tema che se i pixariani avessero estrinsecato in maniera palese avrebbe letteralmente fatto scappare le mamme dai cinema proteggendo i propri bambini col proprio corpo per paura che qualche particella di omosessualità li colpisse. Quelli della Pixar non vogliono certo perdere i milioni di spettatori che fanno la loro fortuna. Ma hanno voluto ugualmente parlarne, in maniera delicata e intelligente, facendo piangere le mamme e insinuando - chissà - a mo' di
inception un atomo di accettazione in più il giorno che un loro figlio decidesse di fare coming out.
E per l'ennesima volta Lasseter & compagni dimostrano di non sbagliare un colpo.
Quindi mi correggo: "Brave" è sì un film un po' banalotto nella trama, ma il paletto che stanno cercando di spostare di un millimetro è troppo grosso e importante per pretendere di più.
Grazie, Pixar, per l'ennesima dimostrazione di intelligenza mediatica.
P.S.: Mi chiedo, una ragazza omosessuale, a quell'epoca, sovrastata da quelle regole sociali, a che livello di auto-consapevolezza sarebbe arrivata? Io immagino che il massimo a cui poteva arrivare era di non aver voglia di sposarsi senza capire bene il perché (un po' come la protagonista di "Brave"). Nella realtà però sarebbe stata mandata in convento, o se era schizofrenica sarebbe diventata Giovanna D'arco.