Il cui significato è: occhio che vi osservo.
mercoledì 27 gennaio 2016
Gif egocentrica
Il cui significato è: occhio che vi osservo.
lunedì 25 gennaio 2016
Social restyling
Qualche giorno fa ho deciso di fare un piccolo restyling delle mie pagine "social".
Ringrazio innanzitutto il bravo Armin Barducci per aver prodotto questo mio divertente ritratto, che ho usato come immagine profilo:
Se non conoscete questo talentuoso disegnatore bolzanino, andate a trovarlo sul suo blog: http://diariodeformato.blogspot.it/
Quindi, se volete dare un'occhiata alle mie pagine social, ecco qui:
> Facebook facebook.com/giorgiosalatipage
> Twitter twitter.com/giorgiosalati
Per ora ho deciso di tenere il blog così com'è, perché ci sono parecchio affezionato.
Ringrazio innanzitutto il bravo Armin Barducci per aver prodotto questo mio divertente ritratto, che ho usato come immagine profilo:
Se non conoscete questo talentuoso disegnatore bolzanino, andate a trovarlo sul suo blog: http://diariodeformato.blogspot.it/
Quindi, se volete dare un'occhiata alle mie pagine social, ecco qui:
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> Twitter twitter.com/giorgiosalati
Per ora ho deciso di tenere il blog così com'è, perché ci sono parecchio affezionato.
giovedì 21 gennaio 2016
28 gennaio: Digital Storytelling
Sarò tra gli ospiti e farò un breve intervento sul punto di vista dello sceneggiatore di fumetti:
Digital Storytelling
app, e-book, digital comics le nuove frontiere del racconto per immagini
Giovedì 28 Gennaio 2016 h 16:30-18:30Sala Affreschi di Palazzo Isimbardi in Corso Monforte, 35 Milano
Saluti iniziali: Perché è così importante parlare di Storytelling digitale oggi - a cura di AI
Paolo Albert co-fondatore e CTO PubCoder: Il futuro dell’editoria digitale
Giulia Natale (Blogger paddybooks, su Wired e su mamamo.it): Panoramica sui progetti di libro digitale più interessanti
Studio Rebelot: Presentazione del progetto Salis il flusso di lavoro tra carta, app e libro digitale
Edizioni Piuma: Essere editore digitale, come funziona e presentazione degli ultimi progetti
Ciaj Rocchi e Matteo Demonte: Presentazione di Primavere e Autunni (la trasposizione dal cartaceo al libro interattivo)
Giorgio Salati: Scrivere fumetti per i nuovi supporti digitali
Conclusioni e domande finali
Moderatore: Benedetta Frezzotti (Ambasciatore AI per il fumetto)
mercoledì 20 gennaio 2016
Pk motion comics
I ragazzi di Pk Fanpage hanno realizzato un montaggio e doppiaggio di questa storia scritta da me e disegnata da Paolo Mottura, originariamente uscita su Topolino Magazine
n. 2829. Sono molto giovani e magari c'è qualcosina da sistemare, ma
nell'insieme devo dire che mi sono davvero emozionato nel vedere quanta
passione e inventiva questi ragazzi hanno messo nella trasposizione di
una mia storia. Menzione d'onore per la scelta della colonna sonora, che
secondo me è davvero azzeccata.
lunedì 18 gennaio 2016
Filippelli e i 6 gradi di separazione
Gianluigi Filippelli è un fisico teorico e appassionato di fumetti. Nell'articolo "Il numero di Anatranson" ha scritto una bella analisi - troppo scientifica perché io la comprenda - della teoria dei 6 gradi di separazione.
Alla fine dell'articolo ha recensito la storia "Paperino e i 6 gradi di separazione" scritta da me e disegnata da Antonello Dalena, pubblicata sul Topolino attualmente in edicola.
Se siete interessati, potete leggerlo cliccando qui:
http://dropseaofulaula.blogspot.it/2016/01/il-numero-di-anatranson.html
Buona lettura!
Alla fine dell'articolo ha recensito la storia "Paperino e i 6 gradi di separazione" scritta da me e disegnata da Antonello Dalena, pubblicata sul Topolino attualmente in edicola.
Se siete interessati, potete leggerlo cliccando qui:
http://dropseaofulaula.blogspot.it/2016/01/il-numero-di-anatranson.html
Buona lettura!
venerdì 8 gennaio 2016
Topolino n. 3138
Su Topolino n. 3138, in edicola da mercoledì 13 gennaio 2016, trovate la storia "Paperino e i 6 gradi di separazione", scritta da me e disegnata dall'ottimo Antonello Dalena.
La storia racconta di come Paperino sia diventato fan talmente sfegatato del regista West Anatranson (parodia di Wes Anderson) da essere pronto a tutto pur di conoscere il proprio idolo e proporsi come interprete del suo prossimo film. Grazie ai nipotini, Paperino scopre la teoria dei "6 gradi di separazione", secondo cui solo cinque persone legate tra loro ci separano da qualsiasi persona nel mondo, e come sia quindi possibile con soli sei passaggi arrivare a conoscere chiunque si desideri. Paperino sfrutterà quindi questa teoria per cercare di parlare con Anatranson e coronare il suo sogno attoriale!
Nell'albo sono presenti anche storie di Sio, Enrico Faccini, Matteo Venerus, Paolo Mottura, Giorgio Figus, Alessia Martusciello, Valentina Camerini, Ettore Gula, Fabio Michelini e Luciano Gatto.
Qui trovate tutte le informazioni sull'albo: http://ow.ly/WKfGO
Ispirato dalla storia, nei giorni in cui la stavo scrivendo sono andato a visitare la Fondazione Prada, qui a Milano, all'interno della quale si trova un bar ideato proprio da Wes Anderson, come testimonia la foto qui sotto.
giovedì 7 gennaio 2016
Paperinik AppGrade #40
È in edicola Paperinik AppGrade #40 di gennaio 2016!
All'interno, tra le altre storie trovate "Passato remoto e futuro anteriore" dalla saga Ultraheroes, scritta da me e disegnata da Ettore Gula e uscita originariamente su Topolino n. 2733 del 15/4/2008.
Buona lettura!
All'interno, tra le altre storie trovate "Passato remoto e futuro anteriore" dalla saga Ultraheroes, scritta da me e disegnata da Ettore Gula e uscita originariamente su Topolino n. 2733 del 15/4/2008.
Buona lettura!
mercoledì 6 gennaio 2016
Il problema purtroppo del precariato
Ho letto "Il problema purtroppo del precariato" di Alessandro Gori e Gianluca Cincinelli, edito da fuori|onda. Per chi non conoscesse, il Gori è l'eminenza marrone dietro il blog Lo Sgargabonzi.
Il domestic duo aretino sta trovando secondo me la cifra giusta. Il libro è una raccolta di mini-racconti in cui il protagonista, tal Mauro Pentolini Piccini, tenta ogni tipo di professione, un mestiere per capitolo.
Il tema fotografa bene il rapporto che hanno con il lavoro molti italiani tra i venti e i quarant'anni, provinciali cresciuti a pane e mamma e stanchi ancor prima di alzarsi dal letto. Generazioni obnubilate e amorfe senza nemmeno dover ricorrere alle droghe.
Il mondo del lavoro è visto con sguardo tra il disincantato e l'infastidito, tra il cinico e l'ammirato. Il lavoro come una malattia, un male di cui si teme il contagio e da tenere il più lontano possibile, poi idealizzato, poi deludente, poi detestato, infine rifiutato. Così per ogni capitolo.
Per ogni storia e ogni mestiere c'è un rapporto del protagonista con una figura maschile di riferimento, che sia il datore di lavoro o un collega. Un padre putativo da uccidere simbolicamente ogni volta, in un eterno conflitto edipico mai risolto. Il "padroncino" è un padre anaffettivo che ti mostra le difficoltà della vita, e questo è davvero troppo per il nostro Pentolini Piccini che anela solamente a continuare a vegetare nella sua ovatta anestetica, seppur imbevuta dei suoi escrementi.
Lo stile è sempre quello dello Sgargabonzi, qui se vogliamo meno pungente ma non per questo meno chirurgico. Quella di Gori e Cincinelli è una sorta di psichedelia ragionieristica, dove l'assurdità non ha niente a che vedere con viaggi colorati e creature fantastiche, ma con lo svuotare di senso ogni oggetto della vita quotidiana.
Ti droghi e non senti più le gengive, e invece di concentrarti sull'esperienza lisergica, sull'eccitazione e l'euforia, continui a toccarti le gengive e guardartele allo specchio ed è come se fosse la prima volta che ti accorgi di avere le gengive. Sei totalmente insensibile e solo per quello ti accorgi che esistono davvero. Le gengive cominciano a esistere solo nel momento in cui smettono di avere senso. L'insensibilità è il passo più estremo per accorgersi dell'esistenza delle cose, e scoprire che esse sono altro da te. E accorgersi di quanto orrore risieda in ogni oggetto materiale, una volta che ti accorgi della sua esistenza. Questa è la sensazione che si ha quando si leggono le follie del Gori e del Cincinelli.
Insomma, consiglio di acquistarlo e leggerlo. O anche solo acquistarlo se non lo volete leggere, tanto gli autori non sono narcisisti ma sono sicuramente dei poveracci.
E poi va segnalato che il sottoscritto è stato inserito nel libro come fumettista. Il che sarebbe sensato, se non fosse che vesto i panni dell'autore di Diabolik (?!).
E continuo a toccarmi le gengive.
Il domestic duo aretino sta trovando secondo me la cifra giusta. Il libro è una raccolta di mini-racconti in cui il protagonista, tal Mauro Pentolini Piccini, tenta ogni tipo di professione, un mestiere per capitolo.
Il tema fotografa bene il rapporto che hanno con il lavoro molti italiani tra i venti e i quarant'anni, provinciali cresciuti a pane e mamma e stanchi ancor prima di alzarsi dal letto. Generazioni obnubilate e amorfe senza nemmeno dover ricorrere alle droghe.
Il mondo del lavoro è visto con sguardo tra il disincantato e l'infastidito, tra il cinico e l'ammirato. Il lavoro come una malattia, un male di cui si teme il contagio e da tenere il più lontano possibile, poi idealizzato, poi deludente, poi detestato, infine rifiutato. Così per ogni capitolo.
Per ogni storia e ogni mestiere c'è un rapporto del protagonista con una figura maschile di riferimento, che sia il datore di lavoro o un collega. Un padre putativo da uccidere simbolicamente ogni volta, in un eterno conflitto edipico mai risolto. Il "padroncino" è un padre anaffettivo che ti mostra le difficoltà della vita, e questo è davvero troppo per il nostro Pentolini Piccini che anela solamente a continuare a vegetare nella sua ovatta anestetica, seppur imbevuta dei suoi escrementi.
Lo stile è sempre quello dello Sgargabonzi, qui se vogliamo meno pungente ma non per questo meno chirurgico. Quella di Gori e Cincinelli è una sorta di psichedelia ragionieristica, dove l'assurdità non ha niente a che vedere con viaggi colorati e creature fantastiche, ma con lo svuotare di senso ogni oggetto della vita quotidiana.
Ti droghi e non senti più le gengive, e invece di concentrarti sull'esperienza lisergica, sull'eccitazione e l'euforia, continui a toccarti le gengive e guardartele allo specchio ed è come se fosse la prima volta che ti accorgi di avere le gengive. Sei totalmente insensibile e solo per quello ti accorgi che esistono davvero. Le gengive cominciano a esistere solo nel momento in cui smettono di avere senso. L'insensibilità è il passo più estremo per accorgersi dell'esistenza delle cose, e scoprire che esse sono altro da te. E accorgersi di quanto orrore risieda in ogni oggetto materiale, una volta che ti accorgi della sua esistenza. Questa è la sensazione che si ha quando si leggono le follie del Gori e del Cincinelli.
Insomma, consiglio di acquistarlo e leggerlo. O anche solo acquistarlo se non lo volete leggere, tanto gli autori non sono narcisisti ma sono sicuramente dei poveracci.
E poi va segnalato che il sottoscritto è stato inserito nel libro come fumettista. Il che sarebbe sensato, se non fosse che vesto i panni dell'autore di Diabolik (?!).
E continuo a toccarmi le gengive.
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