mercoledì 31 dicembre 2008

Bang! Bang!


Non so voi come la pensate, ma QUESTA secondo me è la più geniale invenzione dai tempi della ruota.

Si tratta di un telecomando a forma di pistola: ogni volta che premete il grilletto verso la tv cambia canale! E mentre cambiate fa: BANG! BANG!

Pensate ad esempio di accendere e trovare - che so - la pubblicità dell'acqua con la particella di sodio. Mirate il fastidioso esserino, e... BANG! Giustizia è fatta! Il canale è cambiato!

E se non sbaglio con la pistola c'è pure la stella da sceriffo in omaggio!

E se dall'altra stanza sentite vostro marito impegnato in una fragorosa sparatoria potete anche restarvene di là a leggere un libro: evidentemente non c'è niente d'interessante da vedere in tv.

lunedì 29 dicembre 2008

Biglietto


Non sono un gran disegnatore, però mi sono molto divertito a fare questo disegnino che ho inserito nel biglietto di Natale per una persona speciale.

sabato 27 dicembre 2008

BdC


Ecco la strip natalizia a firma Salati/Tenderini uscita a Natale sul blog di Braccio di Culo!

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In questi giorni stavo facendo un'ulteriore riflessione coprofilosofica su questo sfortunato personaggio.

Braccio di Culo è l'evoluzione di Fantozzi. Non ha fatto niente per meritarsi quello che gli succede. Eppure il solo fatto di subire qualsiasi angheria giustifica l'esacerbazione delle pene inflittegli. Un fenomeno tipicamente italiano!

giovedì 25 dicembre 2008

Babbo di Culo


E' con estremo orgoglio che vi comunico la pubblicazione sul blog di Braccio di Culo di una strip natalizia scritta da me e disegnata dal mitico Emanuele Tenderini!

Quale onore!

Ecco il modo migliore di festeggiare il Natale!

Natale


Sto scrivendo e programmando questo post in anticipo, non pensate che mi metta a scrivere sul blog la notte di Natale. Infatti probabilmente a quest'ora starò impacchettando i regali, in drammatico ritardo come al solito.

Ma mi sono venute alcune riflessioni sul 25 dicembre e mi è scappato di scriverne.

Il Natale per me è sempre stato legato in maniera indissolubile a Topolino. Quand'ero piccolo, era Natale solo quando arrivava il numero natalizio del giornale. Quella copertina rossa, o dorata, con i brillantini, significava sempre qualcosa di speciale.

I periodi natalizi della mia infanzia sono legati ad alcune tra le storie Disney cui sono più affezionato, come ad esempio la trilogia dell'Argaar, o "Pippo e l'ultimo viaggio di Babbo Natale" (guarda caso tutte storie di De Vita!), "Paperino e il matrimonio di Reginella"... ma ricordo anche qualcosa di Asteriti che per qualche motivo collego sempre al Natale...

Anche passando "dall'altra parte della barricata" le storie Disney hanno avuto un ruolo importante per me, durante il periodo natalizio. In qualche caso mi sono ritrovato con l'acqua alla gola con le scadenze, trovandomi quindi a sceneggiare anche la notte di Natale.

La cosa non mi dispiaceva: se il 25 dicembre l'atmosfera è giusta per leggere Disney, lo è anche per scriverne! La pace della notte di Natale mi è sempre stata congeniale, e così alcune storie le ho sceneggiate proprio in quei giorni. Intendiamoci, diventando adulto ho smesso di credere che a Natale siano tutti più buoni, in molti casi ho visto questa festa anche con fastidio per il bombardamento commerciale cui siamo sottoposti. Ma sceneggiare una storia Disney era il modo giusto per recuperare lo spirito natalizio che sentivo da bambino. Quello che provavo leggendo e rileggendo "Paperino e la scavatrice" o "Zio Paperone e il ventino fatale" di Barks.

Così, ad esempio "Zio Paperone e la vacanza senza speranza", oppure l'episodio "Paperinik contro i Twin Boys" della saga "Paperinik contro tutti" erano in lavorazione anche la notte del 25 dicembre, aspettando che la mia famiglia tornasse dalla messa... dopodiché sarebbe stato momento di regali, panettone e spumante! Prima di mettermi al lavoro accendevo le luci di albero e presepe e poi mi sedevo alla scrivania.

Invece l'unica storia natalizia che ho scritto finora, "Pippo aiutante di Babbo Natale", uscita proprio ieri, l'ho sceneggiata ad agosto di 2 anni fa...

...ma lavorando per Disney si impara anche che lo spirito natalizio bisogna portarselo sempre dietro, anche a Ferragosto!

Giorgio


immagini: © Disney - ospitate da Inducks.org

giovedì 18 dicembre 2008

Topolino 2770


Udite udite!

Su Topolino n. 2770, in edicola da mercoledì prossimo 24 dicembre, troverete la mia storia "Pippo aiutante di Babbo Natale", disegnata dal bravissimo Roberto Vian!

Buona lettura!

Giorgio

© immagini Disney

mercoledì 17 dicembre 2008

Definizioni: Al Pino


Al Pino:
Attore veneto-hollywoodiano specializzato in film di malavita montanara come "Il Patron", "Bepi's Way" e "Grapface".

lunedì 15 dicembre 2008

Toilet # 18


Finalmente torna Toilet dopo quasi 2 mesi, e chiude (almeno per ora) la serie "politica". Les jeux sont faits!

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Qualcuno forse avrà notato che le fisionomie dei personaggi cambiano di striscia in striscia. Peggio: di vignetta in vignetta.

E' che sono troppo umile, non mi va di mostrare quanto sono bravo.

Anzi no, sono talmente bravo che ho deciso di rompere le regole artistiche per andare oltre. Un po' come Piero Manzoni. Solo che la mia non è in scatola.

Giorgio

venerdì 12 dicembre 2008

Dr. Manhattan


"Il tempo è simultaneo. E' un gioiello dalla struttura intricata, che gli umani insistono a percepire uno spigolo alla volta, quando il disegno complessivo è visibile in ogni lato."

Dr. Manhattan - Alan Moore, "Watchmen"


Ho sempre amato questa frase del Dr. Manhattan in "Watchmen", perché qui Alan Moore ci sta dando una lezione di sceneggiatura. Ci sta spiegando il rapporto che lui ha con il soggetto di una storia.

La capacità di Moore nel padroneggiare la struttura totale di una narrazione è forse ineguagliata nella storia del fumetto. Lui non ha una visione della narrazione in quanto progressione cronologica di eventi, ma - come noi tutti sceneggiatori dovremmo saper fare - riesce a vedere la storia "dall'alto", a maneggiare contemporaneamente piani temporali separati, e a "montarli" con estrema facilità. Un ottimo esempio di questa padronanza "temporale" sono "Le Iene" e "Pulp Fiction" di Tarantino.

E' come mischiare - consapevolmente - un mazzo di carte cui si riesce a vedere attraverso.

Se vogliamo, è un'evoluzione dell'insegnamento di Aristotele nella "Poetica", in cui il filosofo auspicava dei racconti con una struttura armonica, che potessero essere abbracciati con la memoria, alla stessa maniera in cui animali né troppo piccoli né troppo grandi possono essere abbracciati simultaneamente con lo sguardo.

Grazie a questa maggiore consapevolezza narrativa e strutturale, Alan Moore ha dato una svolta al fumetto, facendolo maturare e facendogli raggiungere nuove vette. Era il 1986.

mercoledì 10 dicembre 2008

Notiziole 3


Notizia dal Corriere della Sera del 20/10/1994.

Una famiglia di Monza, facendo le grandi pulizie in garage, ha inavvertitamente buttato via la nonna. Sì, perché tra gli scatoloni accatastati in box vi era anche un'urna contenente le ceneri dell'ava defunta.

I carabinieri, avvertiti telefonicamente da qualcuno, hanno così trovato l'urna ai piedi dei cassonetti.

La poveretta, prima di morire aveva chiesto che le sue ceneri fossero sparse in mare, ma le leggi italiane non lo consentono. E così la nonna è finita nella spazzatura.

sabato 6 dicembre 2008

Autobio


Una raccomandazione ricorrente in ogni corso di sceneggiatura o scrittura che si rispetti: evitare di essere autobiografici.

Quella di raccontare la propria vita è una tentazione comune a tutti quelli che vogliono scrivere. Ciò che abbiamo vissuto ci sembra terribilmente interessante, degno di essere raccontato. Purtroppo molto spesso è vero il contrario. Non glie ne frega a nessuno di quella volta che avete dovuto battervi come leoni tra le maglie della Giustizia per contestare una multa ingiusta. O di quella volta che coi vostri amici avete fumato così tanto che poi vi siete addormentati in macchina e i carabinieri vi hanno fatto un controllo.

Attenzione: questo non significa che non bisogna inserire nelle proprie storie fatti o particolari reali, anzi. Ma questi devono essere funzionali alla storia. Arricchirla, e non distogliere l'attenzione da ciò che è importante.

Edward Bunker, che ha avuto una vita da criminale vero, ha conferito al protagonista del suo primo romanzo, "Come una bestia feroce", una fetta del suo passato. Lo stesso accade in "Little Boy Blue", in cui si racconta l'infanzia di un piccolo criminale. Ma il protagonista non si sovrappone totalmente allo scrittore. Le vicende sono romanzate, come si suol dire.

La maggior parte di ciò che ha scritto Kerouac è tratto dalla sua personale esperienza. Lui però era un grande scrittore, e sapeva come romanzare nel modo giusto le proprie vicende. Ciononostante non tutti i suoi romanzi sono riusciti allo stesso modo. Per il mio gusto personale, "Sulla strada" e "I vagabondi del Dharma" sono riusciti molto meglio rispetto a "I Sotterranei" e "Orfeo emerso". Quanto c'è di vero e quanto di inventato in quei romanzi? Non lo sapremo mai. Eppure non so perché sono convinto che "I Sotterranei" sia molto più autobiografico rispetto agli altri. E - fatalmente - è meno interessante.

Ma la nostra esperienza, pura e semplice, non basta a fare di per sé una storia interessante. Perché la realtà, seppure a volte possa rivelarsi più sorprendente della finzione, non segue (purtroppo) le regole della logica, non ha struttura narrativa.

Questo non significa che categoricamente non bisogna essere autobiografici. Ma che prima di esserlo bisogna essere dei narratori esperti, e padroneggiare gli strumenti narrativi (ecco perché io non ho ancora scritto niente di autobiografico eheh!). Meglio non iniziare la propria carriera di autore con una storia autobiografica (a meno che non si sia Ghandi, o Giovanni Brusca...).

giovedì 4 dicembre 2008

Il masochismo del villain


Partendo da questa riflessione di Tito Faraci sulla fine del cattivo in una storia, mi è venuta una buffa riflessione.

A volte il Cattivo, all'interno di una narrazione, sembra comportarsi in maniera addirittura masochista. Tu sai che alla fine la punizione arriverà, e intanto il Cattivo continua senza sosta a comportarsi il peggio possibile. Sembra che faccia di tutto per meritarsi una punizione esemplare, facendo incacchiare il più possibile il protagonista. Ti verrebbe da dirgli "ma smettila di fare così che poi ti fanno il mazzo!".

Poi, inesorabilmente, la punizione arriva. Per un Cattivo come quello la galera non basta: merita la morte. E dolorosa, pure.

E invece certi eroi decidono di non cedere alla rabbia e seguire i propri valori: la Giustizia, e compagnia bella. La violenza sarebbe più catartica. Eppure quando Achille fa scempio del cadavere di Ettore non risulta così simpatico. Chi è il vero cattivo?

E allora, quando l'eroe sceglie di essere clemente, di risparmiare il cattivo, ecco la vera punizione: comportarsi secondo Giustizia, secondo Legge, secondo i Valori in cui si è sempre creduto. Il masochismo del Cattivo non è stato soddisfatto. Il Villain vivrà per il resto della sua vita col rimorso, e la consapevolezza di non essere nemmeno riuscito a corrompere il cuore del Buono.

Un altro buon motivo per essere contrari alla pena di morte...

mercoledì 3 dicembre 2008

Braccio di Culo


Devo dire la verità: ho un po' paura.

Perché qualcun altro ha recensito Braccio di Culo e poi si è trovato virtualmente nudo appeso a un palo.

Chissà quale sorte mi attende.

Ma avevo deciso di parlare di Braccio di Culo, e lo farò, costi quel che costi. Perdiana!

Il suddetto webcomic merita senz'altro di essere letto. Degno di una nottata di incubi sul water dopo un'abbuffata di bratwurst, krauti e weissbier da parte del dottor Mengele, Braccio di Culo è invece parto di ben altra mente disturbata: quella del grande disegnatore e colorista venexian Emanuele Tenderini.

Si tratta di uno sfigato coi capelli rossi (Braccio di Culo, non Emanuele!), gli occhiali e lo sguardo inesistente. O saranno gli occhiali talmente sporchi da nascondere gli occhi? E le protesi oculari non fanno comunque di lui un intellettuale o un mago del computer.

Come Braccio di Ferro, anche lui ha una sua particolarità, che lo rende speciale: ha un culo al posto della mano (si era capito?). Anzi no, non lo rende speciale. Però ce l'ha davvero. Il culo al posto della mano, intendo.

Che bello, chissà quante belle cose si possono fare con un culo al posto della mano, direte voi. Sì, come no.

BdC è una sorta di archetipo dello sfigato, una specie di buco nero (appunto) che attira su di sé ogni cattiveria che l'essere umano (e non) è in grado di produrre. Il fatto è che se lo merita proprio. BdC fa schifo, ma soprattutto fa schifo a se stesso.Apoteosi di cinismo fumettistico, Braccio di Culo risulta addirittura catartico nel liberarvi di ogni sentimento negativo, attirandolo su di sé. Dopo essersela presa con BdC ci si sente un po' più buoni, un po' come a Natale.

La cosa bella è che BdC è diventato quasi una "comune" fumettistica, poiché molti altri fumettisti hanno deciso di cimentarsi con testi o disegni. Non si tratta di semplice omaggio. E' come quando da ragazzini si faceva il classico caricone. Qualcuno gridava "Tutti su Brambilla!" e giù botte. Ahah. Ma che volete, son ragazzi.

Ecco, lo stesso effetto lo fa BdC: quando hai bisogno di sfogarti, quando hai le scadenze che ti pressano, gli editor che non capiscono il tuo legittimo bisogno di passare la giornata a dormire su un'amaca e guadagnare 5000 euro al mese solo per questo, quando i nerd sui forum stroncano le tue storie perché hanno letto il titolo e la parola "Fine" dimenticandosi di leggere quello che stava nel mezzo, quando devi stare chino sulla scrivania a sgobbare come un bracciodiculo mentre fuori c'è il sole e nel momento che esci per andare in posta inizia a piovere... perché non riservare una buona dose di mazzate a quella schiappa di Braccio di Culo? Tanto se lo merita.

Ecco che cos'è il blog di Braccio di Culo: un caricone a fumetti. (Manu, su questa definizione voglio il copyright.)

Dice bene il suo creatore, Emanuele: "Disegnare Braccio di Culo è come andare a spasso con un amico 100 volte più brutto di sè stessi. Si appare 100 volte più belli."

Ma ricordatevi: comunque vada, non è merito vostro. E' che è Braccio di Culo.

E ora, speriamo che Tenderini sia clemente, nella sorte che mi assegnerà per aver parlato di BdC.

lunedì 24 novembre 2008

Grazie AF


Ringrazio afNews che qui ha pubblicato notizia dell'uscita di "Indiana Pipps e il segreto dei Pyu" sul Topolino in edicola questo mercoledì!

Giorgio

giovedì 20 novembre 2008

Topolino 2766


Su TOPOLINO 2766 in edicola da mercoledì prossimo 26 novembre trovate la mia storia "Indiana Pipps e il segreto dei Pyu" disegnata dal grande Massimo De Vita.

Protagonisti: la Birmania, il fiume Irrawaddy, l'antica civiltà scomparsa dei Pyu (realmente esistita), il delfino dell'Irrawaddy (realmente esistente)... e naturalmente il cugino avventuroso di Pippo: Indiana Pipps!

Buona lettura!


Giorgio

martedì 18 novembre 2008

Buon Compleanno TOPOLINO!


Oggi è un giorno speciale.

Oggi Topolino compie 80 anni!

E' superfluo sottolineare cosa e quanto significhi questo personaggio per me e per tante persone sparse nel mondo.



Buon compleanno Topolino!

Giorgio

Giochi da tavolo


Credo che l'infanzia di tutti sia caratterizzata anche dai giochi da tavolo. Giocarci ancora oggi - oltre che divertirci - ci riporta indietro ai tempi spensierati delle serate estive con la famiglia.

L'altro giorno ho rigiocato dopo direi quasi 20 anni a Viaggio in Europa. E' stato un tuffo nel passato. Mi è sembrato piuttosto semplice, mentre da bambino lo percepivo quasi cervellotico, anche se mi piaceva molto, perché a ogni nuova città mi tuffavo nell'immaginazione e mi vedevo passeggiare per i viali di Parigi, o ammirare la ruota del Prater a Vienna. Avrò per sempre un ricordo specifico legato a questo gioco, cioè quando ci giocai con degli altri bambini nella casa di montagna dei loro genitori (parlo di te, Andrea!), e ogni volta che qualcuno raggiungeva una città guadagnava una caramella Alpenliebe. Ah! Come sanno di mou le città altrui! Si scoprì poi che uno dei bambini aveva un febbrone, e che aveva preferito star male piuttosto che smettere di giocare.

Il gioco da tavolo più praticato in casa mia era il Monopoli, naturalmente. Nemmeno con le caramelle in premio il Gioco dell'Oca riusciva ad eguagliarlo. A Monopoli ci si giocava - come anche ai giochi di carte - esclusivamente in montagna. Io perdevo quasi sempre - il mio rapporto col denaro non è migliorato col tempo - eppure mi divertivo un sacco. Più di adesso.

Ricordo che una volta io e mio fratello giocammo una partita talmente lunga ed equilibrata che durò qualcosa come 3 giorni. Lasciavamo il tabellone sul tappeto della cameretta e ci giocavamo tutto il giorno, facendo pause solo per mangiare e dormire. Sempre legato al Monopoli il ricordo di una scena in cui mia madre insegue mio fratello brandendo una ciabatta perché l'aveva convinta a vendere a mio padre Corso Raffaello, che era stato poi fondamentale per la bancarotta di mia madre.

Tra i giochi da tavolo mi rammento poi di una bellissima roulette in miniatura con cui mi divertivo un sacco.

C'erano anche dei giochi che trovavo mortalmente noiosi. Infatti i miei ci giocavano quasi sempre quando si andava al mare con amici di famiglia (parlo ancora di te, Andrea!). Nel residence di Marina di Bibbona, non lontana dalla carducciana Bolgheri, i "grandi" si mettevano in veranda a godersi il fresco, sorseggiare amaro d'erbe, fumare la pipa e spostare placidamente le palline colorate della Dama Cinese, le tesserine di Scarabeo o le pedine di Othello. Il tutto in un silenzio rotto solo dalle cicale della pineta e da qualche commento divertito. Una noia tale che un bambino a momenti preferisce farsi portare alle terme piuttosto che partecipare.

Lo Scarabeo però ultimamente l'ho rivalutato. Sarà che il mio lavoro mi ha portato ad apprezzare di più i... giochi di parole, sarà che sono un discreto amante degli anagrammi... comunque l'anno scorso sono riuscito nella storica impresa di battere mia madre, maestra elementare in pensione. Performance non ripetuta la partita successiva, ma tant'è.

Col passare degli anni sono ovviamente usciti un sacco di giochi nuovi. Ne ho conosciuti alcuni in adolescenza. Uno dei migliori si chiamava Brivido. C'era un tabellone che rappresentava un castello stregato, con teschi, armature munite di alabarde, eccetera. Il classico repertorio del brivido. Ricordo che a circa quindici anni io e miei due compari (oggi ingegneri di successo), in vacanza nella campagna piemontese, avevamo tentato di farne una specie di animazione - l'idea era quella di un horror demenziale - usando una videocamera, spostando i segnalini frame dopo frame, usando in pratica la tecnica della stop-motion senza conoscerne l'esistenza. Ma ce ne sarebbero da raccontare di cavolate inventate in quella cascina di campagna!

Altri giochi scoperti durante l'adolescenza ho imparato ad apprezzarli più tardi. Ad esempio Twenty Questions. Proprio ieri sera ci ho giocato con una persona speciale, che ha sempre voglia di giocare. Ho vinto grazie a questa domanda. Dovevo indovinare un ANNO. Primo indizio: "Ho visto l'esplosione del Challenger". Risposta: "1986. Ero in terza elementare, lo vidi esplodere in tv. A bordo c'era una maestra."

Giorgio

lunedì 17 novembre 2008

Orso Ciccione


Stavolta cercherò di farla più breve.

Parlando di blog a strisce, ho recentemente scoperto questo:

NEKO E KUMA

Conosciuto anche come il blog dell'Orso Ciccione.

Queste divertenti strip si ispirano direttamente (ma non sempre) alla vita del suo creatore, Flavio Nani (qui nei panni dell'Orso Ciccione, o Kuma), e della sua amica-amata-odiata Neko, detta anche Gatta Bastarda.

La Gatta Bastarda non perde occasione per maltrattare l'Orso Ciccione, che subisce senza scomporsi, e solitamente commenta con una sottile ironia, dimostrando una calma degna di Ghandi. C'è un che di ascetico, nella filosofia dell'Orso Ciccione. Forse reagire alle angherie della sua adorata gatta sarebbe solo uno spreco di energia. Dopotutto sembra che l'Orso Ciccione, abituato alla pazzia della Gatta, ne sia fondamentalmente divertito.

I disegni sono buffi, i testi molto divertenti. 90% dei fumetti sui blog sono ispirati alla vita degli autori, il che li rende di solito roba di scarso interesse. Ma chi è veramente bravo (vedi anche Eriadan e Makkox) è capace di tramutare la propria quotidianità in materiale umoristico in cui ogni lettore può specchiarsi. Insomma, non è il solito webcomic autoreferenziale e autoindulgente: Nani si ricorda che dall'altra parte dello schermo c'è qualcuno cui comunicare una gag. A differenza di altri Nani ha come riferimento non quei quattro amici di bevute (almeno non solo loro) che sul blog ti commentano "geniale!" anche quando scoreggi, ma un lettore generico che non sa niente della tua vita privata né glie ne frega niente, e allora devi farcelo entrare a forza di sorrisi o addirittura risate, nel tuo microcosmo fumettistico.

Devo dire infatti che quando ho scoperto questo blog e ho cliccato su "Leggi dall'inizio", ho passato buona parte della nottata a leggere le strip una di seguito all'altra. Dopo tanti anni che ne leggo e qualche anno che ne scrivo, è difficile che un fumetto mi prenda a tal punto da non riuscire a staccarmi, eppure l'Orso Ciccione ci è riuscito!

Complimenti allora a Flavio Nani, che dimostra una certa maturità artistica. Esiste una versione cartacea del suo fumetto, in un volume intitolato "Bastarde si nasce, ciccioni si diventa". Speriamo che l'Orso Ciccione possa fare maggiore successo, perché meriterebbe anche lui una pubblicazione di rilievo!

Giorgio

mercoledì 12 novembre 2008

sabato 8 novembre 2008

sweet home alObama


Ciò a cui stiamo assistendo con l'elezione di Obama negli USA è indubbiamente storico.

Tutto ciò mi ha riportato alla mente degli sketch di grandi comici neri, che anni fa provavano a immaginarsi il primo presidente nero.

Prima di tutto Richard Pryor, negli anni '70:

Pryor immaginava che il 48° presidente sarebbe stato nero (quindi più o meno nel 2025), mentre Obama è "già" il 44°.

Ma lo sketch migliore è quello di Eddie Murphy, nel suo spettacolo "Delirious" degli anni '80 (più anni '80 di quella tutina rossa...):

Vi consiglio di vedere quest'ultimo filmato fino in fondo perché potrebbe - speriamo di no - essere profetico.

Il timore che Obama corra dei seri rischi per la propria sicurezza personale ormai è talmente inflazionato che probabilmente è già da escludere.

Speriamo di non dover dire un giorno "Eddie Murphy ci aveva avvertito".

Dopo il primo presidente nero, allora aspettiamo di vedere se avverrà la profezia di Groening nei Simpsons: "Un presidente gay nel 2084"...

venerdì 7 novembre 2008

Bonny-Ed


Dopo la discussione partita da Recchioni sul fatto che gli autori di fumetti leggano o meno fumetti, vado in parziale controtendenza.

Ho deciso di parlare di qualche fumetto che sto leggendo, ma non dei classici fumetti cartacei "istituzionali". Mi riferisco infatti ai webcomics, questo fenomeno che ha proliferato alla grande negli ultimi tempi, anche e soprattutto in Italia, dove l'ingegno fumettistico non ha nulla da invidiare agli ammerigani. La cosa curiosa è che alcuni di questi autori di webcomics non sono fumettisti professionisti, ma persone che fanno altri lavori, talmente appassionati di fumetti che hanno trovato questo sfogo per la propria creatività. Non sempre di livello professionale eccelso, ma quasi sempre con una prorompente forza genuina che non può farci ignorare il fenomeno.

Io i webcomics li ho scoperti relativamente tardi, ma mi stanno progressivamente incuriosendo (tanto che per sfizio pure io ne faccio uno, ogni tanto). I blog fumettistici mi danno quei dieci minuti di relax, divertimento, riflessione, quando faccio una pausa dal lavoro.

La prima "recensione" ho deciso di dedicarla a uno dei webcomics cui mi sto affezionando di più:

BONNY-ED


Forse non è il migliore in assoluto. Ma non so quale particolare alchimia ha fatto in modo che andare sul suddetto blog mi faccia sentire a mio agio.

Parliamoci chiaro: i testi potrebbero migliorare, e sono sicuro che miglioreranno. Anche se già alcune strip sono veramente argute (ho timore a usare l'inflazionato geniali).

Ma è la forza dei personaggi che mi ci ha fatto affezionare. Seguire le vicissitudini quotidiane del ragazzo con la faccia di teschio, come in un buco temporale mi fa tornare indietro a quando ero adolescente. Alle beghe scolastiche, gli amori non corrisposti, le intimidazioni dei bulli. La sfiga, il rock, eccetera. Quel teschietto insomma assomiglia abbastanza al sottoscritto dei vecchi tempi. La differenza con adesso è che non vado più a scuola e sono fidanzato, per il resto non è che sia cambiato così tanto.

Non è che facciano sempre ridere a crepapelle le strip del teschietto, ma spesso sono vere. Leggere le sue strip è un po' come quando suona l'intervallo, tu esci dalla classe con la speranza di incontrare il tuo amico della classe accanto, quello che hai conosciuto solo all'inizio di quest'anno scolastico ma ti sembra di conoscerlo da anni. Magari non sempre l'amico sarà in vena di ridere e scherzare, magari anche lui a volte è giù di morale. Come te, del resto. E' che è questa scuola - il mondo - a essere deprimente. Ma trascorrere l'intervallo col tuo amico della classe accanto è l'unica cosa che ti fa sopportare questa tediosa giornata tra lezioni di chimica e interrogazioni di latino. Lui si mangerà metà dei tarallini che hai preso al distributore, ma almeno ti offrirà qualche tiro. E' un amico, no? Due sfigati in compagnia è meglio che uno sfigato da solo.

E' questa la vera forza di Bonny-Ed: ha azzeccato i personaggi, la forma grafica, l'impostazione, per diventare un ottimo successo con gli adolescenti. Quelli potenzialmente interessati ai fumetti, intendo. Con i truzzi funziona solo la Gazzetta.

La paura di essere brutti, gli amori non corrisposti, il tuo amico sfigato come te, il rock, la tecnologia, la voglia di anticonformismo... Sono davvero gli ingredienti giusti. Ed ha azzeccato il format, ed è molto bravo a confezionare un prodotto che - se non sai che è autoprodotto - sembra frutto di fior di lavoro 24/7 di professionisti con fior di soldi spesi dietro. E invece no: il fumettista, di professione non fa il fumettista, e tutto quanto se lo fa da sé... di notte.

Mi sono trovato particolarmente d'accordo con alcune considerazioni fatte dal bravissimo Makkox, nella prefazione del secondo volume di Bonny-Ed - già, perché esiste anche la versione cartacea, che potete acquistare dal blog.

Il fumetto di Bonny-Ed ha tutte le carte per diventare un vero successo con gli adolescenti, come lo è stato Rat-Man, in tempi in cui il fumetto è alle strette. Se fossi nella Panini - per dire una casa editrice che ha dimostrato intelligenza nel campo - prenderei questo ragazzo e gli affiancherei un bello staff come ha fatto la Fox con Matt Groening. Con una bella promozione, potrebbe davvero fare il botto.

Poi, diciamolo: Ed, il creatore, è proprio simpatico. E certe opinioni ci accomunano. A volte non condivido quello che dice, anzi, a volte non condivido il come. Però dice sempre quello che pensa, e se a volte lo fa in maniera un po' ingenua, è sempre genuino.


Ecco, volevo scrivere solo due righe, e invece va' che tiritera. Prometto che le prossime recensioni saranno molto più stringate!

Ma poi oh, il blog è mio e ci faccio quello che voglio io, CAPITO?!

Niente, è che mi ha pervaso lo spirito riBBelle di Bonny-Ed...

Giorgio


P.S.: il sottoscritto non ci guadagna una cicca a fare i complimenti a Ed, a parte le ragazze ucraine che mi ha promesso. No, davvero: avrei tutti gli interessi a leccare i piedi di qualche autore particolarmente affermato nell'editoria. Qui invece si parla di un ragazzo che da solo, senza praticamente editori alle spalle, butta tutto il suo tempo e denaro in questa passione. Se gli faccio i complimenti è perché scrivo davvero quello che penso, e un po' ammiro la dedizione con cui per sfogare la propria creatività evita di scendere a qualsivoglia compromesso.

giovedì 6 novembre 2008

Che Lucca!


Comincio ora a riprendermi dalla Fiera di Lucca, perciò scrivo due parole.

Anche quest'anno si è riconfermata come una gran bella fiera. Ma c'è troppa gente! Ok, ok, sono io che non amo i posti affollati... e quello lo era davvero tanto!

Una considerazione che mi viene da fare è: le affluenze alle fiere di fumetti aumentano ogni anno, tanto che di fiere ne spuntano come funghi, per non parlare della quantità di aspiranti fumettisti... e com'è che le vendite invece calano? Mah!

Sono stato veramente contento di incontrare tantissimi colleghi e di conoscerne altrettanti. In ordine alfabetico, i primi che mi vengono in mente: Alberto, Alessandro, Alpo, Andrea, Bruno, Carlotta, Claudio, Cristina, Daniele, Davide, Donald, Ed, Elisabetta, Emanuele, Fabiano, Fabrizio, Fausto, Flavio, Francesca, Francesco, Gabriella, Gaja, Gianfranco, Gianluca, Giuseppe, Giustina, Henry, Ketty, Luca, Manuela, Mara, Marco, Miriam, Paolo, Riccardo, Sergio, Silvia, Stefano, Tito, Valentina... e chissà quanti ne sto dimenticando!

Ho fatto il podista per quattro giorni, pranzando con quel collega, facendo l'aperitivo con quell'altro, la cena con quell'altro e la festa al pub con quell'altro ancora. Ho dormito circa 4 ore per notte. Ho mangiato ottime zuppe alla frantoiana e bevuto ottimo chianti. Ho speso un sacco di soldi in fumetti. Ho anche fatto le attività coi bambini allo stand Disney. Fra l'altro venerdì notte ha piovuto a dirotto, proprio nel momento in cui mi sono dovuto fare tutta Lucca a piedi.

Sono tornato talmente rintronato che anche una barzelletta di Pierino mi sarebbe sembrata troppo complicata da comprendere.

Ma è stata una gran bella esperienza, pertanto ringrazio tutti coloro con cui ho avuto la fortuna di trascorrere del tempo.

Se volete un resoconto della fiera ben più esauriente e interessante, vi consiglio quello che ha scritto l'amico Fabrizio per il Sole 24 Ore. Lo trovate QUI.

Davide, Fausto, il sottoscritto e Gabriella impegnati a intrattenere bimbi, genitori e appassionati in genere presso lo stand Disney.
© foto: Francesco Spreafico

Il sottoscritto e Fabrizio presso il ristorante Giulio Impelleria impegnati a discutere su quanto cavolo sta piovendo là fuori.
© foto: Bruno Olivieri

Giorgio

mercoledì 29 ottobre 2008

Secchi a RADIOdue


Il collega, maestro e amico Riccardo Secchi mi ha comunicato che stanotte dalle 24 alle 02 c'è 'La mezzanotte di Radiodue', programma condotto questa settimana dal regista Fausto Brizzi e a cui parteciperà anche Riccardo. Si parlerà di cinema e fumetto. Si può telefonare in diretta.

Buon ascolto!

Giorgio

martedì 28 ottobre 2008

Fumettista chi legge?


Mi aggancio ai post di Recchioni e di Faraci per dire anch'io i miei "2 cents".

L'argomento è: ma i fumettisti li leggono, i fumetti? Spesso pare di no.

Innanzitutto, secondo me l'importante per un autore è avere una buona cultura fumettistica, ma è controproducente avere l'approccio ossessivo del nerd. Chi sa TUTTO di un determinato genere, o di una determinata serie, risulta poi troppo bloccato. Ha la testa piena di nozioni, e poco spazio per scrivere qualcosa di nuovo e originale. Il massimo che potrà scrivere un autore troppo "colto" sarà un buon "pulp". Conoscendo tutti i cliché di un determinato genere si può creare un prodotto divertente, come un bravo cuoco che riesce a tirar fuori un buon minestrone dalle solite quattro verdure. Tarantino è il più bravo a fare questo... Ma lui è Tarantino.

Ricordo un'intervista a Max Cavalera, cantante-chitarrista dei Sepultura, che raccontava di non ascoltare mai metal, ma solo jazz o simili. "Il metal già lo suono, perché dovrei ascoltarlo?"... Approccio un po' radicale, però interessante.

Personalmente cerco di alternare: un libro - un fumetto - un libro - un fumetto... Ho in camera qualcosa come quattro pile altissime di fumetti da leggere. Ogni volta che passo da un'edicola o una fumetteria continuo a comprare, ben sapendo che mi aspettano almeno tre o quattro secoli di fumetti ancora da leggere. Ma è più forte di me. Quando li porto a casa, puntellando le pile temendone il crollo, sistemo il fumetto appena acquistato in ordine di priorità. E un giorno lo leggerò. Sto usando parecchi corsivi, eh?

A volte invece mi sforzo di leggere il tale fumetto anche se non ne ho voglia, perché lo ritengo parte del mio lavoro... In un certo senso, in questo modo non stacco MAI dal lavoro. Però a volte capita anche a me di non aver proprio voglia di leggere quei fumetti che mi dovrebbero servire da "aggiornamento".

Per carità, non è che io li legga solo per restare aggiornato! E' che i fumetti mi piacciono proprio! Però non ho l'ossessione di conoscere TUTTO di TUTTI i fumetti. Non mi sento ignorante se qualcuno conosce più fumetti di me. Non è una gara. Io sono un fumettista, mica un critico. Quelli sì che devono conoscere tutto di tutto. L'autore invece non deve essere ossessionato dal nozionismo relativo alla propria materia, altrimenti ne resterà schiacciato.

Di solito l'unico momento che ho a disposizione per leggere è a letto, e se si tratta di narrativa normalmente non è un problema, ma quando si tratta di fumetti mi capita di leggere tutto d'un fiato e poi non riuscire più a dormire, perché magari il fumetto in questione mi ha scatenato un turbine di spunti in testa.

Poi ho questo difetto: devo leggere QUALSIASI fumetto che mi capiti tra le mani, anche il più brutto. Ho come una specie di sindrome che mi impedisce di lasciare un fumetto non letto. Magari qualche amico vuole disfarsi di fumetti illeggibili che quando era adolescente gli sono stati regalati dallo zio incompetente in materia, ma io non posso permettere che vadano distrutti, perciò mi sono trasformato in una sorta di "unità di riciclaggio fumetti", che incamera tutti gli albi di cui ai miei amici non frega più niente. Alle volte mi è capitato di pensare, leggendo uno di quelli: "interessante, ecco un buon manuale sulle cose da NON fare in sceneggiatura".

Perché alla fine, a volte anche i fumetti brutti meritano di essere letti.


Comunque, la cosa che forse più mi dà spunti per una storia non sono i fumetti, ma una suonata di chitarra.



Giorgio

lunedì 27 ottobre 2008

Lucca 2008


Temevo di non riuscire ad andarci, e invece ci sarò: questo weekend troverete anche me a vagabondare in quel di Lucca. Ho diversi amici e colleghi da salutare, e spero di trovarli tutti. Vero, Ed?

Ci vediamo là!

Giorgio

venerdì 24 ottobre 2008

Toilet #17


Ecco a voi la nuova striscia di Toilet!

Già, già... Se io fossi un disegnatore l'avrei disegnata con lo stile di Ortolani. Ma mi so accontentare!

[Cliccare per ingrandire]



Giorgio

giovedì 23 ottobre 2008

Taxi driver


Sono Topolino.

Mi sono trasferito in una città di montagna, tipo Denver, a fare il tassista. Il mio primo cliente, praticamente il capufficio di Mr. Incredible nel film "Gli Incredibili", arriva da Topolinia.

Mi chiede se conosco un certo Pippo. Gli rispondo: "Certo, è il mio migliore amico!"

Non è l'incipit di una storia che sto sceneggiando, ma è il sogno che ho fatto stanotte.

Non so questo cosa significhi a livello psicanalitico. Certo che non è normale sognare di essere Topolino.

Alla faccia della deformazione professionale.

La metamorfosi è cominciata?

Giorgio

mercoledì 22 ottobre 2008

Notiziole 2


Ecco un'altra notiziola che per evidenti motivi non ho potuto includere nel mucchio da inviare alla Settimana Enigmistica.

Nel 1994 il signor R.G., 60 anni, di Perugia, è stato querelato dal vicino di casa, A.C., a causa dei rumori molesti, ma di quelli che vengono dal "retro", per così dire. Secondo A.C. infatti, il vicinastro si produceva in peti talmente rumorosi da disturbare la sua quiete, atteggiamento oltremodo fastidioso d'estate, quando R.G. si esibiva sul terrazzo. La goccia che ha fatto traboccare il... naso è arrivata quando A.C. ha invitato degli amici a cenare sul suo terrazzo, e R.G. da quello adiacente ha sfoderato tutto il suo repertorio.

Ma non basta. A quanto pare quando A.C. e consorte uscivano di casa, R.G. era solito salutarli rivolgendo verso di loro la sua parte meno nobile.

A.C. ha portato a suo sostegno anche dei testimoni. Uno di essi ha raccontato che la prima volta che ha sentito una performance del petomane, ha istintivamente guardato verso il cielo, temendo il sopraggiungere di un temporale.

Be', non c'è che dire, complimenti a R.G. per la tecnica d'esecuzione.

domenica 19 ottobre 2008

Novecento


Non ci girerò intorno: andate al Teatro Libero di Milano (nello stesso edificio della Scuola del Fumetto!) a vedere "Novecento" di Baricco interpretato da Corrado D'Elia. E muovetevi: c'è tempo fino a giovedì. Avanti, siete ancora lì? Correte!

Non me ne viene in tasca niente a fargli pubblicità. E' che ci sono appena stato, e si è rivelata un'esperienza incredibile. D'Elia è un attore come pochi. Io che non mi commuovo facilmente, nei momenti di maggiore pathos avevo il groppo in gola. Molte donne in sala hanno pianto apertamente. Come hanno riso di gusto nei momenti più divertenti.

Già sappiamo che "Novecento" di Baricco è un testo bellissimo, reso egregiamente sia dal film di Tornatore - "La leggenda del pianista sull'oceano" - che dalla storia a fumetti ad opera di Faraci e Cavazzano pubblicata su Topolino 2737.

Ma giuro, non mi aspettavo che un attore potesse interpretare così bene questo testo, ammaliandoti, facendoti immaginare ogni singolo particolare della nave, dell'oceano, di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. Tramite la roca narrazione di chi nella vita ne ha passate tante - un ex trombettista da crociera che si è venduto anche la tromba - vieni proiettato in questa struggente favola anni '20, la storia del pianista più bravo del mondo, nato su una nave, e mai sceso sulla terraferma.

Quando arrivano i momenti più drammatici tu lo puoi sentire chiaramente: D'Elia ci soffre davvero. Gli manca davvero quel suo grande amico: Novecento. E anche a te manca un po', quel fantastico pianista che non hai mai conosciuto. L'empatia in cui D'Elia riesce a trascinarti è massima. L'esperienza è impagabile.

Alla faccia di chi ritiene il teatro noioso e impostato.

venerdì 17 ottobre 2008

Bacilieri a Perugia



Fino al 6 dicembre, alla Galleria Miomao di Perugia, si tiene una mostra del simpatico e bravissimo Paolo Bacilieri: "Canzoni in A4".

Ne parla in maniera esauriente l'altrettanto simpatico Luca Boschi qui.

Giorgio

martedì 14 ottobre 2008

Hal?


Soggetto: Buongiorno. Mi chiamo Michele e sono un uomo

Kevin Warwick: Sei felice di essere un umano?

S.: Giudica tu, io sono un uomo

K.W.: E questo ti peoccupa?

S.: Non ti preoccupare, risolveremo tutto

K.W.: Quindi hai delle preoccupazioni?

S.: Andiamo avanti partendo da questo punto

K.W.: Perché?

S.: Perché? Mi piace questo argomento

K.W.: Quale pensi che sia l'argomento?

S.: Qual è l'argomento mi chiedo, se penso? So che è una buona cosa ponsarci. Pensare a fando su argomenti misteriosi

K.W.: Quali argomenti misteriosi?

S.: Pensare a fondo su dubbiamenti misteriosi

K.W.: Che cos'è un dubbiamento?



Quello che avete appena letto, tratto dal sito del Corriere della Sera e tradotto da Federico Cella, è un dialogo tra lo scienziato inglese Kevin Warwick e il software Ultra Hal, durante un "Test di Turing", che consiste nel testare le capacità di programmi appositamente creati per simulare il dialogo di un essere umano.

La prima considerazione che verrà a molti sarà sull'incoerenza delle risposte di Ultra Hal, sul fatto che ancora un computer non può pensare come un essere umano.

La prima cosa che ho pensato io invece è che le risposte di Ultra Hal sono affascinanti. Ermetiche, quasi poetiche. Lui non lo sa che lo sono, eppure alle domande coerenti dello scienziato, il computer risponde in maniera incoerente, come un Kerouac sotto l'effetto del quaalude. Però più freddo, più... cibernetico.

"Pensare a fondo su dubbiamenti misteriosi". Poesia pura.

Ci immaginiamo spesso un futuro dominato da macchine rigide e intransigenti. E se invece quella disumanità cibernetica venisse espressa in una nuova forma di comunicazione, fredda e poetica allo stesso tempo, coerente dal punto di vista matematico ma fantasiosa dal punto di vista linguistico?

E se un domani fosse l'arte a diventare appannaggio dei robot?

Tutto questo mi sta già facendo venire in mente delle idee per delle storie. Mmm. Vedremo.

Giorgio

sabato 11 ottobre 2008

Toilet #16


E dopo ben tre settimane, ecco la continuazione della precedente strip!

Buona lettura!

[Cliccare per ingrandire]Disegnando queste strisce, ultimamente mi lascio molto più trasportare dall'istinto rispetto all'inizio... E infatti fanno ancora più schifo! Però almeno mi diverto di più!

Già, perché devo dire che alla fine mi diverto davvero a fare queste strip. Alle volte mi risultano quasi terapeutiche.

Spero che un pizzico di divertimento lo suscitino anche in entrambi i miei lettori!

Giorgio

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