lunedì 30 dicembre 2013

Jules Verne su RaiGulp

La prima stagione de "Le straordinarie avventure di Jules Verne" è finita per quanto riguarda Rai 2, ma su Rai Gulp sono in replica addirittura tre volte al giorno: alle 17, alle 22.30 e alle 6.30.

Buona visione!

mercoledì 25 dicembre 2013

Buon Navale... cioè... sì insomma...

Chi mi conosce sa che ho un rapporto un po' conflittuale col Natale (un po' come quello che ha Zio Paperone nella mia storia Disney "Zio Paperone in fuga dal Natale").

Però voglio farvi ugualmente gli auguri, tramite questo breve e divertente video di Bruno Bozzetto.




lunedì 23 dicembre 2013

Sanò su Elle

Sul numero di ELLE attualmente in edicola trovate un articolo molto interessante scritto dalla mia amica giornalista Fiamma Sanò.

Racconta di come in 8 mesi è riuscita a dimagrire di 30 kg.

Un articolo molto interessante. Si potevano scrivere un sacco di banalità sull'argomento, e invece è riuscita a scrivere cose intelligenti, semplici ma profonde, sul perché decidere di fare un passo del genere, e sul viaggio interiore che questo comporta.

Vi consiglio di dargli una letta.

venerdì 20 dicembre 2013

Ho letto Unastoria


Ho finalmente letto "Unastoria" di Gipi. Ammesso che "letto" sia la parola giusta.

Guardato? Fruito? Vissuto?

Come dice anche il buon Ercolani in questa recensione, non sono mai stato un fan di Gipi, nel senso che lo apprezzavo ma non era certo il mio autore preferito.

Trovavo il suo acclamato LMVDM a tratti straziante, a tratti furbo.

Poi ho avuto modo di conoscere meglio Gipi, e la cosa che mi ha colpito di più è la sua onestà intellettuale. Il suo esporsi senza compiacersi, a differenza di molti autori che raccontano il proprio ombelico anche per esibizionismo.

E ora, Unastoria. Non so da dove cominciare, davvero.

Due vicende brevi, semplici, evanescenti, che si intrecciano in modo non scontato. Spiegare in maniera razionale di che cosa parla rovinerebbe il gusto poetico che mi è rimasto in bocca. A chi ancora non l'ha letto, dico solo che si parla di follia, si parla di Prima Guerra Mondiale, si parla di istinto di sopravvivenza.

Ma la storia narrata in sé è il meno, o meglio, è solo una parte.

Le tavole, signori. Le tavole.

Non sono mai stato uno che comprava un fumetto per i disegni. Sempre per la storia. Rarissimamente l'ho fatto per le illustrazioni, tipo Toppi, Zezelj, Rosenzweig.

Ma con Unastoria ho sperimentato l'ebbrezza di farmi emozionare semplicemente osservando le tavole. I colori, le atmosfere. Non sono bravo a parlare di disegni e non lo farò. Ma quegli acquerelli, leggendo il libro, tornano liquidi e si versano negli occhi fino all'anima.

Non so se sia un fumetto diverso dagli altri o sono io che sono maturato rispetto a quando compravo i fumetti solo per le storie e non per la qualità dei disegni.

Magari capita anche a voi, mi è successa quella cosa per cui mentre leggi, sfogli le pagine e intanto ti dici "Non così veloce, stupido! E' troppo bello per finirlo in fretta!". Quando l'ho chiuso, però, sapevo di poter contare sulla sua presenza a portata di notti insonni. Perché non lo riporrò tanto presto in libreria. Hai la bellezza sul tuo comodino, non la archivi tanto presto.

Unastoria è un'esperienza autunnale. Per colori, per tematiche. L'autunno di un'epoca storica, della vita di una persona, della carriera di un artista. Il momento in cui le foglie cominciano a diventare gialle e il cielo plumbeo, ma checché se ne dica, nascono i frutti più buoni.

E questo è tutto ciò che ho da dire.


Ah, pare che l'abbiano candidato al Premio Strega. Non so. Se vincesse ne sarei contento, ma non mi convince.

Per me Unastoria è qualcosa di più di un romanzo.


mercoledì 18 dicembre 2013

Nomi dei personaggi


Quando scrivendo una storia devo inventare un personaggio, spesso faccio una ricerca sui significati dei nomi, perché vorrei che non solo il suono della parola, ma anche l'etimologia si adatti al carattere del personaggio.

Il problema, di solito, è nel dare i nomi ai personaggi negativi. Perché 99% dei nomi hanno ovviamente un significato positivo: nessuno chiamerebbe il proprio figlio Malvagio o Carogna.

L'unica soluzione che ho trovato finora è stata, oltre a smetterla di farmi tante pippe mentali e scegliere semplicemente nomi con un suono interessante, anche la scelta di significati aderenti alla percezione che tali personaggi hanno di sé.

Ad esempio, se si tratta di un personaggio megalomane e auto-referenziale, sceglierò nomi dai significati altisonanti tipo re, imperatore, condottiero, colui che è giusto, mandato da Dio, eccetera.

In questo modo cerco di comunicare, in maniera latente, il mondo interiore anche del personaggio negativo.


giovedì 5 dicembre 2013

Educare alla narrazione


Recentemente mi è capitato di fare degli incontri sula narrazione con ragazzini di prima media.

Di solito negli incontri parlo di fumetti o di sceneggiatura, ma in questo caso si parlava di narrazione in generale, e abbiamo anche inventato una storia insieme.

E una volta di più mi sono reso conto di una cosa in sé piuttosto banale ma a cui pochi pensano, cioè di quanto importante sia educare i ragazzi alla narrazione. Non è un lusso, è una necessità per la formazione di una persona.

Perché imparare ad analizzare e a raccontare una storia significa capire il mondo esterno e saper raccontare il proprio mondo interiore.

Significa imparare a spiegare e a spiegarsi.

Perché capire come si struttura una storia, mettendo nel giusto ordine gli eventi importanti ed eliminando tutto ciò che è superfluo, significa aiutare gli altri a capirti, in qualsiasi ambito.

Se devo fare una denuncia in Polizia e devo spiegare come sono avvenuti i fatti. Se devo fare un colloquio di lavoro e spiegare in poche parole qual è la mia storia professionale. Se voglio far capire a una ragazza che mi piace quello che ho dentro senza che questa si suicidi per noia. Se devo spiegare a un idraulico/elettricista/tecnico pc qual è l'inconveniente da aggiustare e come è avvenuto il guasto.

Saper raccontare una storia significa avere una forma mentis condivisa e condivisibile. Per quanto complessi possiamo essere dentro, ci sarà sempre un modo per raccontarci.

Sempre che qualcuno ce l'abbia insegnato.


Immagine: © 1970 Gail E. Hailey


giovedì 28 novembre 2013

Sabato: Jules Verne

Questo sabato mattina alle 7:45 su Rai 2 andrà in onda un'altra puntata delle Straordinarie avventure di Jules Verne sceneggiata dal sottoscritto.

Ecco il trailer!



Buona visione!


lunedì 25 novembre 2013

Bufo Artibani

L'omaggio mio e di Donald Soffritti all'amico e collega Francesco Artibani, ispirato al mitico Omino Bufo, creato da Alfredo Castelli e di cui Francesco è stato valido autore.

mercoledì 20 novembre 2013

Alto...?

- Hai finito quella sceneggiatura?
- No, sono in alto mare. Oddio, non proprio in alto mare, diciamo in alto...
- ...lago?
- No, nemmeno, diciamo tipo un fiume.
- Un fiume come il Po? Sei in alto Po?
- No, un pochino più piccolo. Tipo il Ticino, il Tevere...
- L'Adige?
- Ecco, sì. L'Adige.
- Ok.
- Sono in alto Adige.

lunedì 18 novembre 2013

Come il maestro

Spesso c'è l'erronea convinzione che se hai avuto un determinato maestro, le tue opere saranno stilisticamente simili alle sue. Che se hai avuto un insegnante di chitarra, la suonerai come lui. Se hai avuto un insegnante di scrittura, scriverai come lui.

Per fortuna spesso non è così, o almeno non quando si tratta di autori che abbiano un minimo di personalità. Per quanto riguarda la scrittura, dai 22 anni ai 27 ho avuto qualcosa come sette insegnanti, senza contare le varie lezioni singole o i vari mentori che mi hanno insegnato qualcosa senza che si trattasse di vere e proprie lezioni. Da ognuno di loro ho imparato qualcosa e ho cercato di (ap)prendere il meglio.

Per fortuna, sono abbastanza certo di scrivere diversamente da come scrive ognuna di queste persone.

Il lavoro di un insegnante è darti gli strumenti del mestiere, spiegarti come dire quello che hai da dire. Ma quello che hai da dire ce l'hai tu e tu soltanto. SE hai davvero qualcosa da dire, chiaramente.

Io sarò per sempre riconoscente nei confronti di colleghi più esperti di me che mi hanno insegnato questo bellissimo mestiere. Ma so anche che la mia voce è diversa, che il cosa e il come lo decido in base al mio personale gusto. Un gusto che si è formato indipendentemente da tutto e tutti.

Perché nessun insegnante vorrebbe che tu diventassi una sua brutta copia.

giovedì 14 novembre 2013

Atmosfera

Ho sempre avuto pochissima memoria. Sono capace di rileggere tre volte un romanzo e ciononostante pochi giorni dopo non ricordare quasi niente della trama. Mi è successo più volte di vedere un film convinto di non averlo mai visto e di accorgermi a metà che l'avevo effettivamente già visto.

D'altro canto, conservo sempre in me l'atmosfera di una storia. Si tratta di un insieme complesso e non facilmente spiegabile di sensazioni che una determinata vicenda o determinati personaggi mi provocano. Qualcosa che passa attraverso canali non razionali e che attingono direttamente dal mio vissuto emotivo.

Per questo, sono sempre molto attento all'atmosfera che cerco di conferire a una storia. Il ritmo, la sequenzialità delle vignette, il tono dei dialoghi... Un insieme complesso di cose che creano un'atmosfera e che hanno poi un riscontro sul lettore. Molto spesso una storia ci piace o meno indipendentemente dai singoli aspetti tecnici, ma soprattutto in base alla "risonanza emotiva" che ha in noi.

Ed è per questo che mi arrabbio molto quando rileggo una mia storia e mi rendo conto di non essere riuscito a comunicare l'atmosfera che avevo in mente. Questo succede un buon 80% delle volte. A volte mi rendo conto che è tutto giusto, niente buchi di sceneggiatura, dialoghi chiari, magari brillanti, eccetera. Eppure. Eppure quell'atmosfera lì, quella che avevo proprio in mente, raramente viene fuori come vorrei.

Alcune delle poche storie in cui mi sembra di esserci riuscito sono "Paperinik e l'amore nell'oblio" su Topolino e "Roxanne", il quarto numero di LAW.

Poi magari è solo un mio cruccio, magari le emozioni che cerco di comunicare arrivano quasi sempre al lettore.

Detto questo, sono contento di non essere quasi mai soddisfatto di quello che scrivo.

lunedì 11 novembre 2013

Gagnor vs Andolfo

Il collega sceneggiatore e amico Roberto Gagnor ha intervistato per il Post la bravissima Mirka Andolfo, autrice del fumetto "Sacro/Profano", che contiene un mio contributo (oltre a uno di Roberto e molti altri).

L'intervista invece di essere semplicemente testuale è a fumetti, il che la rende molto meno monotona della media delle interviste.

Vi consiglio di leggerla.

La trovate cliccando qui:
http://www.ilpost.it/robertogagnor/2013/11/08/intervista-mirka-andolfo/

Buona lettura!



venerdì 8 novembre 2013

mercoledì 6 novembre 2013

Sacro/Profano is out

A Lucca Comics, "Sacro/Profano" di Mirka Andolfo ha venduto più di 1500 copie in 4 giorni. Un risultato notevole.

Siccome è probabile che vada esaurito, vi consiglio di affrettarvi ad accaparrarvelo in fumetteria, oppure su Amazon, a questo link.

Così potrete godervi le tavole del divertente fumetto di Mirka, tra cui una scritta dal qui presente me medesimo.

Buona lettura!


lunedì 4 novembre 2013

Ha vinto Saga

LAW non ha vinto il Gran Guinigi, ma poco male: perdere contro "Saga", la serie che forse attualmente appassiona più lettori nel mondo e che ha ricevuto i premi più importanti (tra cui il prestigioso Eisner Award), è sicuramente una sconfitta onorevole.

E' stata comunque una bella soddisfazione essere finalisti e giocarsela contro un simile "gigante".

Congratulazioni quindi a Brian K. Vaughan , Fiona Staples e naturalmente a BAO Publishing per questo premio senz'altro meritato.


mercoledì 30 ottobre 2013

Sgargabonzi live a Lucca

Di Alessandro Gori, folle e arguto (non mi va di usare l'abusato "geniale") autore del blog Lo Sgargabonzi e del libro "Le avventure di Gunther Brodolini" ho già parlato in precedenza.

Se siete interessati, il Gori si esibisce (cioè: legge la sua roba, niente nudità gratuita) sabato 2 novembre a Lucca Comics.

Trovate tutte le info CLICCANDO QUI.


martedì 29 ottobre 2013

Badass: viral e credibilità del virulento


Vorrei rispondere a un paio di persone, tra cui l'amica Anna Bernasconi , che mi facevano notare che a differenza di una bufala, il viral di cui si è recentemente discusso è stato creduto da chi mi segue proprio perché segnalato come esperienze dirette, di "vita vissuta". Sono d'accordo fino a un certo punto.

Il meccanismo per cui una bufala viene condivisa sui social network funziona proprio perché qualche nostro amico di cui ci fidiamo l'ha appena condivisa. Se ci crede lui, perché non dovrei crederci io? E' un meccanismo da pecoroni che ci hanno inculcato perché noi si faccia i bravi, perché si vada ordinatamente a messa o a votare. "Se ci crede mio padre/marito/amico perché non dovrei crederci anch'io?", e via così in una catena di non-pensanti.

Questo meccanismo chiaramente è più amplificato quanto più è credibile e/o celebre il personaggio che divulga la notizia. Io sono più credibile che celebre, ma ci sono personaggi che sono ampiamente entrambe le cose. La stessa affermazione fatta da me o da Beppe Grillo non hanno la stessa valenza. E' un meccanismo che praticamente dà a persone come - ad esempio - Papa Bergoglio  o Obama il potere di dire praticamente qualsiasi cosa e far credere che sia vero.

Sembrerò anarchico, ma io parto sempre con questo presupposto: dubita. Dubita sempre e di tutti, anche dei più grandi. Fatti delle domande. Non ti allineare.

Se questo significa che dovete dubitare anche di me (che non son nessuno), non c'è problema. Rifletteteci sempre sulle cose che vedete in internet, in tv, sul giornale. L'importante è pensare con la propria testa.




lunedì 28 ottobre 2013

Badass: un viral, o come sceneggiare la vita reale

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (Mark Twain)

Bene, torniamo sulla vicenda del viral circa le Palestre Breakout orchestrato dal collettivo Dr.Ink per pubblicizzare il volume "BADASS", in uscita a questa Lucca Comics.

Eravamo rimasti al fatto che NON ho mai ricevuto una borsa Breakout, ma sono stato contattato dagli amici di Dr.Ink che mi hanno chiesto di supportare il loro viral.

Premetto che non sono un esperto di webmarketing e che probabilmente le mie considerazioni risulteranno ingenue o elementari a uno del mestiere. Ma mi interessa riportarle nero su bianco, un po' come appunti personali, un po' per spiegare a chi mi legge che cosa ho osservato dell'esperienza.

Ero abbastanza riluttante in un primo tempo, perché sono uno che detesta dire balle. Non lo faccio mai, non mi piace per nulla, e chi mi conosce lo sa bene. Mi "batto" continuamente contro le bufale che girano specialmente su Facebook. Poi però ho deciso di prenderlo come una sorta di "esperimento sociale", e mi ci sono buttato, divertendomi non poco. Ho provato a immaginare come avrei reagito se davvero avessi ricevuto quella borsa e quella lettera, poi il mestiere da sceneggiatore ha fatto il resto. Ho provato a capire come funziona una "bufala" standoci "dentro" (pur essendo un viral diverso da una bufala - perché diverso è l'obiettivo - le due cose condividono alcuni aspetti).

Mi è sembrato interessante partecipare al viral perché ho potuto fare alcune osservazioni su come ognuno di noi reagisce a certe notizie.

Prima di tutto voglio dire a coloro che ci sono cascati: non sentitevi scemi, o ingannati. Io ci sarei cascato, e non sono uno che si beve facilmente le bufale, anzi, sono piuttosto scettico. Chi mi segue (blog, Twitter, ma soprattutto Facebook) lo sa bene.

Anzi, credo che proprio il fatto che io tenda spesso a sbugiardare le bufale abbia fatto di me il perfetto divulgatore insospettabile. Se ci crede lui - avranno pensato quelli che mi leggono - probabilmente è vero.

Ecco quindi che crearsi una solida base di credibilità può essere utile per chi voglia in un secondo tempo far credere quello che vuole alle altre persone. E qui mi viene da pensare a molti personaggi politici che hanno tanto séguito.

Un meccanismo molto interessante che ho potuto osservare divulgando il viral (e mettendoci del mio con particolari fantasiosi) è che in un primissimo tempo, alcuni piuttosto sgamati hanno commentato dicendo che era di sicuro una trovata pubblicitaria provocatoria. Si trattava di fumettisti o professionisti della comunicazione che conoscono bene certi meccanismi. Sono però poi arrivate a commentare altre persone "comuni", non del mestiere, che invece hanno creduto subito al fatto della tessera, della borsa e della lettera mandate da questa fantomatica palestra.

L'arrivo di questi commenti così convinti ha curiosamente "zittito" gli scettici, e da quel momento anche persone sgamate sulla comunicazione hanno tendenzialmente creduto alla "bufala". E di nuovo mi viene da pensare a certi movimenti politici, alla figura degli "influencer".
Nel mio caso erano totalmente inconsapevoli, ma hanno avuto la funzione di "catalizzatori": hanno notevolmente accelerato la "reazione chimica".

I più scaltri però sono stati alcuni che hanno mantenuto una posizione di equidistanza, commentando con delle battutine ma senza fare capire chiaramente se ci credevano o no. Probabilmente stavano "alla finestra". Magari capivano che c'era sotto un viral e non hanno voluto "rompere il giocattolo". L'ho molto apprezzato.

Detto questo, il picco di credibilità/credulità è arrivato quando ho finto di aver parlato con il portinaio. Questo viral aveva il problema di aver girato molto solo tra fumettisti. Palestra e fumetti non c'entrano niente, quindi il tutto aveva un basso "coefficiente" di credibilità. Bisognava sviare l'attenzione e far credere che le borse erano arrivate anche a gente "qualsiasi". Così ho scritto su Facebook che avrei chiesto al portinaio se nel condominio erano arrivati altri pacchi come il mio.

Dopo un paio d'ore ho riscritto su Facebook dicendo che sì, il portinaio mi aveva detto che erano arrivati altri DUE pacchi uguali, ma che per questioni di privacy non poteva dirmi a chi. Ho voluto aggiungere questa nota di realismo, una variazione nello schema troppo rigido di un viral. Altri due pacchi, non a tutti i condòmini. Sarebbe sembrato poco realistico (solo Berlusconi ha i soldi per mandare un libro a tutti gli italiani). E il portinaio non mi ha detto i loro nomi, sarebbe stato poco realistico anche sapere esattamente a chi erano stati mandati. Qualcuno ha giustamente obiettato che i portinai di solito non rispettano molto la privacy, ma ho chiuso l'argomento dicendo che è straniero (e almeno questo è vero). Non so bene che cosa significasse, era una battuta, ma è bastata per sviare ancora una volta l'attenzione dai punti deboli della balla.

Be', questa dichiarazione del portinaio e delle altre due borse, ha conferito un realismo alla cosa per cui nessuno più ha osato mettere in dubbio la faccenda. Interessante. La balla più grossa di tutte è ciò che ha reso il tutto più credibile. Avevano ragione Hitler e Goebbels, a tal proposito.

Ed è in fondo una lezione che ho imparato da Tarantino. Ne "Le iene", il detective Holdaway insegna a Freddy/Mr. Orange come si diventa un infiltrato.
Come si impara a vivere nella menzogna. Gli fa inventare una storiella da gangster, tipo che lui era una volta imbottito di droga in un bagno pubblico e di colpo si trova due poliziotti davanti. Un aneddoto da raccontare a quelli della banda su cui stanno indagando, per farsi accettare e riconoscere come gangster. Il detective Holdaway spiega a Freddy che non basta raccontare la storiella. Che deve arricchirla di particolari. Deve sapere ogni cosa di quel bagno in cui era, se qualcuno aveva fatto dei bisogni troppo puzzolenti eccetera (versione censurata). Questa è la lezione di sceneggiatura di Tarantino: se inventi una storia non basta, perché sia realistica devi sapere tutti i particolari, anche quelli che non racconterai. Ho applicato questo ragionamento al viral e ho in sostanza fatto una "sceneggiatura" della vita vera.

E dopotutto è un po' quello che viene mostrato in "The Truman Show": perché Truman viva in una continua menzogna, bisogna costruirla bella grande e particolareggiata. Con tutte le balle che si leggono in internet, e con la continua sensazione di essere osservati in ogni nostro click da software di analisi di mercato, l'impressione è che ognuno di noi viva il suo Truman Show, qui, ora.

Mi viene in mente anche un altro film, che amo, "Big Fish" di Tim Burton, in cui il protagonista è un grandissimo bugiardo. E alla fine diventa molto sottile il confine tra il grande bugiardo e il grande narratore.

Nota a margine: non sarebbe mai stato credibile se io, come magari hanno fatto altri, avessi condiviso con entusiasmo le cose delle "Palestre Breakout". Chi mi segue e mi conosce sa che non ho affatto il culto della violenza, anzi. Sarebbe suonato subito falso se avessi parlato con divertito entusiasmo di Breakout. Così ho pensato di esagerare un po' la reazione che potrei aver avuto se davvero avessi ricevuto la borsa e tutto il resto. Ho fatto l'indignato (il che non mi capita raramente, nella vita vera). E ho sperimentato che l'indignazione è uno dei più potenti veicoli tramite cui viaggia una bugia. Interessante anche la strategia della Melaranci che ha puntato sulla preoccupazione di una truffa che la obbligasse a pagare qualcosa.


Comunque, non dovete prendervela se vi siete sentiti raggirati: avete inconsapevolmente partecipato a un gioco, a un esperimento sociale.

Coloro che hanno creduto ai miei post evidentemente si fidano di me, e di questo li ringrazio. D'ora in poi riprendo a perseguire la "via della verità", tranquilli. La cosa più importante è che ora ho più chiari alcuni meccanismi che fanno divulgare un viral, una bufala, ma anche - molto più importante - lo stesso consenso politico.

Ho cercato di spiegarvi questi meccanismi come li ho osservati, nel piccolo dei miei 2500 contatti su Facebook. Speriamo, la prossima volta che vogliono farci credere qualcosa, di essere pronti e reattivi, e non fermarci alla superficie.

Quanto al viral, mi hanno chiesto: è servito? Ha avuto l'efficacia sperata? Non lo so. Bisognerà vedere a Lucca come andranno le vendite di "Badass".

Quando la menzogna si accorda con il nostro carattere diciamo le bugie migliori. (Friedrich Nietzsche)


E ora... it's time to BREAKOUT!



sabato 26 ottobre 2013

Precisazione


Per chi se lo chiedesse: no, non sono stato pagato da Dr.Ink per partecipare al viral di Badass né sono direttamente coinvolto nel volume.

L'ho fatto unicamente per stima nei confronti di un collettivo di illustratori che:
- sono bravissimi
- si autoproducono prendendosi tutto il rischio d'impresa
- curano moltissimo i loro prodotti
- si fanno il mazzo e ci mettono un sacco di passione.

A tra qualche giorno per il reseconto completo dell'esperienza.


venerdì 25 ottobre 2013

Breakout: un viral

E va bene, lo confesso: tutta la faccenda delle Palestre Breakout era un viral.
Non una bufala eh, un viral.

Ideato dai pazzoidi del collettivo di illustratori Dr.Ink, serviva a pubblicizzare l'imminente uscita del volume "BADASS, il primo periodico di lifestyle borderline".


Maggiori info sulla loro pagina Facebook:
https://www.facebook.com/DrInk.ManiacDivision/posts/602335699824083 

Si tratta di un volume curatissimo, misto di fumetto disegnato da dio e articoli deliranti (ho potuto dargli una scorsa in anteprima), una chicca di quelle a cui ormai quelli di Dr.Ink ci hanno abituati.

E quindi sì, lo ammetto. NON ho mai ricevuto una borsa Breakout né tantomeno la tessera.

Semplicemente, sono stato contattato dagli amici di Dr.Ink insieme ad altri colleghi, e mi è stato chiesto di partecipare al viral.

Nel prossimo post, vi racconto tutto. E' stata un'esperienza interessante.


giovedì 24 ottobre 2013

Dr.Ink + Breakout = Badass

Ok, ora si possono scoprire le carte.

Ecco il comunicato di Dr.Ink:

Finalmente il riserbo può essere sciolto: Dr.Ink ha collaborato con Breakout (http://www.breakoutgym.com/) per la realizzazione di BADASS, il primo periodico di lifestyle borderline.

Chiamato amichevolmente il Men's Health dei Deviati, Badass è il compagno ideale per chiunque voglia vivere al massimo, al di sopra delle regole imposte e liberando i propri istinti.

Nei prossimi giorni pubblicheremo ulteriori dettagli.

It's time to BREAKOUT!


mercoledì 23 ottobre 2013

LAW e il Gran Guinigi?


La miniserie LAW, che ho creato insieme a Davide Caci e Fabiano Ambu per la Star Comics, ha passato la prima selezione ed è in lizza per vincere il premio Gran Guinigi, che verrà assegnato venerdì 1 novembre durante il Lucca Comics & Games.

Che dire. Le altre serie in gara sono di grande rilievo, quindi ne sono contento a priori. Incrociamo le dita e speriamo in bene!


lunedì 21 ottobre 2013

Ottokin e BreakoutGym

Aggiornamento sul caso delle misteriose palestre Breakout.

Scopro che l'ottimo Paolo "Ottokin" Campana è fra quelli che hanno ricevuto tessera e borsa delle palestre Breakout, e da bravo blogger ha pensato di intervistarne il proprietario.

E qui l'inquietudine, invece di diminuire, aumenta.

Leggete l'articolo cliccando qui:
bloggokin.it/2013/10/21/il-caso-breakoutgym-e-il-misterioso-dr-kurz

Buona lettura.

venerdì 18 ottobre 2013

Breakout

Per una volta scrivo un post di carattere personale, ma è che sono un po' inquietato.

Giorni fa, mi è arrivata per posta la tessera di quella che sembra una catena di palestre dal nome Breakout. Non ho idea di come abbiano avuto il mio indirizzo, ma pensavo fosse pubblicità a tappeto.

Non sono tipo da palestra e ho direttamente buttato la tessera.

Stamattina, però, mi è arrivata questa borsa, mandata sempre dalla stessa catena:
 
Dentro, c'era una lettera che mi invitava all'imminente apertura delle palestre Breakout, e soprattutto - udite udite - a partecipare al corso di "Stimolazione della rabbia".


Ora:
1. Io non ho mai avuto contatti con questi tizi.
2. Non so che cosa sia Breakout.
3. Mi sembrano completamente pazzi.

Ho anche trovato il sito: www.breakoutgym.com.

Mi sembrano da manicomio.

Qualcuno sa illuminarmi?

lunedì 14 ottobre 2013

Lucca - 3 novembre

Domenica 3 novembre non perdetevi questo incontro all'interno di Lucca Comics!

Domenica 3 novembre
14.00 - 15.00 S6 - Sala dell'Oro - Camera di Commercio
Le Straordinarie Avventure di Jules Verne | Presentazione Editoriale Incontro con il team che ha dato vita al nuovo cartone animato in onda da metà settembre su RAI 2. Dalla serie dell'anno, prodotta da RAI FICTION, LUX VIDE e Musicartoon, parte un progetto di comunicazione multipiattaforma, fatto di App, videogiochi, merchandising, narrativa e naturalmente fumetti, diretto da Lynx Multimedia Factory. Tra i relatori Niccolò Dal Corso - produttore artistico - Enrico Paolantonio - regista - e Sabrina Callipari - produttore esecutivo. Ospiti Claudio Sciarrone, Stefano Ambrosio e Francesca Romana Puggelli, autori della serie, e Francesco Artibani, sceneggiatore. La prima stagione di 26 episodi (la seconda è già in lavorazione) racconta di un giovanissimo Jules Verne coinvolto nelle incredibili avventure di cui racconterà nei suoi romanzi molti anni dopo.
Relatori: Niccolò Dal Corso, Enrico Paolantonio, Sabrina Callipari, Evelina Poggi, Mauro Uzzeo.

Sacro/Profano booktrailer

Beccatevi il bel booktrailer di "Sacro/Profano", con la voce del mitico Fabrizio Mazzotta!



venerdì 11 ottobre 2013

The Unseen

Si possono fare grandi cose anche con un budget limitato, quando la ricchezza è dentro la testa di chi crea?

Si può fare poesia per immagini?

La strada aperta molti anni fa da Bruno Bozzetto ci dice di sì.

Una strada che stanno percorrendo Fabio Bozzetto e Diego Zucchi insieme a Studio Bozzetto &Co.

 



mercoledì 9 ottobre 2013

Pennuti spennati?

Quest'estate mi trovavo in un negozio di animali in Trentino, per comprare il cibo per la mia gatta.

La mia attenzione viene però attirata da un suono curioso.

Questo:



Non vi ricorda qualcosa?




giovedì 3 ottobre 2013

Gibilterra

Se volete vedere la puntata sceneggiata da me de "Le straordinarie avventure di Jules Verne" andata in onda su Rai 2 domenica scorsa, non dovete far altro che CLICCARE QUI!

Buona visione!

martedì 1 ottobre 2013

lunedì 30 settembre 2013

Disney BIG #66

Su Disney BIG #66 di ottobre 2013 distribuito in edicola potrete trovare la ristampa della storia "Toplino e il Preistoriclub", disegnata da Roberto Vian e uscita su Topolino nel 2008.

Grazie a Francesco Gerbaldo per la segnalazione.

Buona lettura!



sabato 28 settembre 2013

Jules Verne - Gibilterra: Promo

Ecco il promo della puntata de "Le straordinarie avventure di Jules Verne" sceneggiata da me e diretta da Enrico Paolantonio che andrà in onda domattina alle 8:00 su Rai 2.

Buona visione!




martedì 24 settembre 2013

Domenica 29 settembre: Jules Verne!


Questa domenica 29 settembre, su Rai Due, ore 8:00 di mattina, potrete vedere una puntata de "Le straordinarie avventure di Jules Verne" sceneggiata dal sottoscritto, intitolata "Gibilterra".

Sono molto curioso di sapere com'è il prodotto finale delle mie fatiche, perciò sarò davanti alla tv, come spero anche voi.

Buona visione!


lunedì 23 settembre 2013

Heavy Metal Gordon Link

A proposito del post su fumetti e musica di qualche giorno fa.

Nei primi anni '90 c'era questo fumetto bonellide pubblicato dalla Dardo, "Gordon Link". Una serie horror. Era bella? Credo di sì. Non me lo ricordo. Avevo tre numeri e sono passati vent'anni. E' comunque servita a far conoscere l'autore, Gianfranco Manfredi, attualmente uno dei migliori sceneggiatori in forze alla Bonelli.

C'era un numero in particolare che non potevo perdere. Era lo speciale "La villa dei suicidi" di luglio 1997 (grazie, Google!), cui era allegata una cassetta, questa:


Io avevo quasi 14 anni, da due o tre mi ritenevo un rockettaro, e l'idea che si potessero unire le mie due passioni (il rock e i fumetti) mi esaltò parecchio.

All'epoca ero appassionato di Aerosmith, Red Hot Chili Peppers, Kiss e vari gruppi hard rock. Ancora non avevo esplorato le lande del metallo, e questa cassetta fu un primo importante passo in quella direzione. La stessa foto che vedete qui sopra l'ho scattata personalmente semplicemente tirando fuori la vecchia cassetta dalla mia libreria, dove conservo le (poche) cassette originali.

Qualche anno dopo mi resi conto che la tracklist della cassetta era un po' un'accozzaglia di pezzi neanche tutti davvero heavy metal, ma all'epoca mi piaceva un sacco (e alcune di quelle canzoni mi piacciono ancora).

Ecco la fantastica tracklist:

Lato A
1. GIPSY ROAD (Cinderella)
2. HUNGRY FOR HEAVEN (Ronnie James Dio)
3. DEVIL'S PLAYTHING (Danzig)
4. SEASONS IN THE ABYSS (Slayer)
5. MONEY (Stage Dolls)

Lato B
1. SEX ACTION (L.A. Guns)
2. ALL WE ARE (Doro & Warlock)
3. DEVIL'S TOY (the Almighty)
4. DISCIPLES OF HELL (Yngwie J. Malmsteen)
5. REBEL READY (Victory)

Non ce n'era una che non mi piacesse, a eccezione forse di quella degli Almighty, che non mi hanno mai esaltato. La ascoltavo a tutto volume nella mia cameretta in montagna, facendo disperare i miei genitori.

Ricordo che pensai che "quelli" di Gordon Link avevano trovato l'uovo di Colombo: dare una colonna sonora al loro fumetto. Tuttora uno dei ricordi migliori che ho a proposito dei fumetti.

Vi lascio quindi con una delle mie canzoni preferite della compilation: "Disciples of Hell" di Malmsteen, in cui cantava un giovanissimo Jeff Scott Soto, che divenne uno dei miei cantanti preferiti.

Buon ascolto!


venerdì 20 settembre 2013

Bonvi dixit


Quando scrivi devi essere responsabile, non puoi fare le cose con leggerezza. Chi va in edicola o in libreria e compra un tuo lavoro ti sta scegliendo; sta scegliendo una parte di te, e tu devi essere onesto, e dare il meglio. Chi ti legge merita rispetto.
[ Bonvi ]

So che Panini pubblicherà dei volumi dedicati, oltre che a Lupo Alberto e a L'Omino Bufo, anche a Cattivik.

Non me li devo far scappare.


P.S.: Non vi sembra che nella foto lassù Bonvi somigli a Jack Torrance?

mercoledì 18 settembre 2013

Sacro/Profano su Amazon

E' già possibile prenotare su Amazon "Sacro/Profano", il fumetto di Mirka Andolfo pubblicato da Edizioni Dentiblù.

Ve lo consiglio per due motivi:
- E' divertente.
- Contiene una tavola sceneggiata dal sottoscritto. O scritta dal sottosceneggiato. O sottoscritta dallo sceneggiato. O...

Ok. Ecco il link per prenotarlo:
http://www.amazon.it/dp/8889786434/

E buon divertimento!

lunedì 16 settembre 2013

Le avventure di Gunther Brodolini

Era una bambina bruttissima, ma che però era considerata bellissima perché aveva una massa tumorale a forma di bimba bellissima. Gisella lo dette in adozione a una ditta che non poteva avere figli, la Simmenthal.


Ho ricevuto in anteprima il libro di Alessandro Gori, blogger dello Sgargabonzi, uscito a luglio.

L'ho letto quasi subito. Perché quindi ne parlo solo ora?

Non so. Il libro mi ha in parte divertito, in parte turbato, in parte infastidito. Avevo bisogno di rifletterci.

"Le avventure di Gunther Brodolini" non è un romanzo, è più una raccolta di episodi cui il protagonista è sempre Gunther, un bambino per così dire problematico.

Molti l'hanno definito un libro comico, dicono che fa ridere. L'ha detto perfino il prode Cajelli, che se ne intende parecchio.

A me però non ha fatto ridere. Più che altro mi ha fatto orrore.

Non che sia scritto male, eh. La scrittura del Gori è inesorabile, è un bisturi e ti tira fuori i tumori che non pensavi di avere.

"Le avventure..." è una sorta di assurdo viaggio lisergico all'interno della psiche collettiva, ma è un tunnel degli orrori.

I temi più ricorrenti sono lo stupro, la pedofilia, l'incesto, le malattie, la tortura. Un orrore raccontato tramite i meccanismi dell'umorismo, e certo, in alcuni punti mi ha anche fatto sorridere. Non è comico, è grottesco, piuttosto.

Il Gori è uno scrittore enigmatico. Come già detto su questo blog, riesce a penetrare nelle pieghe e nelle piaghe della coscienza collettiva, dei luoghi comuni, delle frasi fatte e della comunicazione col pilota automatico. E' inesorabile, non si ferma davanti a niente. E' come uno che scoppia una pustola sulla schiena della società, e questa pustola è una fonte inesauribile di pus, e il Gori non si ferma mai. Continua a schiacciare, e ci annega tutti in un un'orgia di pus.

Alle volte però, è troppo. Lui continua a schiacciare questa pustola e a dirci: vedete? Vedete quanto facciamo schifo? Capita però che uno pensi: ok, basta, lo so che facciamo schifo. Ho bisogno anche di qualcosa di costruttivo. Può esistere anche qualcosa di pulito in questo mondo, ma se lo cercate è inutile che vi rivolgiate al Gori.

Perché il Gori è uno scrittore che ha orrore di se stesso. Ci svela l'orrore della quotidianità, della normalità, della vuotezza dell'esistenza. Ci sembra dire: la vita è vuota, allora tanto vale riempirla di merda.

Il Gori prende i luoghi comuni che gli fanno orrore e ci incarta l'orrore vero, quello della tortura, della malattia, della pedofilia. Nei suoi scritti, ogni volta che apriamo la confezione delle frasi fatte da ascensore o da attesa dalla parrucchiera, troviamo un arto mozzato, una pozza di vomito, qualsiasi cosa possa fare schifo. E in maniera pavloviana, finiamo per avere orrore degli stessi luoghi comuni. Questo pare il suo intento, ma il gioco tende a mostrarsi logoro. Funziona, ma oltre un certo limite, sembra che il Gori si limiti a crogiolarsi nella stessa melma perversamente sociale che gli fa orrore. Mentre gli altri in questa melma ci sono immersi senza accorgersene, il Gori ci fa i tuffi, le bolle, le costruzioni. Insomma, lui la melma in cui stiamo forse vuole solo mostrarcela, non è che vuole ripulirci.

Tutti ogni tanto abbiamo pensieri orrendi, a volte abbiamo schifo di noi stessi. Credo che in fondo sia sano. Nessuno di noi è puro al 100%. Ma il Gori ha talmente orrore di  questa impossibilità di purezza, che produce più sporcizia possibile. Ha orrore dei propri pensieri, e allora li esercita fino alle estreme conseguenze.

Un esercizio a volte utile, a volte fine a se stesso. In questo momento mi viene in mente la "Merde d'artiste" di Piero Manzoni.

Insomma, il Gori va preso a piccole dosi, perché può essere estenuante.

Ma il suo blog va seguito, ogni tanto. Il suo libro vale la pena di leggerlo. Lo trovate su Amazon a meno di 7 euro.

Perché se il Gori non è certo tutto quello di cui possiamo aver bisogno quando cerchiamo letteratura e/o intrattenimento, di un Gori c'è comunque bisogno nel mondo.

Come c'è bisogno dei pipistrelli, che seppur brutti si mangiano le zanzare.

martedì 10 settembre 2013

Jules Verne dal 14 settembre!

Finalmente sta per arrivare in tv la serie animata dedicata a Jules Verne di cui ho sceneggiato due episodi.

La serie è intitolata "Le straordinarie avventure di Jules Verne" e vede un immaginario giovane Jules vivere tutte le avventure da cui avrebbe poi tratto i romanzi scritti da adulto.

Potrete vederla il sabato e la domenica dal 14 settembre su Raidue alle 8:00 di mattina.

Prodotta da Lux Vide e Rai Fiction, lo story editor della serie è Francesco Artibani, che ringrazio per la disponibilità, la pazienza e la competenza. Gli altri sceneggiatori compagni d'avventura sono Alessandro Ferrari, Davide Aicardi e Lorenza Bernardi (se ho dimenticato qualcuno ditemelo!).

Buona visione!


venerdì 6 settembre 2013

Musicomics

Sono appassionato di fumetti e di musica fin da piccolo - si sa. Sono solito associare nella mia mente "colonne sonore" ai fumetti che scrivo o che leggo. Questa mia tendenza la si coglie anche nella quantità di canzoni citate nella miniserie LAW.

Scoprii con piacere che non sono l'unico quando lessi la prima volta Watchmen (alla fine di molti capitoli ci sono citazioni di canzoni).

Quando ero ragazzino avevo fatto una compilation (in musicassetta, ovvio) di canzoni che per qualche motivo tuttora oscuro avevo associato ai miei fumetti preferiti. Canzoni che secondo un criterio puramente istintivo ritenevo perfette per il tale personaggio.

I brani che ricordo sono pochi, in realtà.

Per esempio, per me "Power of Equality" dei Red Hot Chili Peppers


era perfetta per una storia di Dylan Dog.
 Mi sembrava che il ritornello fosse adatto per essere cantato dai mostri con cui Dylan ha spesso a che fare.

Poi c'era l'album "I buoni e i cattivi" di Edoardo Bennato


 che per qualche motivo associavo alle storie del Grande Blek.
Non che fosse uno dei miei fumetti preferiti, ma qualche numero mi ha intrattenuto nelle mie pigre letture preadolescenziali.

Poi c'erano i Rage Against the Machine


perfetti per una storia "cybernetica" di Nathan Never.
Perché associo i RATM al cyberpunk lo spiegherò magari un'altra volta.

Poi c'erano i classici "Tex" dei Litfiba


E "Hanno ucciso l'Uomo Ragno" degli 883 (quando avevo 13 anni avevo comprato la cassetta e mi era piaciuta... tempo qualche mese ed ero già su lidi più rock).







E poi non ricordo. So che c'erano canzoni di Led Zeppelin, Doors, Queen, Dire Straits. Associati a fumetti come Mister No, Paperinik, Martin Mystere... Ma purtroppo la memoria m'abbandona.


mercoledì 17 luglio 2013

Descrizioni fraintese

E' parecchio che non scrivo riflessioni sul mio lavoro. Il momento in cui dovessi smettere del tutto sarà il caso forse di preoccuparsi, perché significherebbe che penserò di sapere ormai tutto quello che c'è da sapere, il che è chiaramente impossibile per chiunque.

Riflettevo appunto sul fatto che in sceneggiatura tendo spesso - non so se lo facciano anche i miei colleghi - a descrivere il meglio possibile un ambiente all'inizio della scena in cui tale ambiente compare per la prima volta. Tipo descrivere anche quello che c'è nei cassetti e che successivamente verrà tirato fuori da un personaggio.

Naturalmente non pretendo che nella vignetta in questione compaia TUTTO quello che sto descrivendo, è solo un modo per comunicare tutte le informazioni necessarie al disegnatore per disegnare quell'ambiente nel corso della storia senza dover aggiungere particolari nel momento in cui servono, dopo che magari il disegnatore ha creato l'ambiente in maniera incompatibile con la scena che deve venire.

Capita però che il disegnatore fraintenda, e spaventato dalla minuziosa descrizione maledica lo sceneggiatore: come faccio a disegnare tutte e quattro le pareti di una stanza in un'unica vignetta?!

Ecco perché sarà il caso di spiegare nella maniera più chiara possibile che ciò che si sta descrivendo non è da visualizzare neccessariamente in QUELLA vignetta, ma che è solo la "mappa" da tenere presente per il resto della storia.


lunedì 15 luglio 2013

Fermo - recensione



Sualzo ha un grosso problema.

Il suo problema è che di lui non ce n'è mai abbastanza. Non ce n'è mai abbastanza dei suoi fumetti, mai abbastanza della sua musica, mai abbastanza della sua persona.

Perché è questo che hai l'impressione di ricevere, quando leggi un suo fumetto o ascolti la sua musica.

Non stai semplicemente leggendo "un" fumetto di Sualzo. Stai leggendo Sualzo. Lui ti sta offrendo se stesso, con un po' di timore e con la speranza che tu tratti bene i suoi ricordi e il suo mondo interiore.

"Fermo" non è solo un bel fumetto. Non è solo una bella storia e dei bei - bellissimi - disegni. E' bello perché Sualzo è bello. Bello dentro, chiaramente. Fuori non saprei, non è esattamente il mio tipo, anche se abbiamo perfino condiviso un letto matrimoniale.

La stima che ho di Antonio persona, del Vincenti sassofonista e del Sualzo fumettista sono difficili da scindere. Proprio perché in tutto quello che fa tu riesci a vedere lui con limpidezza. Con un misto di timidezza e di sfrontatezza ti mostra le sue debolezze con garbo - come garbato è lui - senza farne pornografia. Questa è la sua abilità, che lo rende un autore per me eccezionale.

Perché la vicenda narrata in "Fermo" è di quelle normali, normalissime per chiunque, ma eccezionali per chi le sta vivendo. Piccole perle della memoria che ci restano dentro, e che risalgono la corrente quando qualcuno come Sualzo tira fuori la sua e ce ne mostra la bellezza, noi che stolti avevamo archiviato il ricordo alla voce "roba passata": negli anni '90 Sebastiano, studente fuori corso affetto da attacchi di panico, viene mandato a fare il servizio civile (all'epoca la leva era obbligatoria) in un paesino collinare, dove si occuperà di assistere persone con problemi psichiatrici. Questo gli dà modo di riflettere su se stesso e sul suo rapporto con Giulia, la fidanzata storica. E sul perché tende a fuggire sempre.

Il protagonista resta immobile proprio perché fugge sempre, e solo fermarsi lo aiuterà ad andare avanti davvero.

Una storia di vita normale, eppure eccezionale. Una storia in cui il come diventa un elemento importante. Come viene raccontata la storia, e come viene disegnata. Quel misto di senso poetico e di spirito pratico che solo un sassofonista può avere nelle dita.

La vicenda ha riportato a galla anche il mio servizio civile. Prima o poi vi racconterò quel breve periodo da obiettore nel 1999, a 20 anni, insieme ai malati di AIDS, prima di venire congedato per questioni di salute. Un periodo molto breve ma che mi cambiò. Ringrazio Antonio anche solo per avermi risvegliato questi ricordi.

Quando ho finito il volume, mi sono veramente dispiaciuto. Non ne avevo abbastanza. Era come veder andare via di colpo un amico da casa propria, qualcuno cui si vuol bene e che si vede una volta l'anno. E' stato a casa tua un'oretta, ha bevuto un caffè e poi è scappato via. E ti chiedi: ma non poteva restare almeno per cena? Poi riguardi il volume e vedi che sono comunque 125 pagine. Roba che lui per stare da te a bere un caffè ha fatto ore di auto, e allora apprezzi quel caffè in compagnia, sperando che abbia presto voglia di rifarsi la strada fino a casa tua.

Fermo, di Sualzo
Bao Publishing
In libreria, fumetteria, e online. 

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