sabato 31 dicembre 2011

Power to the Story


Ho appena deciso che il mio nuovo motto sarà "POWER TO THE STORY": potere alla storia.

Artifici retorici, tecnici, grafici, uso dei dialoghi... In quello che faccio tutto dev'essere al servizio della storia nel senso più puro del termine. Cercare l'essenzialità del "nucleo" e poi decidere di volta in volta di quanti "strati" di "ciccia" rivestirlo.

Spero che il dio degli sceneggiatori mi assista in questo percorso ascetico.

Potere alla storia!

E ora entriamo nel mood giusto con "Power to the Music" dei Motley Crue:


Cerotti contundenti


Mora ha tentato il suicidio in carcere applicandosi dei cerotti su bocca e naso.

La prossima volta tenterà di affogare nel lavandino.

martedì 27 dicembre 2011

Come un dio


Fare lo sceneggiatore può essere esaltante: si gioca a fare Dio.

La cosa più divertente è dubitare di una mano superiore che guidi la nostra vita, e invece nelle storie che scriviamo diventare proprio quell'entità superiore che inanella gli eventi in modo che niente sia lasciato al caso, che tutto abbia una motivazione e una conseguenza, incastrando i tasselli in maniera coerente con un "disegno intelligente" che guidi le vite dei nostri personaggi.

E' divertente oliare a dovere la ruota del karma, in modo che chi dei nostri personaggi ha fatto del bene alla fine riceva del bene, e chi ha fatto del male, mal glie ne incolga. Sarebbe bello che fosse davvero così anche nella vita reale.

Però è anche divertente che ogni tanto qualcuno riesca a sfuggire alla ruota del karma. Ma solo perché l'abbiamo deciso noi, gli dei delle nostre stesse storie.

E ora scusate, vado a gettare un fulmine sulla testa di un personaggio.


P.S.: La bella illustrazione sopra è la copertOna del fumetto "Dei" di cui autori sono i cari amici e stimati colleghi Alex Crippa ed Emanuele Tenderini.

E ora godiamoci "Come un dio" dei Litfiba!

mercoledì 21 dicembre 2011

lunedì 19 dicembre 2011

Al bar


Sentito al bar:

- Condoglianze... Ma poi è venuto il Luigi?

- Ma va'! Mi ha proprio deluso. Sono cinquant'anni che ci conosciamo... Sono andato a tutti i suoi funerali e lui non è venuto al mio...

mercoledì 14 dicembre 2011

PreTesti n.3


E' uscita PreTesti numero 3 di dicembre, la rivista online di Telecom Italia su cui potete trovare la strip BookBugs a opera mia e del prode Donald Soffritti.

La trovate cliccando QUI.

Buona lettura!

lunedì 12 dicembre 2011

Milano da bere


Per chi tende a vedere il bicchiere mezzo pieno, Milano è la giusta via di mezzo tra una città italiana e una metropoli europea. Paragonata alle altre città italiane, c'è molto meno pressapochismo, ma non è nemmeno così fredda e alienante come una grande metropoli straniera.

La metà vuota del bicchiere invece è che a Milano non c'è la stessa "joie de vivre" tipica delle località meridionali, né l'efficienza dei servizi delle città nordiche.

Insomma, sembra che manchino un sacco di cose in questa città.

Ma in fondo non è vero, a Milano si trova di tutto. Me ne lamento un sacco, ma resta sempre la mia città. Per dire, mi lamento dei ritardi dei mezzi, ma poi mi accorgo che per i romani i mezzi milanesi sono efficientissimi. E rabbrividisco. E penso alla fila interminabile di autobus a Oxford Street, a Londra.

Comunque, per una volta mi sforzo di vedere il bicchiere mezzo pieno, se no che Milano da bere sarebbe?

venerdì 9 dicembre 2011

Vivere di emozioni


Qualche giorno fa ho avuto il piacere di rivedere dopo anni un caro amico, giovane imprenditore di successo, che sta investendo tempo e denaro in campo artistico (musical, e altro).

Quello che mi ha entusiasmato è il suo obiettivo di guadagnare - guadagnare bene - sfruttando le sue doti imprenditoriali in campo creativo senza snaturare l'essenza dell'arte di cui va a occuparsi.

E mi ha fatto riflettere sul mio stesso lavoro.

Io mi guadagno da vivere principalmente scrivendo storie. Scrivere storie significa soprattutto creare emozioni. Emozioni tra i personaggi, emozioni in te lettore che ti immedesimi nei personaggi. Amore, rabbia, gelosia, esaltazione, divertimento, eccitazione, delusione, allegria.

Mi sono accorto che io campo grazie alle emozioni. Mie, dei miei personaggi, dei miei lettori.

In un certo senso vivo di emozioni.

E' una cosa che mi spaventa e mi esalta allo stesso tempo.

lunedì 5 dicembre 2011

giovedì 1 dicembre 2011

Orizzonti di gloria


Un interessante post sul blog dell'amico disegnatore e colorista Emanuele Tenderini mi ha ispirato ulteriori riflessioni.

Per quanto mi riguarda, anch'io ho in mente i risultati che vorrei ottenere nella mia carriera, basati magari sui miei sceneggiatori e scrittori preferiti (come Alan Moore o Tarantino). Da una parte ho l'obiettivo ideale, forse irraggiungibile. Dall'altra ho ciò che già so fare bene e che magari mi è costato sudore della fronte imparare a fare.

Per quanto mi riguarda, però, non corro troppo, non tento di raggiungere immediatamente quell'obiettivo utopistico, perché ne rimarrei immediatamente deluso. Ma neanche mi siedo a poltrire o mi fossilizzo su ciò che già so fare.

L'unico modo che conosco per progredire è andare avanti a piccoli passi. Ogni piccolo passo mi costa fatica. Più o meno ho in mente una strada, che fra l'altro col passare del tempo spesso cambia direzione. Se cercassi di fare il salto in lungo atterrerei nel posto sbagliato, perché la strada va percorsa tutta curva dopo curva.

E magari percorrendo la strada un metro alla volta, senza mai fermarsi, si scopre che la meta è completamente diversa da ciò che ci si immaginava all'inizio. Che magari la mia vera "voce" da autore è totalmente diversa da quella dei miei mostri sacri.

Cercare di raggiungere subito l'obiettivo significherebbe anche rischiare di copiare gli autori che mi ispirano. E, in fin dei conti, scrivere una schifezza.

Un passo alla volta invece, la strada cambia, le influenze e ispirazioni aumentano, magari scopro anche che sono portato a fare qualcosa di diverso da ciò che adoravo da ragazzino.

Bone, per esempio.


A proposito dell'ultimo post e della diatriba fumetto d'autore vs fumetto popolare, prendiamo ad esempio l'ottimo Bone di Jeff Smith. Non ho letto tutto di Bone però penso di essermi fatto un'idea.

Bone è visto un po' come il fumetto umoristico ma "d'autore-alternativo-autoprodotto", insomma di qualità perché di nicchia e non popolare. Un po' il baluardo umoristico in un settore intellettuale e quindi tendenzialmente serio.

Però chi conosce bene Disney non può non notare che narrativamente parlando l'influenza disneyana è fortissima in Bone. Mettete Topolino, Pippo e Zio Paperone al posto dei tre personaggi principali e la storia regge perfettamente. Si potrebbe vederla come una perfetta storia Disney che non si sarebbe mai potuta fare a causa di certi vincoli.

Non metto in dubbio ovviamente il grosso debito grafico dovuto a Walt Kelly, ma le caratteristiche dei personaggi, certe atmosfere, certe progressioni narrative, non possono non farmi venire in mente le storie Disney di Walsh-Gottfredson e di Carl Barks.

Autori di qualità all'interno del fumetto popolare. Le famose "stronzate" che legge la maggior parte della gente.

mercoledì 30 novembre 2011

Fumetto di qualità


E' scoppiata la faida tra fumetto "popolare" e fumetto "alternativo", "underground", "sperimentale", "d'autore", "di nicchia", "graphic novel" o come lo si voglia chiamare.

Consiglio un salto sul blog di Diego Cajelli, commenti compresi, per avere un quadro della faccenda.

La mia opinione l'ho già espressa nei vari commenti. Solo una riflessione mi premeva di sottolineare nel mio blog.

C'è una cosa che non capisco.

Dunque, a me piace sia il fumetto popolare che quello d'autore. Amo Topolino come Maus, Dylan Dog come From Hell, Asterix come Zezelj, i Peanuts come Makkox. Non mi piace in realtà fare davvero distinzione tra "popolare" o no. Per me c'è solo fumetto "di qualità" oppure no, "onesto" oppure no.

Storie di qualità si trovano in tutti i "settori". Ci sono storie di Topolino, Dylan Dog, Rat-Man, Tex, Uomo Ragno, ecc., molto belle. Ce ne sono anche di molto brutte. E di mediocri.

Ci sono fumetti underground molto belli, come ce ne sono di molto brutti. E di mediocri.

Per quanto riguarda la mia esperienza da fumettista, la vita mi ha portato a occuparmi principalmente di fumetti "popolari" (ma i miei progetti futuri riguardano anche fumetti più "di nicchia").

Quello che non capisco è questo: perché se io che faccio soprattutto fumetto popolare (e lo amo, non ci lavoro solo per pagare le bollette) apprezzo anche il fumetto d'autore, invece chi fa un altro tipo di fumetto deve disprezzare me, i miei colleghi, le nostre storie, i nostri lettori?

Mi pare assurdo.

Anzi no, adolescenziale.


P.S.: e Corto Maltese cos'è? Popolare o d'autore? Anche lui fa parte della dittatura culturale?

---------------

EDIT:

Un commento di Francesco su Facebook mi porta a un'ulteriore riflessione: forse chi fa questa distinzione tra fumetto "popolare" e fumetto "d'autore" in realtà il fumetto non lo ama davvero.

martedì 29 novembre 2011

Topolino n.2923


E anche su Topolino n.2923 in edicola da domani mercoledì 30 novembre, a pagina 10 c'è una mia autoconclusiva della serie "Topolino & Friends" disegnata da Marco Mazzarello.

Buona lettura!

giovedì 24 novembre 2011

Topolino n. 2922


Su Topolino n. 2922 attualmente in edicola trovate due mie autoconclusive della serie Topolino & friends.

Buona lettura!

mercoledì 23 novembre 2011

Ritratto dello sceneggiatore da giovane 5: Etica


- Ma insomma, tu scrivi per la Disney, per la Rainbow, per la Rai, per la Mondadori... Non ti vergogni?

- In che senso, scusa?

- Come fai a scrivere quella roba così popolare? Senza un minimo di critica sociale, di ribellione, nemmeno di satira... Non c'è un taglio autoriale!

- Be', ci sono alcune piccole cose che ho scritto per altri in cui c'è qualcosa di più personale, inoltre sto preparando diversi progetti in cui c'è molto più di "mio" e di "autoriale".

- Ho capito, ma tutta la roba che hai scritto per queste realtà commerciali... Tutta merda, no? Non ti rompe non poter mettere niente di tuo nelle storie che scrivi? Non ti senti uno schiavo del sistema?

- Non è vero, ad esempio nelle storie disneyane io riesco a mettere molto della mia personale visione del mondo, basta sapere come fare, sapersi giocare bene i limiti del prodotto "industriale"...

- Ma è una questione di etica, come fai a scrivere fumetti e cartoni animati per questi qua? Dov'è finita la figura dell'artista libero e ribelle? Non ti senti un marchettaro?

- Be', io mi ritengo fortunato a riuscire a campare di scrittura e fumetti, è un lavoro che ho sempre sognato. Ma poi scusa, tu che lavoro fai?

- L'impiegato per Nestlè.

lunedì 21 novembre 2011

Deformazione professionale

Mi rendo conto che fare di mestiere lo sceneggiatore a volte influisce sulla mia vita quotidiana. Uno degli effetti, è quello di voler spesso semplificare un discorso per renderlo immediatamente comprensibile in poche parole, un po' come si fa in un soggetto o in una sinossi.

Ad esempio: ho appena preso una gatta. Parlando con una persona di cosa darle da mangiare (alla gatta, non alla persona), volevo raccontare che nel luogo in cui andavo in montagna da bambino, fino al 1986, c'erano tre gatti di proprietà della padrona di casa (eravamo in affitto). La padrona di casa abitava sopra di noi, quindi i gatti giravano nel nostro giardino e noi davamo loro ogni tipo di scarto: ossa di pollo, nervi delle bistecche, croste di formaggio... All'epoca non sapevamo tutto ciò che sto scoprendo ora circa l'alimentazione felina.

Quando uno inizia un discorso del genere di solito ci fustighiamo gli zebedei chiedendoci perché il tal dei tali comincia a raccontare da Adamo ed Eva.

Alla fine, la frase che mi è uscita è stata: "Quand'ero piccolo, al gatto della vicina davamo perfino le croste di formaggio".

Il senso della frase restava invariato, non avevo specificato che non si trattava della mia residenza cittadina ma di montagna, che la vicina era anche la padrona di casa, che i gatti erano tre, e che non gli davamo solo croste di formaggio ma anche altri avanzi. Però il senso è uguale, e in sole 13 parole ho comunicato ciò che volevo raccontare.

Questo non per dire che io son bravo, ma per far capire come tanto spesso basti poco per rendere chiaro e semplice un concetto o un racconto, con pochi piccoli accorgimenti.

E se li conoscesse anche la mia anziana vicina, magari mi risparmierei interminabili mezz'ore ad ascoltare relazioni sull'albero genealogico della sua famiglia fino alla settima generazione...

venerdì 18 novembre 2011

Albertengo

Questo è il filmato promozionale della casa dolciaria Albertengo a cui ho collaborato in doppia veste di sceneggiatore e musicista, insieme a Giorgio Sommacal, Silvio Arlenghi e Michele Campanella.

Buona visione (e buon appetito)!

mercoledì 16 novembre 2011

PreTesti n.2

E' online il numero di novembre di PreTesti, la rivista digitale di Telecom in cui potete trovare bookbugs, la strip mia e di Donald Soffritti.

Cliccate QUI.

Buona lettura!

Barbato e il fumetto


Ultimamente mi capita di condividere parecchio le parole di colleghi intervistati.

Paola Barbato è stata recentemente intervistata da Micol Beltramini per Comic-Soon.

Ho veramente apprezzato e condiviso le sue parole circa il fumetto:

Il fumetto è un linguaggio completo, è IL linguaggio per eccellenza. Pensiamoci. La lettura e l’ascolto costringono l’immaginazione a creare qualcosa che il fumetto invece ti fornisce attraverso il disegno. Leggi e vedi. Come al cinema, ma il cinema non conosce pause, non si ferma, se un passaggio ti sfugge, se hai un dubbio devi tenertelo, devi andare avanti, mentre nel fumetto puoi rileggere, tornare indietro. E puoi fermarti se quella pagina, vignetta, balloon tocca una corda delicata. Non è mai violento, il fumetto, non ti costringe mai.
Parlandone come mezzo, sia chiaro, è un discorso generale, certe parole e certe immagini possono fare del male eccome, ma questo vale sempre e comunque.
E comunque ci vuole coraggio, a scrivere fumetti. Perché a differenza della scrittura “libera” non ci sono scorciatoie, non puoi appellarti allo stile personale, non c’è anarchia. Perché se non sei leggibile fallisci. Quindi ci sono delle regole da seguire, regole che sono come un metronomo, un direttore d’orchestra. Perso il ritmo, persa la storia. È tutta una questione di pesi e contrappesi, a livello di scritto ma anche di immagine. Non è facile, bisogna essere incoscienti o coraggiosi per farlo.
Non è un mestiere da ignavi.


Il resto dell'intervista lo trovate QUI.

lunedì 14 novembre 2011

Casty e i personaggi Disney


Ho letto una bella intervista a Casty fatta da quelli de Lo Spazio Bianco.

Un paio di passaggi in particolare tengo a riportare, dato che li condivido pienamente:

Ai tre che hai detto [Gottfredson, Scarpa e Cimino] aggiungo, intanto e sicuramente, Barks. Sono cresciuto leggendo e rileggendo le loro storie e ancor oggi, quando mi ricapitano sottomano, resto ogni volta meravigliato dalla potenza epica, dal… turbinio di sentimenti che sprigionano. Nelle loro mani i personaggi non sono macchiette che interpretano stancamente un ruolo, ma sono persone vive, che tra loro si vogliono un gran bene e che insieme affrontano le cattiverie del mondo. Credo che, al di là degli insegnamenti tecnici, sia questa la più importante lezione che ho imparato dai quattro Maestri. Un’altra cosa fondamentale che ho appreso è che la fantasia va sì scatenata ma dev’essere infine sempre “ricondotta nei ranghi”, in modo da ottenere una storia che abbia logica e coerenza.

[...]

Molti si arrovellano a cercare le definizioni più cervellotiche possibili per Pippo, ma a me ne viene in mente una sola: Pippo è BUONO. Se (SE) sembra uno sciocco è solo perché viviamo in questa società del “menga”, in cui la bontà viene sistematicamente scambiata per dabbenaggine. Anche per Pippo, i modelli di riferimento sono Gottfredson e Scarpa. Ma, a dire il vero, non c’è stato nemmeno bisogno di studiarli, poiché chi sa che cos’è l’amicizia sa cosa fanno, come interagiscono due amici.



L'intervista completa la trovate QUI.

giovedì 10 novembre 2011

NIRVANA: intervista ai Paguri

Per i pochi sassi che ancora non lo sapessero, è appena uscito il primo numero di NIRVANA, il nuovo fumetto di Emiliano Pagani e Daniele Caluri (conosciuti anche come Paguri, già autori del Vernacoliere e in particolare dell'amato Don Zauker) e distribuito in edicola da Panini Comics.

Ecco qui il mio spot preferito della serie:


A Lucca Comics ho preso e letto con gaudio l'albo in questione, dopodiché mi sono sorte alcune domande. Curiosità che avrei potuto fugare coi due autori magari davanti a un caffè o meglio ancora davanti a un piatto di cacciucco.

Ma poi mi son detto: perché non condividere coi miei cento milioni di lettori il suddetto fugamento e fare una sorta di amichevole intervista? Io non sono un giornalista e il mio non è un sito d'informazione fumettistica, ma non si fa mai abbastanza promozione a un buon fumetto, perciò ecco qui.

E' nata come una serie di domande piuttosto colloquiali, ma le risposte dei Paguri sono state più serie e tecniche di quanto mi aspettassi, il che mi fa molto piacere.

Mi dovete un cacciucco.

1. LA QUESTIONE FRANCESE

Come mai Daniele ha usato questo stile di disegno un po' francobelga?


Molto schiettamente: volevamo distinguere Nirvana da Don Zauker non solo per i contenuti, ma anche e soprattutto per il tratto (ma non per i toni, naturalmente), in modo che i due lavori apparissero fin da subito distinti. Abbiamo quindi pensato di associare al nostro umorismo crudo e grottesco un tratto pupazzettistico, simile ai fumetti per l'infanzia o l'adolescenza, spesso molto innocui. L'intento è stato, naturalmente, quello di accentuare ancor di più la crudezza e l'effetto grottesco.
Quello che è finito sulle pagine di Nirvana è il risultato di una serie sconfinata di letture, fatte negli anni e venute a galla. Ho ammirato Uderzo e Tabary, così come Alexis, Morris, Gotlib e Franquin. Ma se ti dicessi che per Nirvana è stato determinante anche Mandrafina? O Bernet? o Tezuka? o Hewlett? Potrei andare avanti per ore e perdermici, perché alla fine non c'è stato un riferimento mirato; solo influenze che sono venute a galla spontaneamente e hanno generato questo risultato. Con la speranza di imboccare una strada nuova, almeno in Italia.

Notando come perculate il nostro amato e ormai traballante Primo Ministro avrei pensato che Nirvana fosse un prodotto destinato solo all'Italia, ma pensando alla passione che hanno oltralpe per le nostre disgrazie, mi è sorto il dubbio: c'è l'intenzione di pubblicarlo anche in Francobelgio?

Guarda, il perculamento del PM, che te leggi oggi, è stato scritto e disegnato esattamente un anno fa. E il grosso l'ha sempre fatto da sé, con l'avallo di pletore di leccaculi, sguatteri, arrivisti, opportunisti, molti dei quali appartenenti alla cosiddetta opposizione (ah ah ah). So che sembra un discorso qualunquista, e d'altra parte in due righe è impossibile fare un'analisi approfondita. Voglio solo dire che il disastro che stiamo vivendo, che sicuramente attribuiamo in gran parte al PM, è stato possibile solo grazie al supporto interessato di un sacco di altra gente altrettanto colpevole.
Ma Nirvana non è e non vuole essere una serie satirica. Diciamo che l'abbiamo concepita come una miniserie umoristica con più livelli di lettura, piccoli riferimenti al costume e all'attualità che si limitano ad arricchire la storia per chi vuole qualcosa in più della pura evasione. Se verrà pubblicata in FrancoBelgio ci farà piacere, ma non lo sappiamo né l'abbiamo pensato prima di realizzarla.

Insomma, ci volete sputtanare del tutto e definitivamente con l'Europa? Sarkozy non lo prenderete un pochino per i fondelli, così giusto per darci un contentino?

Ma questa è gente che fa già benissimo da sola! Son professionisti!


2. CAVALIERI DELLO ZODIACO

Ho trovato Nirvana divertente ma col tiro un po' da aggiustare e delle potenzialità ancora inespresse e da vedere nei prossimi numeri, quindi aspetto a dare un giudizio vero.


Non sei il primo. Per ora la maggior parte dei commenti sono positivi o entusiastici, ma per qualche addetto ai lavori - come te, del resto - è prevalsa la cautela, che li ha portati ad aspettare almeno fino al terzo numero per cominciare a formulare un giudizio completo. Siamo contentissimi, naturalmente, perché sappiamo che i vari pezzi s'incastreranno pian piano fino a visualizzare il quadro completo. Certo, non stiamo parlando dell'Ulisse di Joyce, ma ci piaceva destrutturare un po' la linearità della narrazione, per aggiornarla un tantino al gusto contemporaneo e provare almeno a smuovere le acque. Ammesso che ci si riesca, naturalmente. Questo è stato capito da voi suddetti addetti ai lavori, e intelligentemente aspettate un numero maggiore di elementi per giudicare.

Intanto i miei sinceri complimenti per la voglia ogni volta di reinventarvi e provare strade nuove.

Grazie. Per noi è molto importante e ci fa veramente piacere che ci venga riconosciuto.

In realtà, la cosa che più di tutte m'ha fatto ridere, tipo che sghignazzavo da solo in metropolitana, è stato l'oroscopo. E' normale? Sono io normale? Tenete conto che m'avete assegnato come essenze preferite la CIABATTA.

Se non è normale, allora siamo scemi anche noi, perché lo scrivevamo con le lacrime agli occhi per le risate. La stessa cosa ce l'ha detta Davide Barzi (uno di quelli che aspettano prima di dare un giudizio, n.b.). Se invece è normale, allora è segno buono.

3. CASA VIANELLO

Ma dopo tanti anni non vi stufate proprio mai di lavorare insieme?


Ma sai, ognuno sta a casa propria, in balìa delle loro rispettive magagne. Quando ci troviamo, o ci contattiamo per telefono o email, abbiamo un unico, rigorosissimo metodo per generare le cose che facciamo: il cazzeggio. E stufarsi di trasformare cazzeggio, risate e divertimento in lavoro, ci sembra un'offesa.

Come fate a reggervi a vicenda?

In realtà ci fomentiamo a vicenda, in un rilancio continuo verso l'eccesso. Finché a un certo punto uno mette un freno all'altro, perché prevale il senso del limite, ma più che altro il senso del gabbio.

Da quanto fate coppia anche nella vita?

Scioccona.
Collaboriamo, ai testi uno e ai disegni l'altro, dal 2003.

Chi ha i calzini più puzzolenti?

Eeeh, qui si entra in dimensioni insondabili, perfino ai più sofisticati strumenti di misurazione. Ma se vuoi puoi verificare di persona quando ti pare, ok?


E con questa mi è pure passata la voglia di cacciucco.

Buona lettura con Nirvana!

mercoledì 9 novembre 2011

Topolino n.2920


Su Topolino n.2920 in edicola da oggi trovate due mie autoconclusive, una della serie "Paperotti avventurosi", disegnata da Daniela Vetro, e una della serie "Topolino & Friends", disegnata da Marco Mazzarello.

Buona lettura!

Come crescere un robottone felice...

(Piccolo restyling del blog: basta col Courier, passo all'Arial.)

Dunque, solitamente le persone parlano di ciò che hanno acquistato a Lucca Comics. Io mi limiterò a citare velocemente, tra ciò che ho comprato e ciò che mi è stato regalato: Extinction Seed di Aicardi e Gore di Crippa (GG Studio), Nirvana (Caluri-Pagani, Panini), Zigo Stella e Heavymetalove (Rosenzweig, BD), Diabolik - Nuovo colpo alla Mondadori, Normalman (Lillo-L.Usai, Salani), 1066 (Tenderini, Comma22), Oltre la Soglia (Faraci, Piemme), Jonah Martini (Crippa, Renoir), Misteri per Caso (Syusy Blady, Star Comics), E' tutto sotto controllo (Ziche, BD), più altri tre volumi che non nominerò perché devo regalarli.

Senza contare ovviamente LAW (Star Comics), Mono n.10 (Tunuè) e Atomic Robo 5 (Renoir) a cui ho lavorato io.

Mi interessa invece parlare di un volume che non ho acquistato per alcuni motivi (portafoglio ormai vuoto, argomento che mi piace ma di cui non sono particolarmente appassionato, volume più incentrato sulla grafica che sul testo), ma di cui mi preme dire qualcosa, perché l'ho trovato veramente bello. Io non compro mai dei fumetti solo per il valore estetico (credo che mi sia successo solo con Zezelj), ma so che là fuori ci sono tanti appassionati che questo volume NON possono perderselo.

Perché chi ci ha lavorato sono dei disegnatori bravissimi, perché il volume esteticamente è una delle cose migliori che abbia visto in questa fiera, perché lo so che 90% di voi sono degli otaku in fissa coi robottoni!

Ecco a voi quindi "Come crescere un robottone felice ed evitare di distruggere il mondo" del collettivo fumettistico Dr.Ink.

Per non rischiare di dire scempiaggini, mi limito a copiare ciò che c'è scritto nella pagina ufficiale del volume, ossia QUI:

“Come crescere un robottone felice ed evitare di distruggere il mondo” è un manuale illustrato indispensabile per i nostalgici del genere robot (e un oggetto da collezione per tutti), ideato e realizzato da Dr. Ink. Nel vademecum, chiaro omaggio alle serie animate dell’infanzia, il professor Kabuto introduce i lettori nel mondo dei robot e li accompagna in un percorso costruito per crescere e addestrare nuovi amici robotici, affrontando le insidie del mondo.

Grazie all’utilizzo di particolari materiali e di cartotecniche, “Come crescere un robottone felice” non è un libro convenzionale, ma un book che si colloca a metà tra il fumetto e il libo di design. Contiene un paper toy, un pop-up, acetati rossi per rivelare illustrazioni nascoste e altri gadget che permettono al lettore di interagire con il volume e di vivere un’esperienza unica.


Dr. Ink è un nuovo collettivo formato da 6 fumettisti professionisti (Matteo Cuccato, Christian Cornia, Matteo Freddi, Cristina Giorgilli, Alessia Pastorello, Federico Tramonte) con una solida esperienza nel settore editoriale e una precisa competenza nell’autoproduzione fieristica. Il gruppo è eterogeneo: ogni professionista arriva da una realtà differente ma è legato agli altri dallo stile umoristico e da un forte spirito d’intraprendenza. La volontà di andare al di là gli schemi ha portato il team a creare un book che va ben oltre l’autoproduzione tradizionale, dimostrando di avere le capacità e l’inventiva per realizzare un prodotto editoriale unico e innovativo.


DATI DEL LIBRO:

* formato: 20,7 x 24,6 cm;
* 64 pp. a colori;
* sketchbook allegato;
* rilegatura: brossura colla poliuretanica.


Chi l'ha letto mi dice che i testi sono un po' deboli, ma credo che il valore vero di questo volume sia nell'estetica, anche nell'innovatività del formato. La differenza tra un fumetto "normale" e "Come crescere un robottone..." è la stessa che vige tra un prodotto industriale e uno artigianale.

Per questo nonostante io non l'abbia acquistato (perché non sono il tipo di cliente adatto), auguro a Cristina e gli altri Dr. Ink di venderne un sacco (ma vedo che sono andati a ruba a Lucca) e di creare altri volumi interessanti come questo.

In bocca al lupo Dr.Ink!

lunedì 7 novembre 2011

Dediche lucchesi

Vabbe', però qualche dedica raccolta a Lucca posso anche postarla. Molte sono venute scure perché non volevo spiaccicare i volumi dentro lo scanner. Ne mancano tre perché si tratta di regali.

Cliccateci sopra per ingrandire.







giovedì 3 novembre 2011

Post-Lucca

Rieccomi di rientro da Lucca.

Ci sarebbero un sacco di cose da dire, ma sono troppo stanco e per ora mi limito a pubblicare qualche foto (cliccateci sopra per ingrandirle).


Con i KickStart, il mio trio con cui ho suonato insieme all'amico fumettista e sassofonista Sualzo presso il T Caffè per la festa delle Edizioni BD (© Micol Beltramini):


Con l'amico nonché caporedattore di Topolino Davide Catenacci (© Francesca Agrati):


Con l'amica e collega Micol Beltramini:

Col mitico Lillo:

giovedì 27 ottobre 2011

E Salati?

Mi dicono che qualcuno si lamenta: e Salati? Quando rivedremo una sua storia su Topolino?

In effetti non avete tutti i torti: è un po' che non si vedono storie mie. Un po' è colpa mia: sono stato talmente oberato di cose nuove che ho colpevolmente un po' trascurato l'amato topo.

Ma non disperate: al momento ci sono alcune storie mie in attesa di pubblicazione, quindi presto o tardi - dipende da diverse esigenze e variabili editoriali - potrete rivedermi sulle pagine del settimanale.

E tranquilli: Topolino resta sempre una delle mie priorità!

mercoledì 26 ottobre 2011

Topolino n. 2918

Su TOPOLINO n.2918 in edicola ora trovate una mia autoconclusiva disegnata da Daniela Vetro della serie "Paperotti avventurosi".

Buona lettura!

lunedì 24 ottobre 2011

Lucca Comics 2011

Questa sarà una Lucca Comics abbastanza intensa. Elenco tutto qui sotto anche perché ho paura di dimenticarmi io stesso qualcosa.

APPUNTAMENTI

> venerdì 28 - h 14 - sala incontri Camera di Commercio: presentazione di LAW, mini-serie legal thriller pubblicata da Star Comics e creata da me, Davide G.G. Caci e Fabiano Ambu. Indirizzo: Corte Campana 10.

> Sempre venerdì 28 - h 22 - T Caffè: concerto in acustico col mio trio KickStart per la festa delle Edizioni BD. Indirizzo: Viale Regina Margherita 207.

> Domenica 30 - h 15.30 - Stand Star Comics: signing session allo stand di Star Comics in occasione della nuova serie LAW. Ubicazione: Padiglione S. Michele, stand E289.


PUBBLICAZIONI

Da segnalare alcune pubblicazioni che mi riguardano che escono in occasione di Lucca Comics:

> LAW - numero zero: l'anteprima della mini-serie la trovate presso gli stand:
- Star Comics (Padiglione S. Michele, stand E289)
- Studio Parlapà (padiglione Napoleone, stand E203)

> MONO n. 10: sulla rivista semestrale pubblicata da Tunuè e diretta da Sergio Badino e Daniele "Gud" Bonomo trovate una mia tavola autoconclusiva disegnata da Luca Russo. Potete acquistarla presso lo stand Tunuè, padiglione Napoleone, stand E101-E102.

> ATOMIC ROBO 5: è mia la traduzione anche dell'ultimo volume dei geniali Brian Clevinger e Scott Wegener, pubblicato in Italia da Renoir Comics. Lo potete acquistare presso lo Stand Renoir, padiglione Napoleone, stand E171.


Spero di incontrarvi tutti a Lucca!



PreTesti n.1

Aaargh! Fermi tutti! Con colpevolissimo ritardo - quando ormai ottobre è quasi finito - devo comunicare che è uscito il numero 1 di ottobre di PreTesti, la rivista digitale di Telecom, su cui si trova la strip mia e di Donald Soffritti "bookbugs".

Cliccate QUI per accedere alla rivista.

A questo proposito ecco una recensione del nostro bookbugs sul sito pianetaebook.

Buona lettura!

sabato 22 ottobre 2011

LAW

E' arrivato il momento di parlarne ufficialmente.

Sto scrivendo una mini-serie a fumetti legal thriller. Si chiamerà LAW e sarà pubblicata da Star Comics.

La sto scrivendo insieme a Davide Caci, i personaggi sono stati creati graficamente da Fabiano Ambu che ne disegnerà anche le copertine, i disegni del numero zero e del primo numero sono di Enza Fontana.

Il numero zero sarà disponibile a partire da Lucca Comics 2011 (quindi da questo venerdì 28 ottobre) agli stand:
- Star Comics (padiglione S. Michele, stand E289)
- Studio Parlapà (padiglione Napoleone, stand E203)


A Lucca VENERDI' 28 dalle h 14 alle 15 ci sarà una presentazione della serie nella sala incontri della Camera di Commercio (Corte Campana 10).

Inoltre DOMENICA 30 dalle h 15.30 faremo una "signing session" allo stand Star Comics (pad. S. Michele, E289) alle h 15.30.

Il primo episodio sarà in edicola e fumetteria da Aprile 2012.

Si tratta di sei numeri bimestrali: speriamo che vendano bene in modo da poter fare nuove "stagioni"!

Bene, penso per ora di aver detto le informazioni essenziali, vi terrò costantemente aggiornati su tutto ciò che riguarda LAW!

Intanto andate a visitare spesso il sito della serie: lawcomics.blogspot.com!


giovedì 20 ottobre 2011

[dialoghi] Ghe'dda fa'

- E' morto Gheddafi.

- Ehh...

- Eh già.

- Giaggià.

- ...

- Visto quanta pioggia a Roma?

- Già. Non c'è più la mezza regime.

mercoledì 19 ottobre 2011

Lato oscuro

Il commento di Simone al PRECEDENTE POST mi ha fatto sorgere nuove riflessioni.

Come dice Simone, delineare dei personaggi che si comportano in maniera riprovevole e magari completamente contraria al nostro modo di pensare, è alle volte difficile, ma può anche essere divertente, di sicuro interessante. E' un po' come tirar fuori il nostro lato oscuro.

E' come giocare, sparare con i proiettili di vernice. Magari sei pacifista e contro la guerra, ma ti diverti un sacco a sparare perché tanto sai che nessuno si farà male.

Dentro ognuno di noi c'è un lato oscuro che fatichiamo ad accettare. Ma può essere divertente alle volte liberare questo "Mr Hyde", sciogliere il guinzaglio al mastino e lasciarlo scorrazzare per un po', se in un ambiente "protetto" come può essere quello della finzione fumettistica.

Basta guardare l'immensa recitazione di Al Pacino in "Scarface" o di Edward Norton in "American History X" (seconda volta in due post che lo nomino) per capire quanto dev'essere stato divertente entrare nei panni di un personaggio decisamente negativo. "Per una volta posso fare il cattivo e mi pagano pure!"

Esplorare questo nostro lato oscuro facendolo agire sulle pagine disegnate è un ottimo modo per sublimare certe pulsioni e renderle meno spaventose.

lunedì 17 ottobre 2011

Politically incorrect

Ormai non è più un segreto, sto sceneggiando insieme a Davide Caci una serie legal thriller per la Star Comics. Ne riparleremo ampiamente. Se volete cominciare a informarvi cliccate QUI, poi arriveranno altre news.

Intanto, mi sorge una riflessione relativa alla "political correctness". In questa serie abbiamo deciso di dipingere alcuni dei protagonisti come personaggi moralmente non del tutto limpidi. Il capo dello studio legale è abituata ad aggirare la legge per raggiungere i suoi obiettivi, un altro personaggio è anche vagamente razzista, finendo per discutere con un altro personaggio indiano.

Ora, in altri ambiti non avrei mai potuto scrivere certi dialoghi palesemente razzisti. Va da sé che non rispecchiano minimamente quello che penso IO, ma io sono l'autore, non sono il personaggio, e se ho deciso di dipingere uno scenario, magari anche piuttosto realistico, devo poter mettere in bocca parole razziste a un personaggio.

Se io scrivessi di un personaggio pedofilo o nazista - come già ho detto - non significa che anch'io lo sia, ma solo che per dipingere il suo carattere ho bisogno di renderlo realistico mettendogli in bocca parole moralmente riprovevoli.

Per questo il "politically correct" è un vero danno per tutti, sia da un punto di vista dell'intrattenimento che da quello "educativo". Sono d'accordissimo anch'io che bisogna evitare assolutamente di discriminare chicchessia. Odio il razzismo e qualsiasi tipo di discriminazione.

Ma non è evitando il discorso che si risolve la questione. Fingere che certi problemi non esistano, è la forma più subdola di razzismo. A questo proposito consiglio la visione del bellissimo "American History X".

Il modo migliore invece secondo me è esplorare il problema, capirne le motivazioni, le conseguenze, le possibili soluzioni. Dare una soluzione al razzismo non è certo un obiettivo del nostro "Law" (il tema della serie è tutt'altro), né quello di essere educativi. Però se abbiamo messo un personaggio razzista, c'è anche lo straniero che si piglia gli insulti. Se c'è la donna senza scrupoli, c'è anche la ragazza onesta e ingenua.

Se si ha davvero interesse in certi problemi bisogna vedere entrambe le facce della medaglia, bisogna capire perché una persona moralmente "scorretta" si comporta così, bisogna capire come si sente chi subisce i comportamenti scorretti. E poi ognuno tirerà le somme e deciderà da sé come preferisce porsi verso la questione. Non è evitando la questione ma è ponendo questioni che si può progredire. Il politically correct purtroppo non ha altri risultati se non ammazzare una storia e renderla totalmente inutile.

Questo per quanto riguarda una storia, un personaggio. Quelli invece che nella realtà vanno in giro a muggire a proposito di beduini con l'asciugamano in testa o di finocchi, sono deficienti e basta.

venerdì 14 ottobre 2011

Milano Criminale Stradale

Curiosamente, ieri sia Tito Faraci che Diego Cajelli hanno scritto a proposito di quanto sia pericoloso il traffico milanese. E personalmente concordo: andare su due ruote è un mezzo suicidio, in questa città.

Ora, immaginando che nelle altre grandi città italiane come Roma, Napoli, Palermo, Torino, la situazione non sia molto migliore (se non addirittura peggiore), mi chiedo per l'ennesima volta che cosa cavolo passi per la testa dei miei connazionali, quando superano un'auto ferma sulle strisce rischiando di stirare qualche vecchietta, quando fanno inversione contromano, quando superano in autostrada nella corsia d'emergenza. Quando si lamentano che non ci sono parcheggi e poi quando ne trovano due si mettono a metà tra uno e l'altro impedendo agli altri di parcheggiare. Uno dei pochi casi in cui sarei a favore della punizione corporale.

[flash] Sfascio


Berlusconi: "No agli sfascisti"

Perciò sì ai fascisti?

mercoledì 12 ottobre 2011

Romanticherie

"Sai, cara? A volte ho il sospetto di stare con una pazza.

Altre volte, invece, ne ho la certezza."

lunedì 10 ottobre 2011

Idea = 0

QUESTO post di Diego Cajelli mi fa ripensare a QUESTO mio post.

In particolare, condivido pienamente questa frase:
"Il punto è che “La croce dalle sette pietre” dimostra quanto vale una buona idea.
Zero.
Una buona idea vale zero, se non si hanno gli strumenti e le capacità per realizzarla.
"

sabato 8 ottobre 2011

Vedremo

Diegozilla qui: http://diegozilla.blogspot.com/2011/10/sospensione-sospesa.html ha fatto delle riflessioni interessanti che in buona parte condivido. Anch'io ho letto un po' il DDL e ci capisco poco, quindi staremo a vedere che cosa succederà. Da lunedì riprendo il blog ma stiamo con le antenne alzate.

mercoledì 5 ottobre 2011

Sospeso.

Da oggi e per qualche giorno, il blog è sospeso.
In segno di protesta, simbolico ma pratico, nei confronti del Comma 29 del DDL intercettazioni.


Wikipedia Italia si auto-sospende in segno di protesta contro il DDL intercettazioni che il Parlamento sta discutendo in questi giorni. Il rischio è che in seguito al comma 29, chiunque potrà far cancellare e rettificare da un sito internet delle notizie che lo riguardano, indipendentemente dal fatto che siano reali o diffamatorie, senza alcuna verifica da parte di un'autorità giudiziaria. Questo significa che qualsiasi politico, mafioso, imprenditore implicato in affari sporchi può imbavagliare l'informazione in internet semplicemente chiedendo che le notizie che lo riguardano vengano cancellate e addirittura rettificate. Ricordiamoci che esisteva già il reato di diffamazione, e quello bastava a regolamentare il problema.

In seguito all'auto-sospensione di Wikipedia, anche Roberto Recchioni si è auto-sospeso. Perché il DDL riguarda tutti noi, i nostri blog, i siti che guardiamo e che usiamo per informarci. Auto-sospendersi può servire a dare un'idea di come sarebbe internet imbavagliato da questo decreto iniquo. Una situazione "iraniana".

Ha poi seguito l'esempio Diego Cajelli.

Il mio blog non è altrettanto famoso, ma seguo l'esempio e spero che molti altri lo facciano.

Quindi, ripeto la frase già scritta da Recchioni e da Cajelli:
Da oggi e per qualche giorno, il blog è sospeso.
In segno di protesta, simbolico ma pratico, nei confronti del Comma 29 del DDL intercettazioni.



--------------------------

AGGIORNAMENTO:

Pare che sia stato trovato un accordo sul ddl: click qui.

Ci sarà una distinzione tra blog e testata giornalistica. La cosa però non cambia molto: per le testate giornalistiche online resta sempre l'obbligo di rettifica entro 48 ore e senza verifiche dalle autorità. Quindi anche se i nostri blog non subirebbero danni, la protesta mi sembra comunque valida.

Ganja Predator

E comunque, Predator è un rasta.

lunedì 3 ottobre 2011

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
Sito Ufficiale della Campagna Nazionale Giu Le Mani Dai Bambini