lunedì 31 maggio 2010

Artisti in cornice


Mercoledì l'illustratrice e amica Anna Bernasconi esporrà alcune sue opere ad Azzate (VA), tra cui una ispirata a un mio... scritto (chiamarlo "poesia" mi fa un po' specie) intitolato "Fuoco e vetro", che sarà esposto insieme all'opera.

Ecco le coordinate:

"ARTISTI IN CORNICE"
mercoledì 2 giugno 2010, a partire dalle 16.00
al Belvedere (piazza Ghiringhelli) di Azzate (VA)


Chi vuole sapere di più su "Azzate ai giovani" che organizza tra le altre cose la mostra, può trovare il programma qui.

giovedì 27 maggio 2010

Art.May.Sound: appuntamenti


Ecco gli appuntamenti in cui mi potete trovare al festival musical-fumettistico Art.May.Sound di Bolzano.


> Questo SABATO 29 MAGGIO
h 9.30 - 12.30
Centro giovani VINTOLA 18

Via Vintola

Workshop sul fumetto con Giorgio Salati, Donald Soffritti e Armin Barducci.
Ci sarà probabilmente anche una sorpresina, un quarto ospite molto importante che farà un salto verso la fine dell'incontro a salutarci e dirci la sua.


> Sempre questo sabato
dalle h 22 alle 23
Piazza della Mostra


KickStart + Donald Soffritti in concerto

Alle 18.30 inizierà un concerto in piazza di diversi gruppi. Il mio trio hard rock KickStart suonerà per ultimo alle 22, special guest al sax: Donald Soffritti. Attenzione: il nostro concertò durerà solo un'ora, perciò siate puntuali!

Vi aspetto tutti sabato al workshop e poi sottopalco!

mercoledì 26 maggio 2010

Come bambini


Mi sono accorto di una cosa: nelle storie in particolare per la Disney, spesso faccio comportare i personaggi come se fossero bambini. Non perché io stia scrivendo per i bambini (mi rivolgo ANCHE a loro ma non solo), ma forse - devo ancora analizzare bene il motivo - perché certi comportamenti dei bambini non sono molto diversi da quelli degli adulti: sono solo meno "complessi", più semplici e solitamente più intensi.

Per questo quando Paperino si arrabbia, diventa una furia. Quando vuole una cosa, la vuole a tutti i costi contro qualsiasi razionale controindicazione. Se vuole riconquistare Paperina, lo fa con tutti i mezzi a disposizione, e senza porsi tutti i dubbi che noi adulti ci porremmo e che spesso ci bloccano. Anche Paperone spesso si comporta come un bambino, testardo e attaccato ai suoi "giocattoli". L'egocentrismo e la generosità, la tristezza seguita repentinamente dalla felicità... il mondo infantile è una miniera "comportamentale" per chi fa il mio lavoro.

lunedì 24 maggio 2010

E i pro?


Mi capita spesso di raccontare in questo blog (ma anche altrove) delle diverse difficoltà che si incontrano facendo il lavoro dell'inventore di storie.

Sembrerebbe a volte che mi lamenti e basta, mentre in realtà di soddisfazioni in questo lavoro ce ne sono e sono tante.

C'è la soddisfazione di fare un lavoro che mi piace. Per me è diventata una cosa quasi normale, e troppo spesso mi dimentico che la maggior parte della gente invece ha dovuto mettere nel cassetto le passioni maggiori per accontentarsi di altri lavori meno "romantici".

C'è la soddisfazione di divertirsi lavorando. E di creare qualcosa di inventato da te. C'è la soddisfazione delle persone che ridono o si emozionano con le tue storie e forse sì, questa è la soddisfazione maggiore.

C'è la soddisfazione di cercare di proporre un modello per le nuove generazioni. In un mondo che mi circonda e di cui non condivido il 99%, ho l'occasione di dire al ragazzino: si può credere ancora all'onestà, al rispetto, alla dignità. E lo si può fare senza retorica, semplicemente facendo sì che un piccolo papero o un piccolo topo si sbattano da morire per aiutare un amico in difficoltà.

C'è la soddisfazione di dare una propria interpretazione del mondo, e di dire come lo si vorrebbe. Magari in maniera indiretta, senza manifesti e discorsi programmatici, ma in ognuna delle mie storie, anche quelle in cui qualche buffo animale antropomorfo fa il clown e va a sbattere con l'alluce contro lo spigolo del frigo, c'è sempre una mia visione del mondo, la mia opinione.

E' dura avere un'opinione in questo mondo, e soprattutto poterla esprimere. Io però ne ho la possibilità, e di questo devo ringraziare il mio lavoro.

Il fatto è che di solito non mi viene di parlare degli aspetti positivi del mio lavoro. Perché mi sembrerebbe di menarmela, di dire il mio lavoro è più bello di quello o di quell'altro, tot lettori mi hanno fatto i complimenti per le mie storie, eccetera.

Quindi capiterà raramente che io parli dei pro del mio lavoro, ma sappiate che sono tanti, più sicuramente dei contro.

sabato 22 maggio 2010

Proporzioni


Sul suo blog Tito Faraci tira fuori un'annosa questione, quella secondo cui per alcuni nostalgici Topolino di una volta era pieno di belle storie ogni settimana, mentre secondo altri Topolino ha sempre avuto storie belle e storie brutte, oggi come ieri.

Già che ci sono, dico anch'io la mia.

Quando mi capita di rileggere vecchi Topolini o vecchie storie, e dopo le mirabili storie di Scarpa, Cimino, Pezzin, Carpi, ecc. capito sui riempitivi, spesso nemmeno mi ricordo di averli mai letti... Perché alcune storie le leggevo con talmente poco interesse che non mi rimanevano. In fondo da piccolo ero un fan sfegatato di Paperino e sostanzialmente prendevo Topolino perché volevo leggere delle storie del personaggio in cui mi rispecchiavo di più. Topolino ho cominciato ad apprezzarlo alle medie, quando ho cominciato a leggere Gottfredson.

Ma le storie belle di solito erano una a numero e se si era fortunati due, una delle quali magari a puntate, quindi diciamo una e mezza... Gli stessi grandi autori non potevano certo sfornare un capolavoro alla settimana, ci sono tante storie "carine" e basta anche di Scarpa & co. I capolavori forse erano uno ogni due mesi. E comunque direi che paragonando a molti altri fumetti in tutto il mondo, era sempre una media molto alta.

Questo per dire che è QUELLO il Topolino che leggevo, il Topolino che amavo, con le sue storie belle e anche qualcuna brutta. Addirittura capitava di "voler bene" e rileggere storielle sfigatine e bruttarelle, che nella loro rassicurante noia ci tenevano compagnia negli ozi estivi postprandiali, quando gli unici rumori percepiti erano le cicale e il russare del papà, e perfino il dinosauro giocattolo non sembrava aver voglia di muovere un artiglio.

venerdì 21 maggio 2010

Genio?


Da' loro l'impressione di sapere assolutamente ciò che stai facendo ma che non lo sai spiegare, e ti proclameranno genio.

martedì 18 maggio 2010

Art.May.Sound


Sabato 29 maggio sarò ospite della manifestazione Art.May.Sound di Bolzano sia in qualità di fumettista che di musicista, in entrambe le occasioni in compagnia del mitico Donald Soffritti.

QUI trovate un'intervista agli organizzatori con qualche spiegazione sulla manifestazione.

Maggiori informazioni tra qualche giorno.

sabato 15 maggio 2010

il Misfatto 16/5


Domani domenica 16 maggio vi consiglio di acquistare il giornale Il Fatto Quotidiano: nell'inserto umoristico "Il Misfatto" dovrebbe esserci una vignetta scritta da me e disegnata dal grande Donald Soffritti.

Buon divertimento (si fa per dire)!

venerdì 14 maggio 2010

Braccio di Rosa


BRACCIO DI CULO IS BACK!!



Mentre il prode Tenderini è in altre faccende affacendato, il prode Berta ne fa le feci.

La seguente "Ballata di Braccio di Rosa" scritta dal sottoscritto qui presente me medesimo è stata infatti disegnata dal giovane illustratore presentatomi dal valente sceneggiator-batterista Alex Crippa, che devo ringraziare, anche per aver "diretto" i lavori e la preparazione per il ritorno dal water di quello scarto umano di Braccio di Culo.

Buona lettura!

LA BALLATA DI BRACCIO DI ROSA
personaggio creato da Emanuele Tenderini
Testi: Giorgio Salati - disegni: Matteo Bertazza

[cliccate sulle immagini per ingrandirle]

[Parte 1]
[Parte 2]
Chiunque di voi può pubblicarlo sul proprio blog, basta che specifichi che gli autori sono Giorgio Salati e Matteo Bertazza e il personaggio è di Emanuele Tenderini!

lunedì 10 maggio 2010

STA TORNANDO

il Misfatto


Non l'ho annunciato in anticipo perché non ero sicuro dell'esito, ma questa domenica è stata pubblicata su "il Misfatto", inserto satirico del giornale "il Fatto Quotidiano", una vignetta scritta da me e disegnata dal bravissimo Bruno Olivieri.

Spero che sia la prima di una lunga serie, quindi vi invito a comprare tutte le domeniche "il Fatto Quotidiano" per farvi due risate con "il Misfatto", uno dei periodici satirici migliori che abbia letto da parecchio tempo a questa parte (indipendentemente dalla presenza del sottoscritto, va da sé!).

giovedì 6 maggio 2010

Topolino n. 2842



Su Topolino n. 2842 in edicola mercoledì prossimo 12 maggio trovate la mia storia "Paperino e il 13 funesto", di tredici tavole (già, gira tutto intorno al 13!) disegnata da Marco Meloni.

Buona lettura!


mercoledì 5 maggio 2010

Insensato come un fumetto


Grazie ai blog di Tito Faraci e di Luca Boschi vengo a conoscenza della recente recensione (perdonate il bisticcio) del film "Iron Man 2" redatta dalla giornalista Alessandra Levantesi Kezich. La trovate QUI.

Ne estrapolo la parte "incriminata":
"Tanto per cominciare, bollare di insensatezza e mancanza di profondità un fumetto ci sembra bizzarro. Il fumetto è insensato per natura; e, se proprio vogliamo, la sua filosofia consiste nel riflettere il caos del mondo rifuggendo dal rigor di logica."

Ora, tralasciando di paragonare fumetti insensati come Maus, la Storia d'Italia a Fumetti di Enzo Biagi, le biografie di grandi personaggi, le ricostruzioni storiche, le testimonianze a fumetti della strage di Piazza Fontana eccetera con film altamente sensati e realistici come "Wild Wild West", lascio che a rispondere alla giornalista sia Alan Moore il quale, dopo che il suo romanzo a fumetti "From Hell" era stato trasposto nel film "La vera storia di Jack Lo Squartatore", commentò dicendo che la pellicola non aveva niente di realistico, a differenza del suo fumetto. Ad esempio il suo protagonista era un normale poliziotto di mezza età, mentre il personaggio interpretato da Johnny Depp era un giovane oppiomane, e se l'avessero scoperto, altro che venirlo a riprendere e rimetterlo in sesto, l'avrebbero sbattuto in galera. Secondo Moore, in epoca vittoriana sarebbe bastata la pettinatura di Depp a farlo buttare fuori dalla Polizia.

Qui sta tutta l'insensatezza del fumetto e la sensatezza del Cinema.

Probabilmente la signora Levantesi era in buona fede, ma l'idea per cui il fumetto sia un mezzo poco serio per natura resta ahimè radicata soprattutto in certe generazioni, anche nelle menti più benintenzionate.

Tempo presente


Non so se capita anche ad altri sceneggiatori, ma ho - soprattutto in periodi di lavoro intenso - una strana deformazione professionale.

Capita di sentire qualcuno raccontare la trama di un film o di un libro al passato. "Poi Sherlock Holmes è saltato dalla finestra, si è tuffato nel Tamigi e Watson l'ha recuperato con la barca". Questa cosa spesso mi dà fastidio. Uno sceneggiatore lo riconoscerete perché la trama di un film ve la racconterà al presente: "Sherlock Holmes poi salta dalla finestra", ecc. Per forza: i soggetti si scrivono al presente, e uno sceneggiatore impara che un film va raccontato in quella maniera.

La cosa strana però è che non mi succede solo coi film, ma anche con la vita reale. A volte mi capita di raccontare un fatto che mi è successo al presente: "Poi Tizio mi telefona e dice che sta arrivando anche Caio".

E il peggio è che capita che mi infastidisca sentire qualcuno che racconta al passato: "Poi Tizio mi ha chiamato e mi ha detto...". Come se raccontare un evento passato al passato sia sbagliato.

Ecco, quando mi accorgo di essere infastidito da queste cose, capisco che è il momento di una vacanza.

lunedì 3 maggio 2010

[ipse dixit] Bradbury + Kurosawa


"Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos'altro che porti poi la nostra impronta. La differenza tra l'uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere sta nel tocco, diceva."

Ray Bradbury, Fahrenheit 451

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Questo passaggio mi fa venire in mente anche "Vivere" di Akira Kurosawa:

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