lunedì 30 dicembre 2013

Jules Verne su RaiGulp

La prima stagione de "Le straordinarie avventure di Jules Verne" è finita per quanto riguarda Rai 2, ma su Rai Gulp sono in replica addirittura tre volte al giorno: alle 17, alle 22.30 e alle 6.30.

Buona visione!

mercoledì 25 dicembre 2013

Buon Navale... cioè... sì insomma...

Chi mi conosce sa che ho un rapporto un po' conflittuale col Natale (un po' come quello che ha Zio Paperone nella mia storia Disney "Zio Paperone in fuga dal Natale").

Però voglio farvi ugualmente gli auguri, tramite questo breve e divertente video di Bruno Bozzetto.




lunedì 23 dicembre 2013

Sanò su Elle

Sul numero di ELLE attualmente in edicola trovate un articolo molto interessante scritto dalla mia amica giornalista Fiamma Sanò.

Racconta di come in 8 mesi è riuscita a dimagrire di 30 kg.

Un articolo molto interessante. Si potevano scrivere un sacco di banalità sull'argomento, e invece è riuscita a scrivere cose intelligenti, semplici ma profonde, sul perché decidere di fare un passo del genere, e sul viaggio interiore che questo comporta.

Vi consiglio di dargli una letta.

venerdì 20 dicembre 2013

Ho letto Unastoria


Ho finalmente letto "Unastoria" di Gipi. Ammesso che "letto" sia la parola giusta.

Guardato? Fruito? Vissuto?

Come dice anche il buon Ercolani in questa recensione, non sono mai stato un fan di Gipi, nel senso che lo apprezzavo ma non era certo il mio autore preferito.

Trovavo il suo acclamato LMVDM a tratti straziante, a tratti furbo.

Poi ho avuto modo di conoscere meglio Gipi, e la cosa che mi ha colpito di più è la sua onestà intellettuale. Il suo esporsi senza compiacersi, a differenza di molti autori che raccontano il proprio ombelico anche per esibizionismo.

E ora, Unastoria. Non so da dove cominciare, davvero.

Due vicende brevi, semplici, evanescenti, che si intrecciano in modo non scontato. Spiegare in maniera razionale di che cosa parla rovinerebbe il gusto poetico che mi è rimasto in bocca. A chi ancora non l'ha letto, dico solo che si parla di follia, si parla di Prima Guerra Mondiale, si parla di istinto di sopravvivenza.

Ma la storia narrata in sé è il meno, o meglio, è solo una parte.

Le tavole, signori. Le tavole.

Non sono mai stato uno che comprava un fumetto per i disegni. Sempre per la storia. Rarissimamente l'ho fatto per le illustrazioni, tipo Toppi, Zezelj, Rosenzweig.

Ma con Unastoria ho sperimentato l'ebbrezza di farmi emozionare semplicemente osservando le tavole. I colori, le atmosfere. Non sono bravo a parlare di disegni e non lo farò. Ma quegli acquerelli, leggendo il libro, tornano liquidi e si versano negli occhi fino all'anima.

Non so se sia un fumetto diverso dagli altri o sono io che sono maturato rispetto a quando compravo i fumetti solo per le storie e non per la qualità dei disegni.

Magari capita anche a voi, mi è successa quella cosa per cui mentre leggi, sfogli le pagine e intanto ti dici "Non così veloce, stupido! E' troppo bello per finirlo in fretta!". Quando l'ho chiuso, però, sapevo di poter contare sulla sua presenza a portata di notti insonni. Perché non lo riporrò tanto presto in libreria. Hai la bellezza sul tuo comodino, non la archivi tanto presto.

Unastoria è un'esperienza autunnale. Per colori, per tematiche. L'autunno di un'epoca storica, della vita di una persona, della carriera di un artista. Il momento in cui le foglie cominciano a diventare gialle e il cielo plumbeo, ma checché se ne dica, nascono i frutti più buoni.

E questo è tutto ciò che ho da dire.


Ah, pare che l'abbiano candidato al Premio Strega. Non so. Se vincesse ne sarei contento, ma non mi convince.

Per me Unastoria è qualcosa di più di un romanzo.


mercoledì 18 dicembre 2013

Nomi dei personaggi


Quando scrivendo una storia devo inventare un personaggio, spesso faccio una ricerca sui significati dei nomi, perché vorrei che non solo il suono della parola, ma anche l'etimologia si adatti al carattere del personaggio.

Il problema, di solito, è nel dare i nomi ai personaggi negativi. Perché 99% dei nomi hanno ovviamente un significato positivo: nessuno chiamerebbe il proprio figlio Malvagio o Carogna.

L'unica soluzione che ho trovato finora è stata, oltre a smetterla di farmi tante pippe mentali e scegliere semplicemente nomi con un suono interessante, anche la scelta di significati aderenti alla percezione che tali personaggi hanno di sé.

Ad esempio, se si tratta di un personaggio megalomane e auto-referenziale, sceglierò nomi dai significati altisonanti tipo re, imperatore, condottiero, colui che è giusto, mandato da Dio, eccetera.

In questo modo cerco di comunicare, in maniera latente, il mondo interiore anche del personaggio negativo.


giovedì 5 dicembre 2013

Educare alla narrazione


Recentemente mi è capitato di fare degli incontri sula narrazione con ragazzini di prima media.

Di solito negli incontri parlo di fumetti o di sceneggiatura, ma in questo caso si parlava di narrazione in generale, e abbiamo anche inventato una storia insieme.

E una volta di più mi sono reso conto di una cosa in sé piuttosto banale ma a cui pochi pensano, cioè di quanto importante sia educare i ragazzi alla narrazione. Non è un lusso, è una necessità per la formazione di una persona.

Perché imparare ad analizzare e a raccontare una storia significa capire il mondo esterno e saper raccontare il proprio mondo interiore.

Significa imparare a spiegare e a spiegarsi.

Perché capire come si struttura una storia, mettendo nel giusto ordine gli eventi importanti ed eliminando tutto ciò che è superfluo, significa aiutare gli altri a capirti, in qualsiasi ambito.

Se devo fare una denuncia in Polizia e devo spiegare come sono avvenuti i fatti. Se devo fare un colloquio di lavoro e spiegare in poche parole qual è la mia storia professionale. Se voglio far capire a una ragazza che mi piace quello che ho dentro senza che questa si suicidi per noia. Se devo spiegare a un idraulico/elettricista/tecnico pc qual è l'inconveniente da aggiustare e come è avvenuto il guasto.

Saper raccontare una storia significa avere una forma mentis condivisa e condivisibile. Per quanto complessi possiamo essere dentro, ci sarà sempre un modo per raccontarci.

Sempre che qualcuno ce l'abbia insegnato.


Immagine: © 1970 Gail E. Hailey


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