Poco tempo fa un amico e collega mi ha mandato questa citazione tratta dal prologo di "Don Chisciotte della Mancia" (che non è un prete fissato con la paghetta) di Miguel de Cervantes, a proposito della scrittura umoristica:
“(...) Procurate che alla buona, con parole espressive, decorose e ben collocate, sorga il vostro discorso, il vostro periodo sonoro e festoso, ritraendo, in tutto quello che vi riuscirà e sarà possibile, la vostra intenzione, facendo comprendere i vostri concetti senza ingarbugliarli, e renderli oscuri. Procurate pure che, nel leggere la vostra storia, chi è malinconico abbia ad esser mosso a risa, chi è allegro abbia ad accrescere la sua allegria, l’ignorante non si annoi, il sapiente ammiri l’invenzione, il personaggio d’alto affare non la disprezzi, né chi ha senno abbia ad omettere di lodarla.”
Ha poi aggiunto (l'amico, non Cervantes!): "Alcuni (tu e io compresi, a scanso di equivoci) dovrebbero tatuarsela addosso e rileggerla quando si siedono per scrivere". Sono totalmente d'accordo, soprattutto per quanto riguarda la scrittura disneyana!
Giorgio
venerdì 18 aprile 2008
Don Quijote
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2 commenti:
Sì, conosco il tipo, mi sa che è un amico comune: l'ha mandata anche a me! :-)
Ser
Mitico!
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