sabato 2 agosto 2008

Il cavaliere oscuro


Sul blog del collega e amico Sergio Badino si discute spesso di sceneggiatura, passando anche per recensioni dei film che si vede di volta in volta. Di solito commento le sue recensioni direttamente là, però siccome il mio commento stava diventando un po' troppo lungo ho optato per il "ping-pong" scegliendo di commentare il suo post con una mia recensione qui sul mio blog. Ovviamente se siete interessati all'argomento vi consiglio di leggere prima la sua recensione. E prima ancora di vedere il film.

Passiamo alla mia.

ATTENZIONE: IN SEGUITO VENGONO SVELATE PARTI DELLA TRAMA, quindi sconsiglio a chiunque non ha visto il film di proseguire la lettura del post, se non vuole rovinarsi il gusto del film.

Dunque, "Il cavaliere oscuro" è veramente lungo, e sicuramente dovrei rivederlo almeno un'altra volta per mettere meglio a fuoco e dare un giudizio più definitivo.

Per ora la mia impressione è molto buona. Ho avuto una sensazione strana circa la struttura del film. Innanzitutto più che un film mi è sembrata una specie di mini-serie strizzata per farla stare dentro un film.

La struttura infatti più che classicamente circolare, con i tre atti ecc., sembra un susseguirsi di "episodi" in cui la minaccia di Joker si fa sempre più grossa. Prima la rapina, poi l'accordo coi mafiosi, poi il tiro a segno contro vari personaggi (il sindaco, Harvey Dent), poi lo sfiguramento di Dent e la morte di Rachel, poi la minaccia contro l'ospedale, poi la sfida alla città intera, poi la minaccia ai due traghetti, e infine la minaccia alla famiglia di Gordon. Ognuna di queste minacce sarebbe stata un ottimo comic book oppure un'ottima puntata di una fiction tv. Il fatto è che in un film, quando inizia la successiva minaccia ti sei già dimenticato la precedente, col risultato che fai fatica a raccapezzarti sul "motore" generale del film. Hai veramente la sensazione di star guardando una serie riassunta. E soprattutto per buona parte all'inizio avevo la fastidiosa sensazione di non capire PERCHE' i personaggi facessero quello che facevano. Perché Joker fa quello che fa? E Batman? Sembrano domande oziose ma sentivo che mi mancava una motivazione forte che facesse da motore all'azione. Non capivo che cosa VOLESSE Joker. Sono abituato in questo modo. Poi invece mi sono reso conto che Joker non VUOLE niente. Lo fa e basta. E' spiazzante e poco rassicurante, da spettatore.

Non c'è un motivo per cui i personaggi fanno quello che fanno, e quindi non c'è motivo per cui io stia qui a vedere questo film, eppure mi sembra così figo e coinvolgente... vuoi vedere che sto scoprendo qualcosa di nuovo? Una specie di free-jazz cinematografico? Voglio dire, ci sono film molto più d'avanguardia, ma quando si parla di produzioni hollywoodiane è un altro paio di maniche. Uno dei pochi a osare con la struttura in tempi recenti è stato Tarantino.

Pian piano mi sono abituato a questa struttura strana e ho apprezzato ugualmente la pellicola. E molto. Forse in certi casi è un bene rompere le regole e creare qualcosa di diverso, anche se non perfetto. E' addirittura SANO. Potevamo vedere la classica storia hollywoodiana con una perfetta struttura circolare, e invece abbiamo visto una specie di saga che non inizia e non finisce, semplicemente ci ritroviamo nel mezzo di casini sempre più grossi e non possiamo far nulla per fermarlo, solo sperare che Batman ci dia una mano. Joker qui fa VERAMENTE paura. E' un MOSTRO. Il personaggio è stato studiato ottimamente e l'interpretazione di Ledger è magnifica. Peccato davvero aver perso un simile talento emergente (fra l'altro aveva più o meno la nostra età, Sergio!).
Be', comunque è questo l'effetto che gli sceneggiatori volevano ottenere: noi abbiamo paura di Joker, della sua caotica follia che SEMBRA senza senso, e invece nasconde sempre un piano troppo complicato e inesorabile perché noi possiamo capirlo in tempo. E aspettiamo che Batman ci metta una pezza, naturalmente sempre all'ultimo secondo. Ma qui è Joker il burattinaio. Noi siamo marionette nelle sue mani, e Batman è solo un povero omino come noi che si trova sempre in ritardo, sempre braccato. Solo che mentre tutti gli altri scappano, lui va incontro al pericolo e in qualche modo sistema i casini. Ma lo fa sempre improvvisando, perché non c'è mai tempo per fare dei piani. E in fondo da spettatore è una sensazione bella, un'adrenalina continua, ma non di quelle adrenaline da quattro soldi tutte esplosioni e inseguimenti in auto (che per carità non mancano in questo film), è un'adrenalina più REALISTICA. Perché questo film non segue le regole, come non le segue Joker, e come non ne segue la realtà.

A dirla tutta qualche passaggio che non mi ha convinto c'è stato. Ad esempio il personaggio di Harvey Dent. Tralasciando il fatto che alcuni di noi già sapevano che sarebbe diventato Due Facce, il personaggio non mi è sembrato costruito troppo bene. All'inizio è troppo paladino della giustizia, e l'accento che si pone su questo aspetto è talmente forte da non lasciar spazio per mostrare la natura dualistica di Dent che poi uscirà in seguito con violenza. Il momento in cui punta la pistola alla testa del malvivente vestito da poliziotto stona un po', sembra inserito un po' a forza apposta per giustificare la successiva follia. E infatti più tardi sarebbe sembrata giustificata una sete di vendetta nei confronti di Joker, ma non di Gordon. Almeno a me è sembrato così. Comunque quanto alla sua megalomania sono sicuro che nel prossimo film ci sarà modo di sviluppare maggiormente questo aspetto del super-cattivo.

Il personaggio di Gordon invece mi è sembrato molto fedele al fumetto.

Altra cosa che non mi ha convinto: faccio fatica a credere alla decisione degli abitanti dei traghetti di salvare la vita agli altri rischiando la propria. Capisco che essendo pur sempre un film hollywoodiano ci voleva un finale ottimista, in cui comunicare il solito concetto rassicurante (o inquietante, a seconda dei punti di vista) "in fin dei conti gli americani sono tutti buoni", e credo che possa anche essera fattibile una scena del genere, ma mi è sembrato che stonasse con l'atmosfera generale del film. Non è stata costruita a dovere, forse il film era già lungo e non c'era tempo di sviluppare meglio i personaggi nei traghetti per spiegare il perché delle loro scelte. E la frase di Joker "Non ti puoi più fidare di nessuno" suona come una giustificazione dello sceneggiatore imbarazzato che non sa come rendere credibile la scena (e mostrando di riconoscere i trucchetti confesso implicitamente di usarli anch'io). Perché alla fine sappiamo che - come insegna Alan Moore in "The Killing Joke" - l'essenza del rapporto Batman-Joker sta in un concetto semplice: là fuori è un mondo troppo crudele, e l'unica risposta, l'unico modo per prendere di petto la realtà e non subirla passivamente, è la FOLLIA. La follia di essere un criminale pitturato da clown o un paladino della giustizia vestito da pipistrello. Questo è il succo del film, ed è un succo amaro ma - per uno spettatore atipico come me - squisito, esaltante.

Domanda: vuoi vedere che il figlio di Gordon, che in entrambi i film di Nolan abbiamo visto appassionato fan di Batman, in futuro diventerà Robin?

La palla torna a te, Sergio!

Giorgio

6 commenti:

Unknown ha detto...

Premessa: non capisco un tubo di sceneggiatura... detto questo: per quanto riguarda la scena dei traghetti, in cui tu sostieni che quello che traspare, come messaggio, è: "in fondo tutti gli americani sono buoni" io non l'ho vista così, per come l'ho vista io, c'erano due gruppi di persone contrapposte i così detti "normali, onesti lavoratori" e i criminali, quelli che ammazzano e rubano, posti in una situazione dove entrambi gruppi hanno potere di morte sull' altro.
La scelta finale è ovviamente scontata, ma è come avviene la scelta che conta: si vede un "onesto lavoratore" che si alza, va a prendere il detonatore perchè sostiene che nessuno su quella nave ha il coraggio per fare quello che va fatto. Poi, però, non lo fa nemmeno lui, ma non perchè è un "buono" e i buoni queste cose non le fanno, no. Non lo fa perchè ha paura, non perchè è la cosa giusta.
Per contro dall' altra parte abbiamo un criminale che, a rigor di logica,non dovrebbe aver remore. Ma questo, una volta preso il detonatore, lo butta senza esitazione: anche questa mi sembra una bella antitesi ( non so se sto usando il termine in modo appropriato): i normali che sono tentati dall' oscurità e i criminali, che nell' oscurità ci sguazzano, che non hanno esitazione nel compiere un' atto di bontà.
Anche la frase del Joker "Non ci si può più fidare di nessuno" è sibillina: a chi si riferisce? ai criminali, o ai normali?
Scusate se vi ho tediato con queste banalità.

Giorgio Salati ha detto...

Caro ziolele, quelle che hai scritto non sono affatto banalità, e comunque la discussione è sempre gradita su questo blog!

Dunque, quello che dici potrebbe anche essere giusto, e probabilmente per certi versi è anche il messaggio che volevano comunicare gli sceneggiatori, ma la mia impressione è che la scena non sia stata sviluppata in maniera credibile.

Secondo me la motivazione del tizio "onesto" non è derivata dalla paura, quanto piuttosto dalla sua coscienza: a rigor di logica lui pensa che meriterebbero di morire i criminali piuttosto che loro, ma poi non lo fa perché non se la sente di macchiarsi di una strage, la sua coscienza glie lo impedisce.

Similmente, il criminale grosso e brutto inaspettatamente invece ha già deciso da tempo che la cosa giusta da fare è salvare le vite delle persone sull'altro traghetto.

Non so bene se il significato della scena sia "in fondo la gente è buona", mostrando quindi una ingenua fiducia nell'umanità (e quindi negli americani, perché è così che funziona nei film hollywoodiani), oppure se piuttosto sia un messaggio "educativo", del tipo: "tutti noi possiamo trovarci nelle situazioni peggiori che ci possano trasformare in mostri, ma anche allora dovremo trovare dentro di noi la forza morale che restituisca dignità all'umanità". Il messaggio "educativo" mi piace, mentre il messaggio di "fiducia" nell'umanità o negli americani mi sembra "buonista".

In tutti i casi, nella scena mancano le vere motivazioni dei due personaggi che fanno la scelta giusta. Cioè, sappiamo che è una motivazione di tipo morale, ma non sappiamo da dove deriva questa motivazione, non conosciamo la storia di queste due persone. Mi sembra troppo meccanica questa scelta "a sorpresa". Scommetto che quando uscirà il dvd nei contenuti speciali ci saranno delle scene tagliate con maggior sviluppo dei due personaggi.

E c'è un'altra cosa che non mi convince di quella scena. Mi pare poco sensato che queste persone compiano questa scelta senza che si veda una "spinta" morale dall'interno (propria storia personale) né dall'esterno, vale a dire Batman. Se fosse stato l'esempio di integrità morale di Batman a far loro scegliere nel modo giusto, avrebbe avuto più senso: in questo modo Batman sarebbe stato ancora più l'eroe, indirettamente sarebbe stato lui a salvare le vite dei passeggeri col suo esempio. E avrebbe avuto quindi più senso la battuta di Batman a Joker "Sei rimasto solo" (o qualcosa del genere, non ricordo). Cioè: "Non sei riuscito a contagiare i cittadini con la tua cattiveria perché loro hanno seguito il mio esempio, quindi io ho la gente dalla mia parte".

Magari lo si vedrà nei contenuti speciali...

Giorgio

Unknown ha detto...

Mah, onestamente, io Batman non lo vedo proprio come un esempio di integrità. Non scordiamoci cos'è che lo spinge... la vendetta, e il senso di rivalsa nei confronti dei criminali. Tirando in ballo il primo film della serie,ti rocordi cosa disse a Raz Al Ghul mentre stavano sul treno? suonava come: "Non ti uccido, ma non sono tenuto a salvarti" a me questo non sembra un esempio di moralità. Batman ha un senso della moralità quantomeno singolare. Quello che vuole è semplicemente fermare quanti più criminali possibile e per farlo sceglie mezzi al di là della legge, non perchè siano strettamente necessari, ma semplicemente perchè sono più "veloci" è vero che non uccide, ma è altrettanto vero che ha le "mani pesanti", e non disdegna approcci violenti per risolvere la situazione.
Questo lo rende un personaggio ambiguo e oscuro, che difficilmente può essere usato come simbolo di integrità (a meno chè non si parli del batman di Adam West...).

Giorgio Salati ha detto...

Sono d'accordo sulla tua interpretazione di Batman per quanto riguarda il personaggio fumettistico, soprattutto nell'interpretazione di Frank Miller. Nel film però è un po' diverso, e l'esempio lampante è proprio quando Batman per salvarsi la vita lancia Joker giù dal grattacielo ma poi lo salva e Joker lo prende in giro perché è onesto fino alla fine. Quindi in questo film Batman è un personaggio con una certa coscienza.

Ricordiamoci che dal punto di vista morale poi una cosa è lasciare che uno che ti ha aggredito muoia a causa delle sue stesse azioni, un altra cosa è invece decidere a sangue freddo di azionare un detonatore causando la morte di centinaia di persone.

E resto dell'idea che è il protagonista a dover risolvere la situazione: lui comunque è l'eroe, che abbia o no una dimensione morale.

Giorgio

Anonimo ha detto...

Eccomi Giorgio, alla fine ce l'ho fatta a rispondere! Sono tornato a vedere il Cavaliere Oscuro una seconda volta, e ne ho avuto di nuovo una buona impressione. Ci sono le pecche, perché di sicuro per scrivere la sceneggiatura i Nolan non hanno avuto anni di tempo, e quando la macchina di una produzione del genere si mette in moto, il giorno delle riprese arriva, sceneggiatura o no. Questo elemento secondo me è alla base di molte cazzate presenti in troppi film, e di sicuro anche in questo, che però sta decisamente - a mio avviso - sopra la media. E' un film in cui si è osato, in cui si è cercato di fare qualcosa di nuovo. Le cose nuove, o in parte (qui non è che siamo di fronte alla novità totale, ma almeno è un tentativo di diversificare)non riescono mai completamente al primo colpo. Qui si avvicinano molto a un livello ottimo. La scena dei traghetti era in un certo qual modo necessaria, se no - penso - lo spettatore medio non avrebbe potuto accettare una visione così pessimistica. Se la levi, pensaci un po', l'unica redenzione catartica che lo spettatore prova è quella finale di Batman, in cui, per levarsi di dosso il sangue dei poliziotti che ha lasciato morire per prendere Joker, si addossa ogni colpa. Sarebbe stato un film eccessivamente cupo, e già lo è! Avevo letto che tolsero Batman a Tim Burton dopo Batman-Il Ritorno perché troppo cupo: era una visione troppo personale del character. A me piace un sacco, ma sto divagando. Su harvey dent sono d'accordo, non è centrato a dovere. E' un cattivo strepitoso secondo me, ma come fai a gestirlo a dovere quando devi maneggiare un personaggio come Joker? Credo che forse avrebbero dovuto inserire harvey già nel film precedente, per rendere meno brusca la sua discesa nel baratro. Sulla struttura, infine, mi trovo ancora in accordo con te: è molto sincopata, trascende gli schemi, forse per cercare di raggiungere anche nella trama un approccio più realistico - aderente alla vita, se mi passi l'espressione e ammesso che sia possibile - e meno hollywoodiano. Ho letto un sacco di volte, a proposito di questo film, che d'ora in poi il cinema di supereroi non sarà più lo stesso, e... beh, forse un po' è vero.
BADman

Giorgio Salati ha detto...

Be' Sergio, concordo abbastanza con la tua analisi. Mi sono divertito a fargli le pulci, però scriverne, di film del genere!

Mi è comunque piaciuto parecchio, non è un film perfetto ma è molto buono, e spero che con la sua piccola sperimentazione riesca a influenzare anche i prossimi film supereroistici!

Resta davvero solo il rimpianto per un così bravo Joker morto troppo presto...

Giorgio

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