domenica 18 gennaio 2009

Parolacce


Certi recenti ritardi delle poste mi riportano alla memoria un episodio della mia infanzia.

Da piccoli io e mio fratello eravamo fanatici di Topolino, cui ovviamente eravamo abbonati. Guai se ci fosse stato un ritardo nella consegna.

Ricordo che una volta - io avrò avuto 7 anni e mio fratello 11 - tornammo da scuola e per la seconda settimana di seguito non trovammo Topolino in casella.

Ci lamentammo tra di noi che no, non si fa così, ma quelli di Topolino per chi ci hanno presi, eccetera... I discorsi che fanno i grandi quando parlano del governo.

Ad un certo punto io me ne salto fuori con "Che str**zi!". Anche questo rientrava nel repertorio degli adulti (ma non dei miei genitori).
Mio fratello mi guarda con gli occhi sgranati, mi sgrida: "Ma che cosa dici?! Sei impazzito?! Non lo sai che è una parolaccia?!". La mia reazione: "Sniff... UAAAH!".

Quel giorno ho scoperto due cose. Innanzitutto, l'esistenza delle parolacce. E secondo, che ci si accorge del lavoro altrui (in questo caso di chi lavorava a Topolino) solo nel momento in cui ci si deve lamentare. Già. Le cose stavano così anche allora, quando ancora non esistevano internet e i relativi forum.

Tanti anni più tardi, i miei rapporti con quelle persone (o meglio, chi le aveva sostituite) sarebbero stati molto migliori. Ma non sanno che qualcuno là, si è preso dello str***o da parte mia. E che mio fratello l'ha difeso.

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