lunedì 27 febbraio 2012

Onestà


Mantova Comics è come sempre ricca di spunti.

La conferenza stampa di presentazione di LAW è andata benissimo, ma fra le altre cose mi sembra interessante riportare un momento in particolare della giornata di sabato.

Un momento di cazzegg... ops, scusate, di peneggio in cui tra una chiacchiera e l'altra una disegnatrice mi ha posto questa marzulliana questione:

Tu che sei uno sceneggiatore, secondo te qual è la cosa più importante quando si scrive?

Normalmente quando mi fanno queste domande resto a bocca aperta pesce-lesso-style e mi si blocca la favella. Le domandONE sulla Creatività, l'Arte, l'Universo e tutto quanto mi prendono troppa ram, e minimo sei-sette giorni per espletare una risposta sensata.

In questo caso invece no, la risposta mi è uscita dalla bocca quasi senza che me ne accorgessi: "L'ONESTA'".

Cioè?

In realtà è un discorso applicabile a qualsiasi forma d'arte.

Secondo il mio punto di vista, la prima cosa fondamentale nella creazione di un'opera, una storia, una canzone, un disegno, di qualsiasi genere, è l'intenzione, l'onestà con cui si approccia il mezzo.

Al di là della tecnica, del talento, del mercato e del target cui ci si rivolge. Bisogna essere onesti con se stessi e col nostro lettore. Scrivo storie per la Disney non perché mi paga le bollette, ma perché a me piacciono i personaggi Disney e mi piace far vivere loro delle avventure.

Se scrivo una canzone in stile AC/DC lo faccio non perché voglio piacere ai fan degli AC/DC, ma perché A ME piace quel genere. Non li devo copiare, devo solo scrivere quello che sento dentro, e se somiglia molto agli AC/DC, se una mia storia somiglia molto a una di Carl Barks, be', pazienza. Qualcuno la troverà banale? Non fa niente, io sono stato onesto, ho raccontato quello che sentivo di voler raccontare.

Se - al di fuori di Disney - scrivo una storia un po' "alternativa" non è perché voglio atteggiarmi da "Autore", non voglio fare il Gipi della situazione. Semplicemente mi è uscita così e a me piace così.

Meglio fare delle citazioni ed enunciarle, piuttosto che plagiare facendo finta di niente.

Invece capita spesso di leggere storie che vogliono disperatamente ottenere un certo tipo di responso dal lettore, dalla critica, o sopratutto dai commenti in internet. Sembra che oggi sia diventato importantissimo il giudizio di chi scrive in forum, blog e social network, come se qualche decina di commmentatori possa rappresentare migliaia di lettori.

Si vedono in giro tante band che fanno il verso a quella o quell'altra band famosa. Quelli che si truccano e si mettono gli spandex pensando di poter essere i nuovi Motley Crue pur essendo nel 2012 e abitando a Carugate. Piuttosto, meglio un tributo.

Quando trovi però la band che non fa niente di originale ma non si atteggia e ci mette il cuore, te ne accorgi. Loro SONO così, non fingono. Quella musica ce l'hanno dentro, e allora diventa un piacere sentirli.

E anche quando si ha uno spunto originale bisogna essere onesti. Perché a volte si leggono storie che sono dei "bluff". Magari un incipit interessante, uno spunto addirittura geniale, ma poi la pigrizia dell'autore prende il sopravvento e lo sviluppo è casuale, banale, o poco sensato. Questo è disonesto nei confronti del lettore-spettatore, che hai catturato con un buon inizio e poi te ne sei fregato per il resto della storia.

Insomma, l'onestà intellettuale nel creare un'opera per me è fondamentale, e spesso traspare anche nel risultato finale: il lettore-spettatore-ascoltatore se ne accorge.

2 commenti:

Manu ha detto...

magnifico post! bravo!!!!!!

Giorgio Salati ha detto...

Grazie Manu!

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