Sembra che la mia sequela di riflessioni circa il web non si arresti più. Forse sto per diventare un tutt'uno col mio modem... Comunque.
Spesso i social network ci danno un'idea distorta di ciò che è il nostro rapporto col mondo, di ciò che il mondo pensa di noi.
Ammesso che valga la pena interessarsi di cosa pensano gli altri di noi, sicuramente Facebook non è il posto giusto per averne una chiara idea.
I "Like" e i commenti che i nostri "amici" fanno ai nostri post sono soltanto la punta dell'iceberg. Sul mio profilo ho più di 1700 "amici" (le virgolette sono sempre opportune), quindi se ho 30 "like" non è nemmeno il 2% degli amici. So che a quella piccola percentuale piace ciò che ho scritto, ma non so che cosa ne pensano gli altri.
Invece spesso crediamo che se abbiamo dei "like" su un nostro post, allora alla gente piace quello che scriviamo. Purtroppo non è così. Potrebbe anche essere che tutti gli altri amici apprezzino senza aver cliccato "Mi Piace", ma può anche essere il contrario. Può essere che non abbiano premuto "Mi Piace" perché non apprezzano, ma non te l'abbiano scritto nei commenti per non dispiacerti.
Ecco quindi che nasce una visione piuttosto distorta di ciò che il mondo pensa di noi: bisogna tener conto della "maggioranza silenziosa" che non si esprime.
Allo stesso modo chi commenta un nostro post che non è d'accordo, o polemizza, non è certo rappresentativo della maggioranza. E' più facile che qualcuno faccia sentire la sua voce per comunicare il proprio dissenso, che il contrario. E' naturale: se sono d'accordo non ho bisogno di ribattere a un'affermazione.
E qui veniamo al mio lavoro. Questo meccanismo è valido anche per ciò che riguarda i responsi in rete dei fumetti e delle opere d'ingegno in genere.
Troppo spesso i miei colleghi (e a volte anch'io) si lasciano coinvolgere da ciò che si legge in rete a proposito dei nostri lavori. Recensioni su siti di critica fumettistica, ma anche blog, forum, social networks, ecc.
Da sempre si dice che è sbagliato, che non sono rappresentativi della maggioranza, eppure ogni tanto ci si ricasca.
Eppure è lampante: chi scrive qualcosa in internet a proposito di un fumetto è una piccolissima minoranza di persone che sono talmente appassionate da volerne scrivere bene, o talmente disgustate da volerne scrivere male. Se in internet trovo 50 commenti di lettori, che cosa sono in confronto all'opinione di decine di migliaia di lettori che non dicono la loro? Che cosa penserà la maggioranza silenziosa?
Certo, questi commenti, se sono tanti, ti danno comunque una vaga idea dell'opinione diffusa circa un'opera. Sono come un piccolo sondaggio, ma come si sa i sondaggi non sempre sono veritieri. Ripeto: è la cima di un iceberg, e che cosa c'è sotto non lo sapremo mai davvero, a meno che non andiamo a intervistare i lettori uno ad uno.
Poi sicuramente io trovo interessanti tutti i commenti che vedo delle mie opere, li leggo, li ascolto, se trovo spunti interessanti di riflessione aggiusto il tiro nelle mie storie successive (soprattutto se mi rendo conto che il lettore non ha capito certi passaggi o ha capito troppo presto un particolare che costituisce un colpo di scena), ma sono io a decidere. Tengo conto di tutto ciò che mi viene scritto, ma di sicuro non mi faccio dire da un lettore come si costruisce la struttura di una storia. Il parere di uno è il parere di uno, non della maggioranza dei miei lettori.
Il problema è che a volte le stesse case editrici si fanno abbagliare da questo mondo illusorio della rete, modificando le proprie scelte editoriali in base a qualche decina di utenti di forum o commentatori di blog. Pensano che gli autori più popolari in rete lo siano anche tra i lettori e viceversa gli autori poco presenti in internet non siano apprezzati. A volte può essere vero, anzi, magari un autore che ha tot utenti in internet ne hanno 10 volte tanto su carta. Ma non è una cosa matematica.
Quella mutuata da internet è una percezione distorta e pericolosa, che può peggiorare lo stato della nostra editoria.
Certamente internet è molto importante oggi per promuovere i nostri lavori e per la nostra immagine di creativi. E' importante nella direzione Autore->Utente. Ma le informazioni in direzione contraria, Utente->Autore/Casa Editrice sono spesso distorte o poco indicative.
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