lunedì 19 novembre 2012
Scienza e fiction
Mi è capitato di parlare con qualche scienziato consulente per un progetto a fumetti, oppure di chiacchierare con uno di essi semplicemente a proposito di un fumetto, film, eccetera.
A volte (non sempre) il mio interlocutore dimostrava disprezzo per ciò che non era aderente al 100% alla realtà scientifica, come se fosse stato violentare la sua materia.
Un paio di questi scienziati si sentivano talmente depositari della verità da non ammettere la possibilità di fare della fiction sulla scienza: ciò che non è mai stato osservato non lo si può nemmeno ipotizzare in una storia. Il che mi sembra la negazione stessa della scienza. E soprattutto farne dell'intrattenimento, guai! Vorrai mica divertirti nella vita!
Poi è ovvio che spesso la fiction esagera, che alcuni film romanzano in maniera ridicola situazioni che non hanno niente di plausibile.
Però, senza voler arrivare a certi eccessi, la narrazione ha delle sue regole, molto complicate, esattamente come le ha la scienza. Una aderenza manichea alla letteratura scientifica, che impedisca di spostarsi dal "vero" al "plausibile", blocca tutto, soffoca le possibilità narrative.
Quegli scienziati che con una certa spocchia disprezzano l'uso della loro materia nella fiction (comunicando tacitamente "IO sono uno scienziato, faccio qualcosa di utile, mica come film e fumetti che non servono a niente"), a me sembrano invece molto ingenui, quasi naif. Perché mentre io mi rendo conto che la scienza ha delle regole molto complesse, loro non si rendono conto delle regole che ha la narrazione.
Di certo io non pretendo di dire a un biologo o a un chimico come dovrebbero lavorare. Viceversa, sembra che chiunque pensi di sapere come funziona una storia. Che sia una cosa molto facile.
Perfino i più fini pensatori possono dimostrarsi superficiali.
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2 commenti:
Com'era quell'aforisma di Einstein?
"Tutti si prodigano con l'affermare che qualcosa è impossibile finchè non arrivà un ignaro e la realizza" (o qualcosa del genere).
La scienza ha la verità che circoscrive o lo cerca di fare, tutto il mondo misurabile, il resto NON ESISTE, finchè non si scoprono leggi o fenomeni che possono rientrare nello scentificamente descrivibile e che devono rimettere in discussione anche le vecchie teorie.La storia della scienza è lì a insegnarlo insieme all'umiltà che sembra mancare a certi sedicenti scienziati che ritengono di avere l'assoulta verità in tasca.
Fin da ragazzino sono stato attratto dalla scienza e dalla figura dello scienziato - inventore (non a caso prediligevo matematica e fisica a scuola) da archimede a Emmet Brown passando per tutti i personaggi simili della fiction e non credo che senza di loro l'amore per la scienza sarebbe cresciuto.
La letteratura (anche a fumetti) serve a vivere quelle situazioni che al momento potrebbero sembrare impossibili ma che nessuno vieta che un giorno possano essere realtà!
Esatto, Massy!
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