Votare dovrebbe essere una specie di festa. Vedere la gente che scende in strada e va nella vicina scuola a votare, dovrebbe essere un modo per misurare la partecipazione alla democrazia nel nostro Paese, nonché un'occasione d'incontro. Io ad esempio, ho appena cambiato zona (dalla Graffignana a Fatima, sempre quartiere Vigentino...) e ho avuto modo di vedere un po' di facce che in altre occasioni non avrei visto.
Sempre più l'impressione è che la mia scheda elettorale sia carta straccia, ma non bisogna mollare. Non bisogna rassegnarsi. Bisogna far vedere che la gente c'è, che scende in strada, che è interessata a ciò che succede nel paese, in Europa, nel mondo. Che non si dimentica quali sono i suoi diritti.
Nonostante tutto, non bisogna abbandonare questo scampolo di democrazia.
sabato 6 giugno 2009
Voto
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3 commenti:
Hai ragione, Joe. Sai, personalmente io quando ci sono le europee (e queste sono le mie prime, da elettore) sono ancora più triste che per le amministrative o le politiche. Perché mi rendo conto che in Italia non abbiamo il senso europeo ed europeista. Che siamo il TERZO paese che riceve più richiami per violazione dei diritti dell'uomo dopo la Russia di Putin e la Turchia... Che nell'ultima legislatura all'Europarlamento i deputati italiani sono stati i meno attivi, quelli con il tasso di assenteismo più elevato, e con un numero impressionante di eurodeputati ritirati.
Poi vedo le liste, e allora tremo. Tremo al pensiero delle 72 persone che mi rappresenteranno a Strasburgo, dove un tempo sedeva Altiero Spinelli, poco distante da dove ha fondato il Crocodile Club... Europarlamento dove persino una personalità controversa come Giorgio Almirante è riuscito a fare un primo passo verso la moderazione (percorso poi proseguito dal suo delfino).
Poi vedo i nomi di oggi (e bado solo alla nostra circoscrizione), e i conati salgono spontanei.
Vedo una serie di minuscoli partitucoli che non hanno nessuna speranza di superare il 4% di sbarramento... E vedo i candidati di chi, invece, lo sbarramento lo supererà. Vedo un presidente del consiglio e due ministri del governo italiano candidati. Vedo una serie di pregiudicati. Vedo Borghezio. Vedo anziani professori che hanno fatto il loro tempo (ed è forse una delle candidature meno peggiori). E vedo che la persona che davvero vorrei votare ha scelto un partito che non mi sento di votare (Oreste 'Tino' Rossi è un Politico con la "p" maiuscola, ho avuto modo di dialogare a lungo con lui, e mi ha molto colpito).
Alla fine rimane solo un grande sconforto, e la consapevolezza che, il giorno prima del voto (andrò domattina), non so ancora dove metterò la croce. Che, se ci pensi, è una simbologia abbastanza inquietante e azzeccata, vista la situazione.
Ottimo post, e prezioso invito.
Io, da parte mia, posso solo constatare con rammarico che al mio seggio non ho mai fatto nemmeno un minuto di fila per votare. MAI. E nè ho mai avuto gente dietro di me. In qualunque momento della giornata che non fossero le ultime due ore utili.
E questo, nemmeno per le elezioni politiche nazionali...
Bel post.
Peccato, però, che nella mia esperienza personale, le uniche facce nuove che vedo, sono quelle degli scrutatori che si avvicendano negli anni. E gli immancabili "politici" che girano come avvoltoi per i seggi, promettendo ricchezze infinite per elemosinare qualche altro voto.
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