lunedì 9 luglio 2012

Capelli lunghi


Se hai i capelli lunghi, difficilmente la gente ti prende sul serio.

Se hai i capelli lunghi e la faccia rasata, ti prendono per un ragazzino.

Se hai i capelli lunghi e la barba, ti prendono per un barbone.

Difficilmente ti danno del Lei.

Quando presenti la carta di credito, quasi sempre di ti chiedono il documento.

Se passi la frontiera per fare una gita ti tengono un'ora per perquisire te e la macchina, e ti dicono "Dove hai messo la roba? Dai dillo, che tanto la troviamo". Perché hai i capelli lunghi.

E tu speri che si sbrighino a far venire il cane antidroga (l'unico animale intelligente del luogo) che in 10 secondi netti annusa dappertutto e se ne va scodinzolando.

E ti chiedi: "Ma secondo loro gli spacciatori che passano la frontiera coi chili di cocaina vanno in giro coi capelli lunghi, la barba e i jeans strappati? O saranno piuttosto persone dall'aspetto conforme alla più becera estetica comune?"

E' con questi ragionamenti in testa che ho approcciato il finale del pur molto bello "This must be the place" di Sorrentino.

DISCLAIMER: ATTENZIONE SPOILER! SE NON AVETE VISTO "THIS MUST BE THE PLACE" NON PROSEGUITE NELLA LETTURA!

Credo che il tema principale del film sia in fondo il rapporto tra il bambino che è in noi e la paura di raggiungere l'età adulta. Un cinquantenne che gioca ancora a fare il ragazzino, con le sue idiosincrasie da rock star, che non sa badare a se stesso.

Per la prima volta prende in mano la propria vita e si imbarca in un viaggio pericoloso che farà di lui un adulto.

Anche la decisione di far spogliare il vecchio nazista e lasciarlo al freddo è una decisione da adulto, una punizione "militaresca" che trasforma il vecchio in bambino spaurito e la star cinquantenne finalmente in un uomo.

Tutto ciò è molto bello. Il film a me piace moltissimo, c'è della poesia vera, personaggi veri, regia ottima, fotografia pazzesca, Sean Penn poi è da Oscar.

Eppure ci sono due passaggi che proprio non mi sono andati giù.

Il primo è una battuta "di passaggio" che in realtà chiarisce il tema del film:
- Come mai, con tutti i vizi che mi sono concesso, non ho mai fumato?

- È che sei ancora un bambino. Solo i bambini non hanno voglia di fumare.
Il secondo è il finalino. Cheyenne torna nel suo paesino irlandese finalmente coi capelli corti, senza trucco, vestito come una persona "normale". E' diventato un adulto, finalmente. E lo scambio di sguardi con la donna che per un attimo pensa si tratti del figlio finalmente tornato a casa, suggerisce che il personaggio sia stato "assente" per tutta la sua vita e che sia finalmente "tornato in sé".

E a questo punto mi chiedo.

Mi piacerebbe chiederlo a Sorrentino, di cui artisticamente ho molta stima.

Diventare adulto allora significa tagliarsi i capelli? Mettersi una giacchetta normale come tutti gli altri?

Addirittura fumare sarebbe una roba da adulti? Con tutti i bambini che fumano nel terzo mondo e gli adolescenti sotto casa nostra?

Possibile che perfino un artista intelligente, un regista vero come Sorrentino sia caduto in questa banalità?

Possibile che ancora nel 2012 perfino nei film per essere considerati adulti bisogna avere i capelli corti?

4 commenti:

Unknown ha detto...

Ahah, ridevo per il fatto dei capelli lunghi... Anche io un tempo li ho avuti molto lunghi... A me dicevano sempre, sembri Gesu'... Ora purtroppo non ho piu' questo "problema", maledetta alopecia! ^_^

LAW ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Andrea Dotta ha detto...

Devono proprio averti segnato per avere i capelli lunghi :) Comunque sono d'accordo sul finale di This Must Be the place... come un "e vissero felici e contenti" in un film dove non ci stava per niente.

E si... se hai i capelli lunghi la gente non ti prende sul serio infatti mi sono rasato :)

Giorgio Salati ha detto...

Ciao Andrea!

Mah, a me non è il fatto del lieto fine che mi disturba... Per me va bene che finisca in maniera positiva, ma che questo venga veicolato dal taglio dei capelli mi sembra veramente ridicolo... forse negli anni '50, ma non oggi.

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