venerdì 19 aprile 2013

Narrazione nel reale

Tutto ciò che ci circonda è narrazione. Il giornalismo, la pubblicità, perfino le strategie politiche e le religioni.

Provate a rifletterci: le crisi, i conflitti, i colpi di scena, le vittorie e i fallimenti. Ogni abile politico ha una sua narrazione fatta anche di cadute e rinascite.

Ci sono persone pagate profumatamente (spin doctor, si chiamano) per trasformare in narrazione la vita dei personaggi importanti. Studiano per far presa sul pubblico, e questo attraverso anche gesti stupidi o semplici, come raccontare una barzelletta in pubblico, o scendere dall'auto per salutare un disabile, o fare un sit-in in Parlamento, o farsi fotografare con un cagnolino o con una bella ragazza. O mentre si raccoglie il grano insieme ai contadini.

Anche la crisi e la perdita di consenso di un politico o di un qualsiasi personaggio pubblico può essere una mossa narrativa: se si mantiene il profilo alto per troppo tempo, poi la gente si stanca. Molto più interessante un arco narrativo in cui il protagonista cade in disgrazia e poi risale la china.

Ogni giorno vengono usate notizie, storie di persone normali, per influire sulla vita di paesi interi o del mondo. Tutti i giornali ora fanno risaltare le notizie di suicidi per debiti per farci credere che per colpa dei politici siano aumentati i suicidi, quando è statisticamente falso. Quando c'era da approvare la legge Bossi-Fini venivano messe sempre in prima pagina le notizie di stupri da parte di romeni, come se ci fosse stata un'escalation, quando la verità era che: 1. non si trattava di romeni ma rom, che non è esattamente la stessa cosa, 2. gli stupri erano in calo, semplicemente prima i giornali non ne parlavano, 3. la maggioranza di stupri avvengono da parte di familiari o amici stretti, in ogni caso stragrande maggioranza italiani. Nessuna escalation né di suicidi ora né di stupri allora, semplicemente  l'uso strumentale e narrativo delle notizie per influenzare l'indignazione popolare. Sono le notizie piccole, le storie delle persone normali ad attecchire sull'opinione pubblica. Dopotutto certi politici attecchiscono di più sull'immaginario popolare grazie alle infedeltà coniugali, alle gaffe che qualunque anziano può fare dopo aver bevuto qualche bianchino di troppo. Un pontefice che si chiama Francesco e dice "buonasera" invece di altisonanti parole in latino somiglia allo zio più che a uno degli uomini più potenti della Terra, e la sua storia ci interesserà molto di più.

La narrativa dei singoli fatti e delle persone. Per convincere l'opinione pubblica americana a entrare in guerra durante la prima Guerra del Golfo, venne fatta girare la notizia falsa che gli iracheni avessero attaccato un orfanotrofio uccidendo centinaia di bambini.

I giornalisti americani sono più diretti e in un certo senso più onesti (tanto il lettore non capisce comunque), quando un'inchiesta giornalistica la chiamano "story": se non hai una notizia "narrativa", con un suo arco emotivo che faccia presa sul pubblico, per quanto interessante possa essere, il lettore si annoierà e non ti leggerà. Tutto è "storia", e se non lo è lo si fa diventare.

Per questo, mi fanno molto ridere le persone che faticano a capire l'utilità del mio mestiere, e ritengono che solo l'impiegato o l'operaio siano lavori veri. E non si accorgono che sono persone che fanno il mio mestiere a decidere che cosa devono comprare e chi devono votare.

4 commenti:

Valerio Massari ha detto...

C'è un romanzo che ricordo molto bellino a tal proposito: http://www.ibs.it/code/9788806147594/benacquista-tonino/saga.html

Giorgio Salati ha detto...

Interessante, grazie!

moise ha detto...

Eccellente disamina, mio caro Joe! Penso che la citerò "Urbi et Orbi" su FaceBook. Hai visto mai che qualcuno possa esserne 'illuminato'?
Buon Tutto!
Moise :-)

Giorgio Salati ha detto...

Ti ringrazio Moise!

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