venerdì 14 febbraio 2014

Una riflessione su "Paperinik e l'amore nell'oblio"

Visto che oggi è San Valentino, mi è venuta voglia di parlare di "Paperinik e l'amore nell'oblio", una mia storia splendidamente disegnata da Paolo Mottura che uscì su Topolino n. 2829 del 16 febbraio 2010 (e riproposta su Paperinik Cult #76 dell'agosto 2011) proprio in occasione della festa degli innamorati.

Si tratta forse della mia storia Disney che ha ottenuto più consensi (ma che mi auguro verrà superata da qualcuna delle mie prossime).

Ho voglia di parlarne perché dentro quella storia c'è molto di mio. C'è molto di me in quel Paperinik e soprattutto in quel Paperino.

La storia parla del rapporto tra le due dimensioni di una persona. Nel caso di Paperino, la sua altra dimensione è Paperinik. E' la sua identità "pubblica", mentre Paperino è quella privata. E quando nasce l'equivoco con Paperina, ecco crescere il conflitto tra le due dimensioni. Perché se Paperino è contento e impegnato nell'impersonare Paperinik, desidera però essere amato per quello che è davvero, al di là dei gadget da supereroe, ossia Paperino.

Anch'io, nel mio piccolo - non sono certo un personaggio famoso - ho una dimensione pubblica che riguarda le storie che scrivo, i post su blog, Twitter e Facebook, la mia attività come musicista, eccetera. Anch'io sono contento di quello che faccio e mi piace essere ammirato per quello che scrivo (non si fa questo mestiere se non si è un minimo narcisisti). Ma quando si tratta di relazioni umane profonde, desidero - come tutti - essere amato per quello che sono. Non vorrei stare con una donna che mi ama perché (o solo perché) le piace quello che scrivo o che suono. Desidero che mi ami per come sono nel bene e nel male, anche quando mi sveglio la mattina disfatto come uno zombie o quando, dopo troppe birre, dico stupidaggini peggio che alle medie. Non si può essere intelligenti sempre (io lo sono molto raramente), sarebbe solo finzione.

Ma questo vale per tutti, non solo per chi fa qualcosa che è fruito da un pubblico. Tutti desiderano essere apprezzati per il lavoro che fanno, ma non è il lavoro (non solo quello almeno) a definirti come persona. E vuoi essere amato così come sei, che il tuo lavoro sia pulire i pavimenti o dirigere una multinazionale.

Vuoi che ad essere amato sia il te stesso in ciabatte. Il te stesso Paperino.


2 commenti:

Marta ha detto...

Ciao, io all'epoca non leggevo fumetti, ma mi hai resa curiosa... si può trovare il pdf, da qualche parte?

Giorgio Salati ha detto...

Ciao, l'unico modo per recuperare la storia è cercare uno degli albi in cui è uscita. L'ultima volta è uscita su Paperinik AppGrade #29: https://coa.inducks.org/issue.php?c=it/PKA++29#d

Contattando il servizio abbonamenti e richiedendo l'albo come arretrato penso tu possa recuperarlo: http://www.abbonamentipanini.it/disney/paperinik-appgrade/?gclid=CNau6bHhmsoCFSfnwgodjowIFg

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