mercoledì 5 maggio 2010

Insensato come un fumetto


Grazie ai blog di Tito Faraci e di Luca Boschi vengo a conoscenza della recente recensione (perdonate il bisticcio) del film "Iron Man 2" redatta dalla giornalista Alessandra Levantesi Kezich. La trovate QUI.

Ne estrapolo la parte "incriminata":
"Tanto per cominciare, bollare di insensatezza e mancanza di profondità un fumetto ci sembra bizzarro. Il fumetto è insensato per natura; e, se proprio vogliamo, la sua filosofia consiste nel riflettere il caos del mondo rifuggendo dal rigor di logica."

Ora, tralasciando di paragonare fumetti insensati come Maus, la Storia d'Italia a Fumetti di Enzo Biagi, le biografie di grandi personaggi, le ricostruzioni storiche, le testimonianze a fumetti della strage di Piazza Fontana eccetera con film altamente sensati e realistici come "Wild Wild West", lascio che a rispondere alla giornalista sia Alan Moore il quale, dopo che il suo romanzo a fumetti "From Hell" era stato trasposto nel film "La vera storia di Jack Lo Squartatore", commentò dicendo che la pellicola non aveva niente di realistico, a differenza del suo fumetto. Ad esempio il suo protagonista era un normale poliziotto di mezza età, mentre il personaggio interpretato da Johnny Depp era un giovane oppiomane, e se l'avessero scoperto, altro che venirlo a riprendere e rimetterlo in sesto, l'avrebbero sbattuto in galera. Secondo Moore, in epoca vittoriana sarebbe bastata la pettinatura di Depp a farlo buttare fuori dalla Polizia.

Qui sta tutta l'insensatezza del fumetto e la sensatezza del Cinema.

Probabilmente la signora Levantesi era in buona fede, ma l'idea per cui il fumetto sia un mezzo poco serio per natura resta ahimè radicata soprattutto in certe generazioni, anche nelle menti più benintenzionate.

5 commenti:

Giangidoe ha detto...

Mah. Io sinceramente, tutta 'sta buona fede non la vedo. Anzi: non credo che si tratti di una questione di buona o cattiva fede, bensì di definizione.
Il fumetto, per natura, è un'opera di fantasia, quello si. Esattamente come il film o il romanzo. E forse, rispetto ad altri mezzi, è quello più legato a storie fantasiose ed irreali. Ma dire che il fumetto è "insensato per natura" è come ammettere che non ha motivo di esistere perchè non veicola alcun significato.
A me questo pare tutto un altro paio di maniche.

E questo a prescindere da qualunque discorso si possa imbastire sull'annosa (e ancora assai aperta) questione della dignità mediatica del fumetto in sè.

Fabrizio Lo Bianco ha detto...

La Levantesi ha utilizzato un artificio retorico troppo "artificioso" per fare una sorta di complimento implicito al fumetto. Il risultato è un bizantinismo stracco: una "ciofeca", tanto per citare i classici...

Giorgio Salati ha detto...

Sì, secondo me si è proprio espressa male...

ALESSANDRO TREVISANI ha detto...

prendo alla lettera la frase "la sua filosofia consiste nel riflettere il caos del mondo rifuggendo dal rigor di logica". se vai a vedere Maus fa proprio questo: hai mai visto i gatti concentrare e sterminare i topi? ma gli uomini questo assurdo l'hanno messo in piedi davvero, ed ecco che spiegelman (come farà ancora, calzando la mano, ne L'ombra delle due torri) riflette questo caos adoperando una struttura tutta imperniata sul non sense. poi certo c'è il graphic journalism, il fumetto diaristico, e l'articolo della Levantesi riflette un'idea stantia e limitata del fumetto, ormai. ma secondo me ne coglie la fortuna e l'origine. e gli fa pure, magari senza volere, un complimento, perché il fumetto fra tutte le arti - tolta la musica - è forse quella più libera da costrizioni materiali e di congruità logica: quello che immagino, lo posso disegnare. e la libertà è una gran cosa!!!
A

Giorgio Salati ha detto...

Grazie dell'intervento Alessandro, spunti interessanti su cui riflettere!

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