mercoledì 25 gennaio 2012

7 note


In un certo senso è vero quello che dicono in molti: tutte le storie sono già state raccontate, tutte le canzoni sono già state suonate, le note sono 7 (non è vero, sono 12), le possibili storie sono tot, tutto il resto è un rimescolamento e una riproposizione sempre delle stesse tematiche. Insomma, non è possibile inventarsi niente di davvero nuovo.

Se sia del tutto vero non so, forse qualcosa di nuovo è ancora possibile crearlo, fatto sta che quando si scrive per un prodotto seriale bisogna confrontarsi con strutture e tematiche abbastanza "regolari".

L'unica possibilità per aggiungere qualcosa di veramente originale secondo me è ciò che di nostro mettiamo in una storia. Sono le nostre emozioni personali di autori a fare la differenza.

Se le storie possibili sono tot, c'è qualcosa di assolutamente unico e irripetibile: la persona che scrive. Ogni persona è unica al mondo. Così come le impronte digitali sono diverse per ognuno, anche l'insieme di emozioni, ricordi e percezioni fa la differenza tra un essere umano e l'altro. Per questo in ogni storia che scrivo cerco di dare la mia interpretazione attraverso le emozioni del mio vissuto personale (questo per rispondere anche a chi poco tempo fa nei commenti di questo blog sosteneva che le Emozioni, quelle vere, sono tutt'altro).

Per esempio, una delle mie storie più apprezzate di sempre dai lettori è "Paperinik e l'amore nell'oblio". Inizia con Paperina che scopre l'identità segreta di Paperinik. Chissà quante volte s'è visto. Niente di particolarmente originale. Poi certo, le carte in tavola cambiano perché a causa di un'amnesia Paperina si convince di essere fidanzata con Paperinik. Comunque sia, ho usato questo tema, il conflitto tra la vita privata di Paperino e la sua identità supereroistica (niente di nuovo, appunto) per raccontare qualcosa di molto personale, e ho narrato la vicenda attraverso le mie emozioni. Quelle che io, e solo io posso provare relativamente a certe situazioni che ho trasfigurato all'interno di un contesto codificato e comprensibile per tutti, quello del "conflitto d'identità" di Paperinik. Se quella storia mi è venuta bene, è perché c'è molto di me in quel Paperinik. In questo senso le storie non sono indipendenti dal loro autore, la storia è l'autore. La stessa vicenda raccontata da un'altra persona non avrebbe lo stesso effetto. O non racconterebbe la stessa cosa.

Tra parentesi, credo che una delle tematiche più interessanti all'interno dei fumetti Disney sia proprio quello del problema d'identità di Paperinik. Alla faccia di chi crede che sia solo roba per bambini.

Per questo resto dell'idea che le note potranno anche essere solo 7, ma è l'intensità con cui le suoni a renderle uniche al mondo. Sei tu che le suoni a rendere la canzone originale. Non solo, è anche l'ascoltatore, il lettore, il rapporto tra l'autore e il fruitore a rendere un'esperienza unica e irripetibile la percezione di un'opera creativa.

Perché in fondo un'opera d'arte, una canzone, una storia, una scultura, la facciata di una cattedrale, non sono altro che un flusso che scorre tra l'artista e chi percepisce l'opera, un'esperienza unica che si ripete ogni volta in maniera diversa.

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