"Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
- di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;
- di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
- di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;
- di attenermi alla mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
- di prestare la mia opera con diligenza, perizia, e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione;
- di affidare la mia reputazione esclusivamente alla mia capacità professionale ed alle mie doti morali;
- di evitare, anche al di fuori dell' esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione;
- di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
- di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica;
- di prestare assistenza d' urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità a disposizione dell'Autorità competente;
- di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico, tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto;
- di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;
- di astenermi dall'"accanimento" diagnostico e terapeutico."
QUESTO disegno di legge approvato dal Senato viola a tutti gli effetti il Giuramento di Ippocrate, quello che tutti i medici fanno intraprendendo la loro professione. Un testo la cui prima versione risale al 430 a.C., ben prima dell'esistenza stessa della nostra Nazione.
Qualunque dottore segua questa norma del Governo, dovrebbe venire espulso dall'albo. Non perché lo dico io, ma perché lo dice il suo Giuramento.
E queste norme dovrebbero garantire la sicurezza? Cioè deligittimare le più basilari norme etiche che fondano la civiltà occidentale? E' sicurezza questa?
Non avrei nessuna intenzione di parlare qui di politica, ma quando è troppo è troppo.
Svegliamoci, gente...
P.S.: Copio direttamente dalla biografia di Roberto Calderoli: "medico ospedaliero maxillo-facciale". Questo significa che anche lui ha fatto il Giuramento. Come la mettiamo, allora?
venerdì 6 febbraio 2009
Giuramento di Ippocrate
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1 commento:
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Te saluda atentamente Claudio Tomassini
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