Questo post dal blog di Tito Faraci mi ha fatto riflettere su una cosa che mi capita ogni tanto facendo il mestiere di narratore.
Succede alle volte di star lavorando su una storia di cui si ha una serie intricata di spunti e suggestioni, e di non riuscire a dipanare il tutto in un flusso narrativo coerente. Certe volte sembra che il cervello stia per esondare.
Allora qualche volta - se non chiedo consigli a colleghi - capita che tampini qualcuno che mi è vicino: la mia ragazza, parenti, amici. Non chiedo molto: "posso raccontarti una storia?".
Cerco così di raccontare tutto quello che ho in testa a proposito del soggetto a cui sto lavorando: ho bisogno di "buttare fuori tutto", di avere tutta la "materia prima" sul "tavolo operatorio" per capire come lavorarci.
Spesso queste persone che mi stanno fungendo da "editor", non essendo del mestiere mi danno consigli che non sono applicabili. Ma fare così mi serve per dipanare un po' quell'intrico che ho nel cervello.
E qualche volta chi mi sta ascoltando tira fuori qualche consiglio strambo che a un "professionista" non sarebbe venuto in mente, e che magari - sistemato bene perché sia compatibile con la storia - è il "twist" giusto per dare una svolta inaspettata alla storia.
Purtroppo nelle storie Disney non lo si può fare, ma tante volte avrei voluto mettere gli "special thanks" in una storia da dedicare alla mia ragazza, a un parente o a un amico che mi hanno pazientemente ascoltato mentre snocciolavo fatti slegati e incoerenti ancora da sistemare.
Questa è una pratica che però non consiglio troppo a chi sta iniziando a fare questo mestiere. Se si ha problemi con una storia, meglio avvalersi dell'aiuto di un collega o parlarne col proprio editor (quello vero). Le prime volte che provavo a raccontare le mie storie a amici e parenti non riuscivo poi a discernere tra quali erano consigli utili e quali invece non applicabili alla storia. Ora invece mi sento abbastanza "solido" da poter filtrare il tutto in maniera utile.
Meglio quindi "consolidarsi" un po' da un punto di vista tecnico prima di dare ascolto alle mille voci esterne. Questo vale anche per i vari commenti che si trovano in internet sulle proprie storie. Il mio consiglio è di gioire dei complimenti ma non prendere per oro colato né questi né le critiche.
Meglio pensare a fare bene il proprio lavoro - punto e basta.
venerdì 12 marzo 2010
I miei editor
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