giovedì 21 giugno 2012

Pseudo-recensioni

Il mondo fumettaro nostrano sembra tanto in decadenza, quando c'è bisogno di lamentarsi un po', ma in realtà sforna anche novità interessanti e non sta mai fermo.

Dico sul serio!

Il caso vuole che ultimamente siano usciti dei volumi scritti o disegnati da autori che stimo molto o che in certi casi sono addirittura amici.

All'inizio mi sono detto: li recensisco sul blog, così li aiuto anche a promuovere il loro prodotto. Lavorando su LAW so bene quanto sia importante e faticoso fare promozione alle proprie "creature", e ogni aiuto è benaccetto.

Poi però mi sono detto: se voglio essere totalmente onesto devo dire TUTTO. Nessuna opera penso sia assolutamente perfetta. Questi fumetti in mezzo a tanti pregi hanno anche qualche difetto, e se voglio recensirli in maniera corretta devo dire anche i difetti. Dopotutto sono sempre ben disposto anche ad ascoltare le critiche costruttive nei confronti del mio lavoro, mi aspetto che anche i miei colleghi facciano altrettanto.

Dopodiché mi sono detto: ma lo voglio proprio fare? La maggior parte di questi autori mi ha fatto una montagna di complimenti per LAW, con che faccia ora io critico il loro lavoro? Sono mica Will Eisner, io. Mi farebbe veramente sentire una cacca che se la tira.

Però se voglio essere onesto non posso raccontare solo i (tanti) pregi. Non sono tipo da leccare il deretano, loro lo sanno bene. Il lavoro che ho fatto me lo sono sempre guadagnato col sudore della fronte, non ho mai fatto il lecchino né mai lo farò.

Però sicuramente faccio loro un migliore servizio se parlo dei loro fumetti, piuttosto che auto-censurarmi.

E quindi?

E quindi ho deciso di fare così: di ogni opera dirò UN pregio e UN difetto dei testi, idem dei disegni.

Così la bilancia sarà totalmente equa. Tanto va da sé che se parlo di questi fumetti è perché già in partenza li ritengo assolutamente degni di acquisto.

Ok, partiamo.



BAO Publishing
"DEI - In vino veritas"

Testi: Alex Crippa
Disegni: Emanuele Tenderini

Leggete QUI per sapere di che cosa si tratta.

TESTI

Pregio: Ormai un po' di cose di Alex ne ho lette. Drammatico, pulp, horror, giallo, fantasy... Questa è la sua prima opera umoristica che leggo. E mi sento di dire che è forse il suo lavoro migliore che abbia mai letto. Alex sembra aver trovato quasi per caso una sua personale cifra umoristica. La serietà con cui i personaggi affrontano situazioni totalmente grottesche, crea quel cortocircuito comico che ti fa amare il fumetto. E soprattutto: i personaggi sono riuscitissimi. Alex ha perfettamente sotto controllo i suoi personaggi e li fa agire sempre in maniera coerente e insieme divertente. Una vignetta in particolare mi ha fatto capire quanto Alex fosse a suo agio nel contesto e con questi personaggi. Una vignetta con due sole battute: "Saldi!" "Fiori!". Prendete il volume e capirete di che cosa parlo.

Difetto: Ogni tanto ci sono dei momenti in cui il tutto è un po' caotico. Segui i personaggi in sorta di micro-missioni, sostanzialmente delle prove che devono sostenere per arrivare all'obiettivo finale (e Alex tornami a dire di nuovo che non sei d'accordo con Vogler!), però ogni tanto si perde un po' il punto su quale sia l'obiettivo finale. Ci sono stati brevi momenti in cui mi sono chiesto: un momento, dov'è che sono ora e perché sono lì? Ma roba da mezza pagina, poi tutto mi tornava chiaro.

DISEGNI:

Pregio: Quella di Emanuele è una costante ricerca stilistica. Ciò che apprezzo in lui è proprio questo volersi continuamente aggiornare, reinventare, senza sedersi mai dopo aver passato un traguardo. Per quanto mi riguarda dovrebbe essere ricco e famoso, ma lui preferisce continuare a muoversi, perché è un Artista vero. Non lo dico perché mi sta simpatico. E' così e basta. Non tutto quello che ha fatto è riuscito alla perfezione, la sua "inquietudine" creativa per forza di cose non può sempre centrare l'obiettivo. Ma qui in "Dei" ha praticamente inventato uno stile. Non so come altro esprimerlo se non che ha "disegnato con la luce". Perché lui è un grandissimo colorista, e ha usato la sua esperienza in quel campo come base per eliminare il più possibile le linee e avvicinarsi se vogliamo a uno stile più vicino ai videogame. Per questo mi viene da dire che graficamente sia uno dei fumetti più moderni che siano usciti NEL MONDO quest'anno. E sapere che l'embrione di questa storia era nella testa di Alex da tipo 10 anni, mi fa quasi ridere dalla contentezza. Non so perché. Forse perché mi fa sperare che i mille progetti che anch'io ho nel cassetto magari un giorno saranno là in libreria e avranno pure una grafica all'avanguardia.

Difetto: I disegni di Manu sono talmente grotteschi ed esagerati, che a volte lo sono un po' troppo, andando a scapito della leggibilità e della chiarezza. Non succede molte volte, ma ci sono un paio di vignette ad esempio durante lo scontro Mars vs. Ercole, che risultano di difficile lettura. La ricerca di Manu continua e sono sicuro che il prossimo sarà ancora più fico!


Ok, avanti il prossimo!




GG Studio
"EXTINCTION SEED - vol. 1

Testi: Davide Aicardi
Disegni: Livia Pastore
Colori: Alessia Nocera

QUI potete leggere di che cosa tratta la storia.

TESTI

Pregio: Il progetto di Davide è veramente ambizioso. Creare un universo narrativo alternativo con tre personaggi completamente diversi, con le loro sottotrame, che vivono vicende di genere diverso (crime story, fantascienza, avventura), che si intrecceranno e che in futuro confluiranno tutte verso lo stesso obiettivo. Il tutto con un timelock che riguarda nientemeno che l'estinzione del genere umano. Be', non so voi, ma a me la cosa intriga parecchio! Le vicende nel volume scorrono velocemente e vien voglia di sapere immediatamente come procederanno nei prossimi volumi. La verve a Davide non manca, ma sarà solo il tempo a dirci se anche la mastodontica struttura reggerà il peso di tutti questi intrecci. Io sono fiducioso.

Difetto: Alle volte si ha l'impressione che il progetto di Davide sia troppo ambizioso e che abbia voluto un po' strafare. La carne al fuoco è tantissima, e Davide ha fatto forse l'errore di non voler indulgere nemmeno un secondo su una spiegazione in più. Da sceneggiatore, lo so che cos'ha pensato: "Show, don't tell! Show, don't tell! Non spiegare al lettore tutto quello che succede! Fa' sì che si chieda che cacchio sta succedendo e poi alla fine riuscirà a mettere insieme tutti i pezzi di questo enorme puzzle... Bwahahah! Sono un genio del male!". Fidatevi, è questo che pensiamo noi sceneggiatori ogni tanto. Be', comunque ho l'impressione che certi fatti restino un po' troppo in un'area di ombra, in attesa che tutto assuma un senso in funzione della storia. Tanto che alla fine si ha un po' la sensazione che sia successo poco, quando in realtà forse succede troppo. E' difficile da spiegare! Se fosse stato un unico volume da 150 pagine - per dire - questo meccanismo probabilmente funzionerebbe alla perfezione, perché tutti i misteri verranno svelati subito, man mano che si procede con la lettura. In questo caso invece bisognerà aspettare un po' troppo perché la memoria ricordi tutti i particolari. Tanto che consiglierei di comprarli tutti e poi leggerli in una volta. Io di sicuro comprerò anche i prossimi, perché - l'ho detto no? - l'idea alla base della storia intriga parecchio!

DISEGNI:

Premetto che eviterò di parlare dei colori perché so di capirci troppo poco per poter dare un giudizio.

Pregio: Disegni molto dinamici, ad effetto, molto "americani", accattivanti, moderni. Livia è molto giovane e mostra un vero talento.

Difetto: In certi casi mi pare che Livia pecchi un po' di ingenuità. I disegni in certi casi sono forse troppo auto-indulgenti, troppo plastici, moderni, sgargianti, con tutte queste donne poppute e prorompenti... Livia sa di essere brava e a volte questo va a scapito della leggibilità dell'azione e soprattutto dell'ambientazione, che non sa abbastanza di anni '60. Ma Livia è comunque su un'ottima strada e sono sicuro che crescerà.


E via con l'ultimo!




Nicola Pesce Editore
"Il nuovo romanzo di Dan Braun"

Testi e disegni: Davide La Rosa

Cliccate QUI per saperne di più.

TESTI

Pregio: Ci sono molti dei personaggi dell'universo folle di Davide. Giacobbo, i ninja, i partigiani, gli zombi, perfino una comparsata della Pimpa morta. Grandi assenti: Dio (fosse solo un problema del fumetto, direte voi) e Papa Sisto. Le vicende sono veramente assurde come ci si può aspettare da una storia di Davide e reggono bene anche alla lunga. Ci sono poi alcuni veri e propri colpi di genio, che quando sembra incominciare a porgere il fianco alla stanchezza ti tira fuori perle come "Il torrone è quella sostanza golosa tra due fette di Cristo" e "Nessuno è Mauro Repetto agli occhi di Dio". Non ci avete capito niente? Comprate il volume e leggetelo, e sghignazzate.

Difetto: Alle volte vuole fare il serio, e ci sta anche, fa sempre parte dello stile di Davide piazzare senza preavviso un bel pippotto serissimo sulla religione o la società, eppure in un paio di casi mi è parso esagerasse. Sarà che la carta non è internet, ma ho sentito un po' l'effetto "maestrina". Poi c'è da dire che a livello di struttura la storia ogni tanto perde di senso, ma dopotutto non so se sia un vero difetto, La Rosa è fatto così, non è mica per la struttura che uno legge i suoi deliri. I suoi divertentissimi deliri.

DISEGNI

Eh... uh... Davide è il rampollo prediletto della cricca "Fumetti disegnati male", e questo penso dica abbastanza. I disegni di Davide sono come far scrivere un semianalfabeta. Però. Però un semianalfabeta se ha del genio può far ridere lo stesso col suo scarno vocabolario.

Davide è la dimostrazione che se si ha talento e personalità non per forza è necessaria una grande conoscenza (ma nemmeno piccola, in questo caso) della tecnica. Se l'obiettivo è raccontare si può farlo anche con disegni naif (per essere gentili).

Oh, a me la roba di Davide fa ridere, disegni compresi! Quelle facce inespressive sono perfette per quell'umorismo così surreale. Basta conoscere di persona Davide per capire. Ti può dire assurdità, battute, discorsi seri, e ha sempre quella stessa espressione serena, quasi inconsapevole. Scrive scemenze totali ma poi subito dopo fa sfoggio di cultura non indifferente. A scuola doveva essere proprio uno di quei secchioni che stavano sulle balle a tutti.

A volte ti dà l'impressione di essere assolutamente consapevole di quello che scrive e del perché lo fa. Ti spiega con chiarezza che nei suoi fumetti i messicani sono la metafora dell'extracomunitario e di come nel nostro paese sia visto come il perfetto capro espiatorio.
Da un altro lato sembra non avere idea di cosa fa ridere e cosa non fa ridere. Ringrazia tutti, sempre. Non si fa problemi a colpire duro col cinismo, poi però si scusa. Di continuo, anche preventivamente. Ma intanto ha colpito, il bastardo. Lui scrive scemenze, poi per fortuna la gente ride... chissà perché. E a volte dicono pure che sono battute geniali... Meglio così!

Ti vogliamo bene, Davide La Rosa!

7 commenti:

Manu ha detto...

beh..wow, che dire Giorgio!!!! Grazie davvero!!!!!!! Tra l'altro hai trovato un modo perfetto per parlare dei fumetti degli amici autori!!! Tanto di cappello!! :)

Io ti avevo detto che avrei parlato del vostro Law nel mio blog, e in questi giorni lo faccio, scusa se ti dico le cose e poi ritardo nel realizzarle, ma il periodo è piuttosto frenetico (per usare un eufemismo)..

spero di vederti il 26 alla Fnac! ;)))))

Giorgio Salati ha detto...

Ciao Manu!

Non ti preoccupare, anch'io mi sono dovuto forzare per dire: smetto per questa mezz'ora di lavorare e scrivo 'ste benedette recensioni! Siamo tutti sempre trafelati!

Il 26 al 90% ci sono alla Fnac!

Lario3 ha detto...

Sono commosso... grazie mille... hai scritto cose bellissime!
TVB pure io :D

CIAO!!!
Davide.

Giorgio Salati ha detto...

Ahahah! Figurati!

Unknown ha detto...

effettivamente critico Vogler per la rigidità del suo schema narrativo, ma poi mi ritrovo quasi sempre ad applicarlo...touché! Et merci beacoup per tutta l'attenzione che ci hai dato!

Unknown ha detto...

sì, ok: beaucoup.

Giorgio Salati ha detto...

Ciao Alex!

Come sai, personalmente ritengo lo schema di Vogler non da applicare rigidamente, ma una struttura di massima che rispecchia lo schema anche "inconscio", quasi più "culturale" della narrazione mondiale.

Eheh credo che potrebbe essere una discussione infinita questa su Vogler, ed era stato divertente parlarne passeggiando per le strade di montagna!

(Vacaaaanze!)

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