Tempo fa non ero un amante dei polizieschi, non mi piaceva leggerli né scriverli. Poi ho cominciato pian piano ad apprezzarli, prima grazie a CSI, poi impegnandomi per imparare a scrivere le mie prime storie con protagonista Topolino.
Ora mi piace molto scrivere storie "gialle". Perché ho capito che in un poliziesco si può raccontare pressoché qualsiasi storia, in particolare tragedie, solo che le si racconta "alla rovescia". Si parte dal finale di solito tragico (l'uccisione di qualcuno) per poi ricostruire la vicenda a ritroso.
Una delle cose più divertenti infatti del costruire una trama gialla è proprio la creazione dell'antefatto, quella "trama sommersa" che deve essere portata alla luce, e che si conclude con un omicidio, un furto, una sparizione, che consiste poi nell'inizio vero della storia come viene narrata, il momento in cui gli investigatori entreranno in azione. Per questo in un giallo i personaggi secondari sono molto più importanti che in altri generi.
Studiare le dinamiche tra i personaggi, le storie personali, i conflitti che portano al delitto per poi "sommergerli" in mezzo a tanti altri elementi in attesa che l'investigatore arrivi a dipanare la matassa, è il vero "sale" dello scrivere un poliziesco. Ci si può inventare davvero di tutto: storie tragiche, romantiche, avventurose, perfino grottesche.
mercoledì 8 settembre 2010
Trame sommerse
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