Non so se succede anche ai miei colleghi, ma io ho uno strano "metabolismo" dal punto di vista creativo.
Capita spesso di trovarmi con scadenze ravvicinate e di dover premere l'acceleratore del mio cervello per produrre il più possibile nel minor tempo possibile cercando di mantenere comunque alta la qualità di ciò che scrivo.
Recentemente mi è capitata una settimana infernale con una scadenza il lunedì, una il martedì, una il mercoledì, prove con un gruppo mercoledì sera, un'altra scadenza il venerdì mattina e un concerto il venerdì sera. Un paio di settimane dopo, tre scadenze per lunedì, prove mercoledì, scadenza giovedì, concerto sabato. Sono riuscito a ottemperare a tutte le richieste, dormendo poco e spremendo le meningi.
Dopodiché sono diventato un completo inetto. Dopo periodi simili, nel momento in cui "stacco", consapevole di aver fatto il mio "dovere", il mio cervello chiude i battenti. Non sarei in grado nemmeno di recitare la tabellina del due. Mi ci vogliono almeno 2 giorni per ricaricare le pile.
Come processo mi ricorda vagamente la digestione dei coccodrilli, quando ingoiano una preda enorme e poi se ne stanno immobili a digerire per parecchio tempo.
venerdì 23 aprile 2010
Crocodile's Digest
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