mercoledì 20 aprile 2011

Intuito


Già in passato ho parlato del fatto che scrivendo una storia sia necessario avere "sensibilità", cioè saper capire, lasciando perdere per un attimo i manuali di sceneggiatura, quando in una storia o in una serie è il caso che succeda quella o quell'altra cosa.

Questo lavoro non è matematica. E' molto importante la struttura, la teoria, eccetera. Ma è importante anche aver sviluppato un intuito che ti fa intraprendere una strada anche se pare non ci sia un vero motivo. Questo ha spesso a che fare col carattere dei diversi personaggi, se siamo riusciti a interiorizzarli bene.

Faccio un esempio. Ho questi due personaggi, chiamiamoli Gino e Pino. Poi c'è una ragazza, Lina. Pino sotto sotto ha una cotta per Lina, e la cosa non si capisce se sia corrisposta o meno. Così a intuito mi viene da dire che a questo punto della serie, Lina non deve aver ancora capito se Pino le piace. E anzi per la natura della serie direi che i due anche se potranno "flirtare", scambiarsi battutine, non dovranno mai stare insieme. Sarebbe troppo vincolante per i personaggi e risulterebbe in una vita breve della serie stessa.

A un certo punto di questa puntata Gino e Pino devono separarsi per andare in due luoghi diversi, X e Y. Sentivo il bisogno di movimentare un po' questo schema, ad esempio buttandoci nel mezzo anche Lina.

Dunque, Gino e Pino sono praticamente pari a livello di gerarchia, ma per questioni di esperienza (e di lunga conoscenza col pubblico) Gino è, se non ufficialmente, almeno "moralmente" più legittimato a prendere decisioni. Così ho deciso che Gino scopre che a Lina piace il luogo X, così sceglie di andarci con lei. Naturalmente Pino rosicherà un po', dovendo andare da solo nel luogo Y.

Perché ho deciso di far andare Gino con Lina nel luogo X? Non lo so. E' forse Gino innamorato anch'egli di Lina? Niente affatto. Non ho intenzione, almeno per ora, di mettere i due in competizione per una ragazza. Perché? Non lo so. Voglio forse semplicemente ingelosire Pino e far sì che tramite la sua reazione, al lettore vengano i primi sospetti della sua cotta per Lina? Forse. C'è da segnalare il fatto che in queste puntate per ora questi riferimenti alla trama "romantica" resteranno molto rarefatti e accidentali. Anzi, molti fruitori non coglieranno mai questi segnali e non sospetteranno nulla.

Insomma, non c'è una spiegazione precisa. So che in quel momento della storia e della serie ci stava bene che Gino andasse nel luogo X proprio con Lina. Innanzitutto perché Gino, Pino e Lina (e pure Tino) sono una squadra, quindi non è matematico che Gino e Pino vadano sempre insieme solo perché sono i due protagonisti e sono pari grado. Ha anche a che fare con la credibilità della serie.

E altrettanto non è matematico che Pino e Lina stiano appiccicati solo perché c'è del tenero. A volte scrivendo, concentrandoci sulle motivazioni dei personaggi, rischiamo di farci guidare troppo da dei binari troppo fissi che abbiamo stabilito. "A Pino piace Lina, quindi dovrà in ogni occasione starle attaccato". No, i personaggi così diventano stucchevoli, ridondanti. La realtà non è fatta così. Ci sono delle sfumature nei personaggi che li rendono un po' meno automi rispetto a quello che vorremmo noi per semplicità.

Per esempio Gino potrebbe aver invitato Lina nel luogo X solo per fare un "regalo" a una collega più giovane verso la quale non prova altro che amicizia, senza accorgersi minimamente che lei piace a Pino e in questo modo lo sta facendo involontariamente ingelosire. Quando si tratta di ragionare sulla linea "infatuazione" che collega Pino e Lina bisogna calcolare che ci sono anche altri personaggi, ognuno col proprio carattere e le proprie motivazioni, che possono andare a intersecarsi accidentalmente e senza nessun "calcolo" con la linea tra Pino e Lina.

Questo dà alla storia più verosimiglianza e la movimenta rendendola meno "dritta", anche se il nostro primo pensiero sarebbe quello di concentrarci sulla struttura ed eliminare ciò che riteniamo "superfluo" rispetto alle linee principali, ciò che sembra voler deviare il corso naturale delle cose. E spesso a darci suggerimenti su come rendere meno strutturata e prevedibile la storia è proprio questa specie di "intuito", che si sviluppa ovviamente con la pratica e l'esperienza. Penso che le prime storie che si scrivono siano tutte "intuito", poi studiando sceneggiatura ci si concentra molto sulla struttura, infine con la pratica si finisce per fare un mix delle due cose che ci aiuti a salvare capra e cavoli e divertire il nostro fruitore senza annoiarlo.

2 commenti:

Lo Zio ha detto...

Ciao....ti faccio una domanda magari stupida.....ma ....non c'è il richio che, andando troppo ad intuito senza pensare ad una struttura, la storia si "ramifichi troppo", o si disperda la trama?

Nel senso che poi ci si trova con l'esigenza di dover chiudere e si è costretti a soluzioni di compromesso per chiudere in fretta la storia?

Se è un'osservazione del cavolo faccio però ammenda......;-)

Giorgio Salati ha detto...

ciao, non è una domanda stupida ma sposta un pochino il punto della questione.

Nel mio post non dicevo "dimenticate la struttura e andate solo a intuito", ma piuttosto "la struttura è importante, ma NON DIMENTICATE una parte di intuito", che vi faccia virare in direzioni inaspettate.

PRIMA ci vuole una struttura solida, POI si può pensare a qualcosa di inaspettato, e in questo ci può aiutare l'intuito, la "sensibilità".

Se sai già dove vuoi andare a parare, è utile prendere qualche strada nuova per arrivarci. Insomma, non sempre è necessario prendere l'autostrada per andare in un posto, qualche volta è bello prendere anche la statale panoramica!

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