domenica 19 ottobre 2008

Novecento


Non ci girerò intorno: andate al Teatro Libero di Milano (nello stesso edificio della Scuola del Fumetto!) a vedere "Novecento" di Baricco interpretato da Corrado D'Elia. E muovetevi: c'è tempo fino a giovedì. Avanti, siete ancora lì? Correte!

Non me ne viene in tasca niente a fargli pubblicità. E' che ci sono appena stato, e si è rivelata un'esperienza incredibile. D'Elia è un attore come pochi. Io che non mi commuovo facilmente, nei momenti di maggiore pathos avevo il groppo in gola. Molte donne in sala hanno pianto apertamente. Come hanno riso di gusto nei momenti più divertenti.

Già sappiamo che "Novecento" di Baricco è un testo bellissimo, reso egregiamente sia dal film di Tornatore - "La leggenda del pianista sull'oceano" - che dalla storia a fumetti ad opera di Faraci e Cavazzano pubblicata su Topolino 2737.

Ma giuro, non mi aspettavo che un attore potesse interpretare così bene questo testo, ammaliandoti, facendoti immaginare ogni singolo particolare della nave, dell'oceano, di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. Tramite la roca narrazione di chi nella vita ne ha passate tante - un ex trombettista da crociera che si è venduto anche la tromba - vieni proiettato in questa struggente favola anni '20, la storia del pianista più bravo del mondo, nato su una nave, e mai sceso sulla terraferma.

Quando arrivano i momenti più drammatici tu lo puoi sentire chiaramente: D'Elia ci soffre davvero. Gli manca davvero quel suo grande amico: Novecento. E anche a te manca un po', quel fantastico pianista che non hai mai conosciuto. L'empatia in cui D'Elia riesce a trascinarti è massima. L'esperienza è impagabile.

Alla faccia di chi ritiene il teatro noioso e impostato.

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